Le elezioni, la lista nera e gli attacchi incrociati del partito democratico.
Le regionali del 31 maggio si sono trasformate in un tira e molla sui nomi. Per la prima volta la commissione Antimafia ha cercato di prevenire la nomina di politici con una fedina penale imbarazzante trasformando però la lista di «impresentabili» in un pasticcio all’italiana tra ritardi, intoppi e speculazioni politiche contro la presidente della commissione Rosy Bindi.
A quarantotto ore dal voto arriva, finalmente, la «black list» completa: sono diciassette.
Dopo i quattro candidati pugliesi che hanno annunciato di non ritirarsi è la Campania a fare il pieno: con tredici nomi e una concentrazione per la provincia di Napoli. Nessun nome nel mirino per Umbria, Marche, Toscana, Liguria e Veneto.
Tra i competitor con grattacapi con la giustizia c’è il candidato presidente del Pd Vincenzo De Luca, Antonio Ambrosio di Forza Italia, Luciano Passariello di Fratelli d'Italia, Sergio Nappi di Caldoro presidente, Fernando Errico di Ncd, Sandra Lonardi di Forza Italia, Francesco Plaitano di Popolari per l'Italia, Antonio Scalzone e Raffaele Viscardi entrambi di Popolari per l'Italia.
Domenico Elefante di Centro democratico-Scelta civica, Biagio Iacolare dell'Udc, Carmela Grimaldi della lista Campania in rete e Alberico Gambino della lista Meloni Fd.
Ecco una prima ricostruzione dei guai giudiziari.
Sandra Lonardi ci prova nel collegio di Benevento nonostante l’udienza fissata il prossimo tre giugno. La moglie dell’ex ministro Clemente Mastella nel 2008 venne arrestata innescando uno tsunami politico che provocò l’uscita del partito-famiglia Udeur dalla maggioranza di governo e la caduta dell’esecutivo guidato da Romano Prodi.
Accusata di concussione nei confronti del direttore dell’azienda ospedaliera di Caserta tre giorni dopo le elezioni ci sarà l’udienza. In quella inchiesta fu arrestato anche Fernando Errico nato nell'Udeur, poi passato al Pdl, e oggi candidato alfaniano. Stessi guai e stessa patente di impresentabile.
Risulta assolto dalla Cassazione perché il fatto non costituisce reato il vicepresidente del Consiglio regionale Biagio Iacolare, Udc (a sostegno di De Luca) finito qualche mese fa nel mirino della Dda di Napoli nell'ambito di un'inchiesta che vede coinvolti, tra gli altri, i titolari e fondatori della Sime costruzioni, attualmente in carcere in quanto ritenuti affiliati al clan Polverino.
A rischiare è anche Alberico Gambino, accusato di presunti rapporti tra politica e camorra durante il mandato da sindaco del comune salernitano di Pagani. Dopo l’elezione da consigliere grazie al record di 27 mila preferenze nel 2010 i guai giudiziari un anno dopo: arrestato per concussione, associazione a delinquere finalizzata allo scambio elettorale politico mafioso. In attesa dell’udienza della Corte di Cassazione si candida con il micro partito di Giorgia Meloni e Ignazio la Russa, Fratelli d’Italia.
Nello stesso partito Luciano Passariello: risultava tra i 17 indagati nell’inchiesta dello scorso ottobre della Dda di Cagliari sul riciclaggio in Sardegna del denaro dei Casalesi. Passariello avrebbe pagato - secondo i pm - una prima tranche per l’ingresso, decidendo poi di non completare l’operazione. Al passaggio societario nelle mani dei Casalesi, il consigliere regionale sarebbe stato rimborsato dai clan, così come avvenuto per gli altri tre soci sardi. Secondo le indagini della Guardia di Finanza, il giro di denaro per l’uscita dei quattro soci ammontava a 400 mila euro in contanti, di cui 130 mila a Passariello e 270 mila complessivi agli altri tre.
Antonio Ambrosio di Forza Italia è il ras politico di San Giuseppe Vesuviano, paese in provincia di Napoli. Nel 1992 era primo cittadino, l’anno dopo il comune fu sciolto per infiltrazioni mafiose. Sindaco (allora Pdl) anche nel 2009 quando la prefettura di Napoli decise di azzerare nuovamente il Municipio per condizionamento della camorra. Incandidabile alle politiche del 2013 applicando la nuova legge 94 del 2009 sugli scioglimenti degli enti per mafia.
Sergio Nappi della lista “Caldoro presidente” è l’ex capogruppo del Mir, il movimento che sostiene il Governatore in Campania. Nappi è stato indagato per questa frase:«Votatemi e fate campagna elettorale per me, altrimenti vi caccio dalla giunta”». Così nel 2010, secondo il pm l'allora sindaco di Monteforte irpino avrebbe "estorto" il sostegno per la rielezione.
Francesco Plaitano di Popolari per l'Italia nel 2008 finì in una storiaccia brutta: da candidato sindaco al comune di San Mango Piemonte direttamente in carcere con la pesante accusa di associazione camorristica.
Antonio Scalzone è rinviato a giudizio per reati associativi e candidato nella circoscrizione di Caserta nella lista "Popolari per l'Italia".
Dopo giorni di polemiche, distinguo e caccia (mediatica) all’uomo a rassicurare tutti è il premier Matteo Renzi:«Mai visto dibattito così autoreferenziale e lontano dalla realtà come quello sui candidati impresentabili. Sono pronto a scommettere che come tutti sanno ma nessuno ha il coraggio di dire nessuno di loro - nessuno! - verrà eletto. Sono quasi tutti espressioni di piccole liste civiche».
Smentito dalla commissione che ha inserito nella lista l’ex sindaco Pd di Salerno, costringendo la Bindi a precisare:«Proprio il fatto che comunichiamo i nomi l’ultimo giorno conferma che non entriamo nella competizione elettorale. Noi attingiamo da dati pubblici, non riservati. È una fotografia: dispiace un po’ che nessuno si sia scandalizzato in questi mesi e che c’è tanto scandalo se qualcuno fa una lista, abbastanza contenuta, per portare un elemento di chiarezza ai cittadini. Questa è una fotografia della qualità del personale politico che stanno votando».
Tutto lo stato maggiore fa quadrato intorno a De Luca che a caldo ha sparato:«Denuncio Rosy Bindi per diffamazione e la sfido a un pubblico dibattito per sbugiardarla».
È una corsa a difendere il candidato in pectore e attaccare la compagna di partito.
«Bindi sta violando la Costituzione, allucinante che si pieghi la commissione antimafia a vendette interne di corrente partitica», dichiara Ernesto Carbone, membro della commissione antimafia. Anche Francesca Puglisi (Pd) attacca:«Indecente utilizzo dell’Antimafia come strumento di vendetta politica». Il renziano Marcucci rincara la dose: «Contro gli impresentabili servono buone leggi. Imbarazzante e inutile lo show di Rosy Bindi».