La sinistra radicale supera lo sbarramento al fotofinish: a Bruxelles vanno un deputato di Sel, una di Rifondazione e il giornalista Curzio Maltese
«Siamo al Parlamento europeo!». L'urlo, soffocato per troppe ore, arriva alle sei e mezza del mattino del lunedì, quando finalmente i dati del Viminale permettono ai coordinatori, ai candidati e agli attivisti della lista Tsipras di andare a dormire. Quel 4,03 per cento comunicato da ministero degli Interni quando mancano un centinaio di sezioni su oltre 61 mila consente alla sinistra radicale di mettere fine con un sorriso a una lunga notte di speranza e paura trascorsa nel quartier generale scelto per aspettare i risultati, un locale del quartiere San Lorenzo di Roma subito sotto la tangenziale.
Quattro virgola zero tre: al fotofinish, insomma. E il risultato minimo accettabile per una lista che era partita con ambizioni più alte (a febbraio Spinelli aveva indicato come obiettivo il sette per cento) ma che dopo una travagliatissima campagna elettorale gli istituti di ricerca davano tutti, negli ultimi sondaggi, sotto la soglia necessaria per andare a Bruxelles.
Per tutta la notte della domenica gli exit polls e le proiezioni vedevano la lista Tsipras ballare attorno al 4. Attorno all'una però nella sala di San Lorenzo ha iniziato a diffondersi un certo ottimismo per le telefonate dei rappresentanti di lista, che fornivano cifre non statisticamente valide ma tutte positive sull'andamenti nelle varie sezioni. Poco dopo le due Barbara Spinelli ha lasciato la sede elettorale con un sorriso («Siamo contenti, ci sentiamo domattina») e così ha fatto anche Moni Ovadia. Ancora alle cinque del mattino però il responsabile della lista Massimo Torelli scriveva su Facebook un cautissimo «Aspettiamo». Un'ora dopo, era con Marco Revelli e Argiris Panagopoulos (l'uomo di Tsipras in Italia) a festeggiare con cappuccio e cornetto al bar lì accanto, che aveva appena aperto.
In termini assoluti, la lista Tsipras ha conquistato poco più di un milione e centomila voti, sesto partito dopo i tre più grossi (Pd, M5s e Fi), Lega e Nuovo Centro Destra. Porta a Bruxelles tre eurodeputati: il giornalista di “Repubblica” Curzio Maltese, che era capolista nel nordovest; il giovane esponente di Sel Marco Furfaro, che entra nel collegio centro con 23.826 preferenze e per l'annunciata rinuncia della capolista Barbara Spinelli; Eleonora Forenza, della segreteria di Rifondazione Comunista. In sostanza, anche il gioco delle preferenze (e delle rinunce) ha confermato la natura “ibrida” della lista Tsipras: arrivano a Bruxelles due candidati dei due partiti che l'hanno appoggiata (Furfaro e Forenza), più un esponente della cosiddetta “società civile” non iscritto ad alcun partito (Maltese).
Da Atene, Alexis Tsipras ha salutato il risultato della lista italiana dicendo che «è riuscita a superare uno sbarramento antidemocratico, la censura mediatica e la polarizzazione strumentale del dibattito politico». Tsipras ha fatto riferimento all'Italia anche nel commentare il successo di Syriza primo partito in Grecia: «È la prima volta dopo il 1984, dalla vittoria del Pci di Berlinguer, che un partito di sinistra vince le elezioni europee in ambito nazionale».
Revelli ha invece parlato di un «piccolo miracolo: abbiamo raccolto 200.000 firme, passato uno sbarramento probabilmente incostituzionale, fatto una campagna con 250.000 euro».
«Senza soldi, senza struttura, senza organizzazione, con molti ostacoli anche di natura interna, abbiamo fatto l'impresa», ha detto Lorenzo Zamponi, giovane della rete dei movimenti che è stato tra i più attivi nelle settimane precedenti il voto: «Abbiamo sfondato il muro del silenzio mediatico e riportato la sinistra italiana nel Parlamento Europeo. Nelle prossime ore, con calma, discuteremo del resto. Per ora, l'importante è aver compiuto ciò che sembrava impossibile, tenendo aperto lo spazio dell'alternativa. Come riempirlo, poi, lo vedremo. Preferibilmente, almeno secondo me, dal basso, con un processo di reale partecipazione e coinvolgimento delle persone».
Il risultato positivo, seppur per il rotto della cuffia, è insomma considerato un passo indispensabile per la costruzione della 'cosa rossa': un'area unitaria a sinistra del Pd, inseguendo il sogno di Syriza che è passato da pochi punti percentuali a diventare il primo partito della Grecia attraverso un lungo percorso di radicamento sociale. All'interno della lista italiana la forza numericamente più significativa, Sinistra ecologia e Libertà, da tempo è divisa in due anime: una che guarda verso il Pd e l'altra che invece tende appunto al modello greco di Syriza. Il risultato delle europee, seppur risicato, è una vittoria per questa componente.
Alla lista Tsipras, nata da un appello di sei intellettuali di cui la Spinelli era capofila, hanno aderito Sinistra Ecologia e Libertà e Rifondazione. Sostegno alla lista è arrivato tra l'altro dall'ex presidente della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky, dal giurista Stefano Rodotà, dal fondatore di Emergency Gino Strada, dallo scrittore Aldo Nove, dall’ex direttore di Italia1 e di Raidue Carlo Freccero.
L'anno scorso, alle politiche, la sinistra radicale nel suo complesso aveva preso il 5,4 per cento, ma in un contesto completamente diverso: Sel infatti era in coalizione con il Pd e in questa veste aveva ottenuto il 3,3, mentre Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia si era fermata al 2,2. A Rivoluzione Civile tuttavia avevano aderito nel 2013 anche l'Italia dei Valori e i Verdi, che a questo turno si sono invece presentati in liste autonome con il proprio simbolo (restando largamente al di sotto dello sbarramento)