Il comico sul suo blog allude a brogli elettorali con 'schede precompilate' e una vittoria di Renzi definita 'fantomatica'. Speranza e Richetti: "La batosta lo ha stordito, pensi piuttosto a utilizzare il consenso che ancora mantiene per fare con noi le riforme"

Prima fu il Malox. «Casa, Casaleggio, c'è il Malox anche per te» diceva Grillo nel video post elettorale sul suo blog. Poi è arrivato un comunicato con inversione a U incorporata, con un'analisi che parlava di risultato positivo per il Movimento che comunque, «partendo da zero», ha eletto un discreto numero di europarlamentari: «è la prima volta che succede», era la rivendicazione. I deputati ortodossi seguirono ovviamente l'evoluzione, diffondendo il verbo del leader: epico è stato il deputato Alessandro Di Battista che è rapidamente passato dallo scrivere «non ho mangiato per ore» all'esultanza.

Ora è invece Beppe Grillo ad allinearsi alle più bizzarre (ma diffuse) teorie a cinque stelle. Con un post sul suo blog parla di brogli, allude, e ricalca le tante teorie comparse in rete nella galassia a cinque stella subito dopo la diffusione dei risultati elettorali. Cita infatti, Grillo, una delle molte fonti su cui si informano gli elettori e i militanti del Movimento, il blog "La rete non perdona", testata che trasuda autorevolezza e che scrive: «Con la chiusura degli spogli e la percentuale fantomatica del 41 per cento al PD il sospetto di brogli è ragionevole».
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Le prove? Una su tutte: «In una giornata come quella di ieri dove l’affluenza alle urne è stata circa del 60 per cento e tenendo conto che gli elettori 5 Stelle per loro peculiarità vanno a votare, la perdita di 3 milioni di elettori è statisticamente molto improbabile». Non è una prova, e i flussi elettorali dicono l'esatto contrario? Non fa nulla. Basta mettere le mani avanti: «Ovviamente stiamo trattando dati statistici e applicando la logica, senza avere riscontri dimostrabili».

Non ci sono riscontri dimostrabili, quindi, ma vale comunque la pena alludere a scambi di schede votate con «schede pre compilate», suggerendo quindi l'adozione di un qualche sistema per «ridurre la possibilità di sostituzione» e poi di un altro per controllare scrutatori e presidenti di seggio. «Gomblotto!1!1!1!!!11» avrebbe aggiunto un troll, condividendo il pezzo, indignato, sui social network. E poco importa che l'articolo non sia firmato. È scritto sul blog di Grillo, è sicuramente vero. O come ha avuto modo di dire il guru Casaleggio al Fatto Quotidiano: «i nostri messaggi sono virali di per sé, dunque veri, e si diffondono da soli».

Un gol a porta vuota per Roberto Speranza, il capogruppo del Pd alla Camera: «La batosta elettorale ha talmente stordito Grillo» dice «che non riesce a farsene una ragione. Invece di evocare brogli, pensi a utilizzare il consenso che ancora mantiene per fare con noi quelle riforme che consentirebbero all'Italia di uscire dalla palude». Pensi insomma Grillo a fare le riforme, a «scongelare i suoi voti», come gli ripete sempre Matteo Renzi: «ma ho il fondato motivo di credere» continua Speranza «che lui, in quella palude che il Pd sta prosciugando, ci sguazzi volentieri».
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Sulla stessa lunghezza d'onda - e di sfottò - il renziano Matteo Richetti: «gli italiani tra chi voleva distruggere e chi sta cambiando verso a questo Paese hanno scelto di stare dalla parte di chi vuole costruire». Niente brogli, ovviamente. molto semplicemente gli italiani «il 25 maggio hanno premiato chi vuole fare e non chi, invece, vuole solo urlare». C'è l'hashtag, #Grillofattiunaragione: «Il risultato è netto. Metterlo in dubbio vuol dire solo offendere gli elettori. A volte il silenzio è d'oro».