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Politica
febbraio, 2015

Salvate Renato Brunetta o vi taglio i fondi

Il governatore campano Caldoro minaccia: se cambiano i vertici della Fondazione Ravello, la Regione lascia. E apre la sfida politica per un ente con un patrimonio da cinquanta milioni di euro

“Il tempo è brutto, abbiamo problemi col dissesto idrogeologico, c’è stata una frana e la statale 163  è a rischio chiusura”. Il sindaco di Ravello Paolo Vuilleumier è un tipo mite e al telefono temporeggia. Sa bene che la splendida località arrampicata come un presepio sulla Costiera amalfitana rischia di essere inghiottita da ben altra voragine, quella economico-istituzionale.

L’ha aperta il governatore Pdl campano Stefano Caldoro con una lettera al Comune e alla Provincia di Salerno, enti di centrosinistra chiamati a eleggere, insieme alla Regione, il nuovo presidente della Fondazione Ravello: festival di eventi estivi tra i più importanti d’Europa. E contenitore di milioni di euro, almeno due l’anno. E che può contare su siti come l’Auditorium di Niemayer da 400 posti (del Comune), Villa Rufolo e Palazzo Episcopio (della Regione).




Presidente uscente con mandato triennale scaduto lo scorso 31 dicembre, è l’ex ministro berlusconiano alla Pubblica amministrazione Renato Brunetta. Che a Ravello ha messo casa e radici ormai da tempo. E qui si è anche sposato. Con il recente passaggio elettorale della Provincia al centrosinistra, lo scenario politico dei tre soci fondatori (Regione, Comune e Provincia) è mutato e la perduta maggioranza deve aver preoccupato non poco il presidente regionale del centrodestra. Al punto da fargli forzare la mano, insolitamente per il suo stile sobrio, con un comunicato che si traduce come un aut aut: o si continua con l’attuale gestione di Brunetta o la Regione esce dalla Fondazione.

Con buona pace dei milioni di euro fin qui assicurati agli eventi. “La proposta di mutare l’attuale governance – si legge nel documento inviato dal governatore - oltre a risultare incoerente con i precedenti impegni, suscettibile di pregiudicare il compimento della predetta strategia, nonché di dubbia legittimità ed opportunità se riferita a un esponente degli organi di governo dei soci fondatori, appare, peraltro, funzionale a una diversa impostazione progettuale, non condivisa da questa Regione e perseguibile senza un impegno diretto della stessa e delle sue risorse patrimoniali, ma piuttosto con l’eventuale partecipazione attiva degli altri enti locali della Costriera amalfitana e della Provincia di Salerno.

Ove confermata, la proposta indurrebbe, dunque, la Regione a recedere dallo status di socio fondatore della Fondazione Ravello e a riconsiderare le proprie scelte strategiche in materia di valorizzazione e promozione culturale”. La partita rilanciata da Caldoro, sembra in realtà ormai chiusa. E l’azione di forza del governatore ha il sapore di un azzardo in vista delle imminenti elezioni regionali che potrebbero lasciare il centrodestra in sella alla Regione. Potrebbero. Intanto, Paolo Vuilleumier, è l’uomo candidato a prendere il posto di Brunetta. Attorno alla consorteria del sindaco, ex albergatore eletto 4 anni fa con la lista “Insieme per Ravello”, ma anche tra i vicoli del paese, si respira la convinzione che la Fondazione Ravello finora abbia “espropriato” il comune che la ospita del diritto di gestire un patrimonio che tra l’Audorium di Niemayer, Palazzo Episcopio e Villa Rufolo si aggira intorno ai 50 milioni. E che la Fondazione sia diventata un avamposto di affari e intrecci tra i palazzi romani e la Costiera amalfitana.

L’Espresso la definì “la Cricca di Ravello”. Nell’agosto 2013 scoppiò un caso sui 4 milioni erogati dalla Regione alla Fondazione guidata da Brunetta. L’ex ministro si è sempre chiamato fuori dalle polemiche sostenendo di lavorarci gratis e “nel solco tracciato da Antonio Bassolino” che l’ha voluta. Il sindaco, dal canto suo, si descrive come “uomo del dialogo sempre” ma una lettera così gli lascia pochi dubbi. “Mi sono meravigliato, da Caldoro mi aspettavo una cosa più riservata.

Avremo modo di capire già in questi giorni, capire bene. Intanto nella Fondazione abbiamo insediato il consiglio di indirizzo, 11 componenti tra Regione, Comune, Provincia, Ente provinciale del turismo e ministero. Giovedì c’è una nuova convocazione in cui i soci fondatori potrebbero eleggere il presidente”. Cioè lui, Vuilleumier. “Ho accettato una proposta di candidatura istituzionale che potesse garantire tutti i soci, non ritengo che il presidente debba essere il sindaco di Ravello, ma per ora il mio nome poteva mettere d’accordo tutti in attesa di nuove indicazioni”. Quanto a Brunetta taglia corto: “E’ un nostro concittadino, ha assicurato che darà il suo apporto, chi vuole bene al territorio del resto vuole sempre bene, anche se non ha un incarico istituzionale”.

Oggi Caldoro sarà a Roma come grande elettore per l’insediamento del capo dello Stato, mercoledì ci sarà un incontro preventivo col sindaco.  Ci saranno molte cose da chiarire. Anche il ruolo di secondo Amalfitano, segretario e factotum della Fondazione, ex sindaco di centro sinistra passato sotto l’ala di Brunetta che gli ha consegnato le chiavi della governance. Grazie a Brunetta Amalfitano è diventato presidente del Formez Italia e suo consulente al ministero. Il suo mandato scade tra un anno. “La sua presenza imbarazzante? - dice ancora il sindaco. Potrebbe ma credo di no…”.

Se il primo cittadino smorza, l’aria resta tesa. Ne fa le spese anche l’informazione. Michele Cinque, direttore di Positano news, quotidiano on line di riferimento di tutta l’area della Costiera, accusa. “La Regione Campania è entrata a gamba tesa con una vergognosa lettera che è un attacco costituzionale contro altri enti che dovrebbero essere autonomi come la Provincia di Salerno. E considera con arroganza i piccoli comuni terra di conquista: Ravello, Amalfi, Positano, Cetara hanno diritto di governare sul proprio territorio. A noi di Positano news, che non guardiamo al colore della politica, alla Regione ci hanno messo alla porta”.

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