Silvio Berlusconi assolto: "Il caso Ruby ha cambiato la storia del Paese, avevo ragione io"

L'avvocato Maurizio Paniz, passato alla storia per aver sostenuto l'incredibile tesi della nipote di Mubarak, con l'assoluzione dell'ex Cav. si prende la sua rivincita. Anche su Ghedini. "La Cassazione? lo assolverà in via definitiva"

E’ l’uomo che tre anni e mezzo fa, in un’attonita Camera dei deputati, sosteneva accorato, col suo tono cavouriano standard, che “Berlusconi telefonò in questura” perché “convinto” che “Ruby fosse nipote di capo di Stato”. E’ l’uomo che, malignavano allora, puntava (invano) ad assumere la difesa del Cavaliere: disposto per questo a sostenere l’insostenibile. Oggi, almeno, Maurizio Paniz, l’avvocato di Belluno che non è più in Parlamento ma difende Emilio Fede e Walter Lavitola, può dirsi vittorioso: “Con la sentenza di assoluzione al processo Ruby, ho avuto la mia rivincita. Finalmente coloro che hanno parlato senza prendersi la briga di studiare le carte, oggi devono tenere la lingua chiusa dentro i denti”. Bella consolazione. Ma parla con voce argentina, Paniz. Si direbbe che appena un gradino sotto la gioia di Berlusconi e dei suoi cari ci sia la sua. E non c’è neanche bisogno di chiederglielo, se consideri l’assoluzione una sua vittoria. Lo dice lui per primo. Si ricopre di gloria da solo.

“Quella sentenza è una vittoria anche mia. Certo. Contro quelli che in questi anni non hanno capito che se parlavo in un certo modo lo facevo a ragion veduta, essendo stato l’unico tra i parlamentari – con rispetto dei colleghi - ad aver letto tutti gli atti processuali arrivati alla Camera. Avendo molta fiducia nella giustizia e nei giudici, confidavo in una assoluzione totale. E infatti”.

Il costo, però, è stato passare alla storia come quello che diceva “Ruby nipote di Mubarak”.
“Guardi che io non ho mai dichiarato che fosse la nipote: ho solo detto che Berlusconi era convinto dell’esistenza di un rapporto di parentela. Sapevo perfettamente che era una tesi riscontrabile, precisa. C’erano le prove: le ha evidenziate anche Coppi nella sua arringa. Ruby si era spacciata per tale con le amiche, i datori di lavoro. E Berlusconi ne aveva anche parlato con Mubarak”.

Ah già: giusto per ricordarlo, cosa rispose il presidente egiziano?
“Che aveva in Italia una parente, che a sua volta aveva dei figli. Anche lui insomma aveva alimentato quel convincimento, evidentemente erroneo. Ma all’epoca Berlusconi ne era “legittimamente o illegittimamente convinto”, come dissi io in Aula con una espressione che, lo dico con umiltà, era assolutamente azzeccata ”.

Condanna pesante in primo grado, assoluzione piena in appello. Dopo quest’andamento a zig zag, come finirà?
“Guardi non è strano che sia andata così. Come ricordava Libero l’altro giorno, in un articolo intitolato “vince Coppi, perde Ghedini”, il 53 per cento delle sentenze di condanna in primo grado, viene modificato in secondo. E’ il prezzo che paghiamo giustamente alla democrazia”.

Cosa dirà la Cassazione, secondo lei?
“Confermerà la sentenza d’appello. E’ quello che ho sempre detto io, per anni”.

“Berlusconi finirà assolto come Unabomber”, dichiarò al dorso veneto del Corriere.
“Qualcuno mi diede anche del “visionario obnubilato dalla fedeltà al capo”. Lo ricordo ancora, ero alla trasmissione “Coffee break”. Ma sono sempre stato convinto che dal punto di vista processuale non ci fosse nulla”.

Beh, diceva che Berlusconi sarebbe stato assolto dalla Cassazione nel processo Mediaset. Invece è stato condannato.
“No, non l’ho mai detto . Non conoscevo le carte di quel processo”.

In un’intervista al “Giorno” disse di  credere nell’assoluzione.
“Quello era un convincimento basato sul fatto che la terza sezione della Cassazione si era già espressa due volte annullando sentenze basate sul principio del “non poteva non sapere”. Ma alla fine Berlusconi come sappiamo è stato giudicato dalla sezione feriale, il che costituisce una delle anomalie di quel processo”.

Berlusconi condannato l’estate scorsa, assolto in questa. Crede a chi dice che è cambiato il clima politico?
“Assolutamente no. I magistrati sono impermeabili al clima politico. Non ne ho mai visto uno permeabile”.

Lo dice ora di fronte all’assoluzione, o lo avrebbe detto anche in caso di condanna?
“Ho troppa fiducia nei giudici per pensare che si facciano condizionare da ciò che gli accade intorno”.

Quindi, almeno in questo, non è d’accordo col Cavaliere.
“Ci sarà certamente qualche magistrato che non merita la fiducia accordatagli dal Paese, ma si tratta di eccezioni”.

Pensa anche lei che questa sentenza sia una vittoria di Coppi e una sconfitta di Ghedini?
“Non voglio entrare in polemica con ciò che riguarda la difesa di Berlusconi. Per conoscenza tecnica ho stima di tutti, per metodologia di approccio al sistema giudiziario posso essere più vicino all’uno e più distante dall’altro”.

Non sia reticente, avvocato.
“Posso dirle questo: penso che Coppi e Dinacci siano due bravissimi professionisti, molto preparati. E’ stato un piacere poter assistere alle loro arringhe”.

Ah, ecco. Ritiene che con questa assoluzione Berlusconi possa dirsi riabilitato?
“Il caso Ruby ha cambiato la storia del Paese. È stato decisivo per la caduta del governo nell’autunno 2011 e ha dato di Berlusconi un’immagine ingiustificatamente negativa. Purtroppo, il corso del tempo lascia il suo segno. Berlusconi è riabilitato dal punto di vista umano e giuridico, ma la storia politica ha fatto passi irreversibili”.

Sta dicendo che Berlusconi non può essere più il leader di allora?
“Ma no. Berlusconi è in attualità il vero leader del centrodestra, e gli altri possono ritagliarsi ruoli diversi. Dico solo che nel frattempo sono passati tre governi non eletti dal popolo, mentre l’agibilità politica di Berlusconi è cambiata a causa di una applicazione aberrante, per via della retroattività, della legge Severino”.

E lei, Paniz, non ha sofferto di non poter vivere questa fase politica da dentro il Palazzo? Lasciato fuori proprio lei, quello della nipote di Mubarak.
“Guardi, vado molto orgoglioso della mia libertà di giudizio, e il tempo ha dimostrato la mia fedeltà”.

Perché, chi mai potrebbe aver messo in dubbio la sua fedeltà?
“Ghedini e Verdini, come lei saprà, insinuarono dubbi su di me al tempo della composizione delle liste. Ma non deve chiedere a me, vada a chiedere a Cicchitto, mio capogruppo di allora, che mi difese, o al segretario veneto Zorzato che disse che tutto il Veneto mi voleva”.

Tutto il Veneto, addirittura.
“Di certo, adesso mi sono preso una bella rivincita. E di questo sono molto contento”. 

La rivedremo in Parlamento?
“Mai dire mai”.

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