Il Coordinamento per la democrazia costituzionale, che raccoglie i critici alla riforma elettorale targata Renzi, presenterà ricorsi nelle Corti d'Appello di tutto il Paese. Adesioni in arrivo anche da sinistra Pd e Cinque stelle
di Susanna Turco
26 ottobre 2015
Una pioggia di ricorsi. Per seppellire l’Italicum nello stesso modo in cui è stato seppellito il Porcellum. E’ questa la mossa che si accinge a fare il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, fronte critico sulle riforme costituzionali targate Renzi costituito da associazioni, giuristi, organizzazioni politiche e sindacali. "Giovedì alla Camera annunceremo che vogliamo presentare ricorsi nelle corti d’appello di tutte le città capoluogo", spiega all’Espresso Felice Besostri, uno degli avvocati che presentarono il ricorso attraverso il quale la Consulta mandò in cantina il Porcellum.
Besostri, che è tra i coordinatori del "collettivo di giuristi" che predispone le eccezioni di legittimità - le quali saranno poi gestite a livello locale presso le varie Corti - spiega che i dettagli dei ricorsi saranno illustrati giovedì, ma conferma di fatto che uno dei punti su cui si proverà ad aggredire la legge è il premio di maggioranza, in rapporto con la soglia d’accesso. Il percorso immaginato è quello già seguito per il Porcellum: ricorsi alle Corti d’Appello che, se giudicati non manifestamente infondati, saranno spediti alla Consulta per il giudizio di legittimità costituzionale: "I ricorsi saranno presentati a titolo individuale, nella presupposizione che il testo dell’Italicum non abbia tenuto conto conto dei principi contenuti nella sentenza che ha stabilito l’incostituzionalità del Porcellum", spiega l’avvocato.
Variegato, ma ancora in parte indeterminato, è l’insieme dei soggetti che sosterranno l’impresa. Allo stato, del Coordinamento fanno infatti parte associazioni come l’Ars, Articolo 21, i Comitati Dossetti, Libertà e Giustizia, ma anche strutture sindacali come Fiom e Usb, e poi forza poliche come Rifondazione comunista, l’Altra europa con Tsipras, parlamentari di Sel e della sinistra Pd. Si attende giovedì per sapere chi altri aderirà all’iniziativa. Molto interessati, sin dall’inizio, al percorso di aggressione all’Italicum anche i Cinque stelle, che oggi hanno confermato di essere pronti a partecipare.
La pioggia dei ricorsi non è la sola battaglia messa in piedi contro l’Italicum. Dieci giorni fa, il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale ha infatti già aperto un primo fronte, presentando in Cassazione due quesiti referendari (su capilista e multicandidature, e sul premio di maggioranza) per avviare il complesso iter della consultazione popolare. Ma per ora su quel fronte è "tutto fermo", per il momento. Più rapida potrebbe essere la via del giudizio di legittimità davanti alla Corte costituzionale, qualora le Corti d’Appello decidessero di investire la Consulta della questione.