«L’Altra Europa nacque come progetto di superamento dei piccoli partiti di sinistra» dice l’eurodeputata Barbara Spinelli, già firma del quotidiano la Repubblica, eletta alle ultime europee con la lista Tsipras, L’Altra Europa, appunto, che però, secondo Spinelli, ha tradito il progetto originario. «Ho deciso di prendere le distanze da L'Altra Europa con Tsipras, nata in occasione delle ultime elezioni europee, e di conseguenza il mio statuto di europarlamentare cambia», spiega in una nota ufficiale, «sarà quello di indipendente nel gruppo Sinistra Unitaria Europea-Ngl».
Indipendente dunque, sì, perché Barbara Spinelli non lascia il suo seggio, lo stesso che quando accettò la candidatura disse che non avrebbe mai occupato. «Sono solo la garante delle lista» diceva in campagna elettorale, alimentando non poche polemiche, accusata di confondere gli elettori, chiedendo preferenze che avrebbe poi girato ad altri; la versione è però cambiata presto, alla conta dei voti: «Vado in Europa per il bene del Paese» spiegò, e perché «Sel» diceva, «non è affidabile». Di Sel era infatti il primo dei non eletti, il trentenne Marco Furfaro, che aveva raccolto quasi 24 mila preferenze (e che oggi preferisce non rilasciare dichiarazioni). E Spinelli, forse anche per il dibattito interno al partito di Vendola, allora animato da Gennaro Migliore (oggi passato nel Pd di Renzi), aveva deciso di andare a Bruxelles, per tutelare il processo di «unione della sinistra». Diversamente fece Moni Ovadia, anche lui candidato, che rinunciò, come annunciato, in favore di Curzio Maltese.
Per Barbara Spinelli questa è dunque la seconda giravolta. Ma la decisione è maturata negli ultimi mesi, ricchi di frizioni interne al gruppo dei garanti della lista Tispras. Lì, lo storico Marco Revelli ed altri, contrariamente a quanto avrebbe voluto fare Barbara Spinelli, hanno lavorato per la creazione delle liste unitarie alle regionali con Sel e pezzi del Pd, puntando
come già raccontato dall’Espresso ad aprire una costituente, a giugno, che unisca i pezzi della diaspora della sinistra. Impresa epica, sicuramente. Ma proprio il caso ligure, con la candidatura a presidente del civatiano Luca Pastorino, ha spinto Spinelli a scrivere, insieme a Guido Viale, sociologo, ex leader sessantottino, poi Lotta Continua, una lettera che lasciava immaginare questa ultima svolta: «La dirigenza di Altra Europa ha ignorato o misconosciuto uno dei cardini dell’appello istitutivo dell’Altra Europa» scrivevano i due sulla Liguria, «quello di non candidare personaggi che ricoprissero o avessero ricoperto cariche elettive o ruoli dirigenti in altri partiti nella passata e nella presente legislatura». Spinelli oggi aggiunge: «Non intendo contribuire in alcun modo a un’ennesima atomizzazione della sinistra, promuovendo o fondando un’ulteriore frazione politica. Continuerò a combattere le grandi intese, l’idea di un ‘Partito della Nazione’, l’ortodossia delle riforme strutturali, la decostituzionalizzazione della nostra democrazia. Nelle prossime regionali appoggerò tutti coloro che sono davvero e sino in fondo impegnati in questa battaglia».