L'Espresso ha pubblicato un documento autentico, ma l'atto ufficiale conteneva tre nomi sbagliati. Gasparri: «Voi giornalisti non avete colpe: l'errore l'ha commesso la prefettura di Roma. Ed è un errore grave»

«Ma vi rendete conto? Non ci possiamo più fidare nemmeno della prefettura...». La voce del  senatore Maurizio Gasparri è finalmente calma. Dopo una giornata di accuse, polemiche, telefonate e messaggi furiosi, ora è tutto chiaro: la prefettura di Roma aveva sbagliato a registrare i nomi degli amministratori della fondazione Italia Protagonista, presieduta da Gasparri. E ha consegnato a l'Espresso, che aveva chiesto gli atti di quella e di altre sedici fondazioni politiche, un documento ufficiale, in cui però la stessa prefettura aveva inserito dati errati. Quindi il nostro settimanale non ha falsificato niente: ha pubblicato un documento autentico, emesso proprio dall'ufficio della prefettura a cui la legge affida i controlli sulle fondazioni. Un atto ufficiale che però conteneva tre nomi sbagliati. Lo stesso Gasparri, che all'inizio aveva attaccato l'Espresso, oggi ha riconosciuto che «voi giornalisti non avete colpe: l'errore l'ha commesso la prefettura di Roma. Ed è un errore grave: non è possibile che un documento ufficiale accosti il mio nome a quello di tre religiosi che non c'entrano niente con la mia fondazione. E per fortuna non mi hanno accostato a qualche criminale...».

Il problema riguarda quelle righe che, nella lunga inchiesta giornalistica sulle fondazioni collegate a politici nazionali, identificano gli attuali amministratori della fondazione Italia Protagonista, di cui Gasparri è presidente. L'obiettivo dell'inchiesta era misurare l'effettivo livello di controllo pubblico sulle fondazioni dei politici. Quindi l'Espresso ha fatto istanza alle prefetture competenti di consultare tutti gli atti dell'apposito registro pubblico delle fondazioni. Per evitare errori di copiatura manuale, il nostro settimanale ha chiesto e ottenuto che fossero gli stessi funzionari della prefettura a identificare gli atti delle singole fondazioni, E ha pagato i dovuti diritti di cancelleria per ottenere copie autentiche di tutti i documenti. Oltre all'atto costitutivo della fondazione Italia Protagonista, che risale al 2 agosto 2010, l'Espresso ha chiesto, come negli altri casi, un documento aggiornato con i nomi degli attuali amministratori. I funzionari della prefettura di Roma hanno così consegnato ai giornalisti un documento, datato 26 novembre 2015 e intestato alla “Fondazione Italia Protagonista”, con i nomi di quattro persone indicate come amministratori in carica, tra i quali compare Gasparri come presidente e rappresentante legale. Quando il senatore ha contestato l'inchiesta, l'Espresso ha pubblicato su Internet proprio quel documento della prefettura, per dimostrare che i tre nomi citati nell'articolo erano stati trascritti fedelmente da quell'atto ufficiale. A quel punto anche il senatore Gasparri, come l'Espresso, ha chiesto spiegazioni alla prefettura di Roma, che oggi, dopo una mattinata di verifiche, ha riconosciuto l'errore.

Nella mail inviata nel pomeriggio di sabato 9 gennaio a L'Espresso, i funzionari prefettizi spiegano così l'origine dell'infortunio: «La prefettura di Roma utilizza da più di dieci anni un sistema informatico dove vengono inseriti i componenti degli organi amministrativi delle fondazioni che hanno ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica con contestuale iscrizione e attribuzione  di un numero d'ordine nel registro cartaceo delle persone giuridiche, secondo le disposizioni dell'art.3 del D.P.R 361/2000. Il sistema informatico, per la prima e unica volta, da quando è in uso - più di 10 anni -, ha per un mero errore tecnico, associato i componenti degli organi amministrativi di due fondazioni iscritte nello stesso giorno (6 giugno 2011), aventi un numero progressivo consecutivo ovvero l'802/2011- numero attribuito alla fondazione "Italia Protagonista"-  e l'803/2011- numero attribuito ad altro ente  denominato "Fondazione De La Salle Solidarietà Internazionale Onlus"».

L'errore della prefettura riguarda solo i nomi degli amministratori: Amilcare Boccuccia, Alvaro Rodriguez Echeverria e il loro confratello spagnolo (non nominato nell'articolo) sono in realtà dirigenti della fondazione religiosa De La Salle. Mentre invece tutte le altre notizie pubblicate da l'Espresso sull'atto costitutivo, sui soci fondatori e sui bilanci della fondazione Italia Protagonista risultano esatte, come ha riconosciuto lo stesso senatore Gasparri.

La risposta di oggi della prefettura mostra che non si è trattato di una semplice sostituzione di atti, ma di una specie di fusione: il sistema informatico, in altre parole, non ha registrato una fondazione al posto di un'altra, ma ha associato tre nomi sbagliati a quello giusto, nello stesso documento ufficiale, che appariva così intestato correttamente, con il numero esatto di registro (802), alla “Fondazione Italia Protagonista” e al suo effettivo presidente Maurizio Gasparri. Proprio per questo la stessa prefettura ha scoperto l'errore solo oggi. Anche se resta da capire quale baco o altro misterioso incidente abbia provocato questo errore. A questo punto c'è da chiedersi quale sia l'effettivo livello di attendibilità anche di quel minimo di controlli legali sulle fondazioni politiche che sono affidati proprio e soltanto alle prefetture.

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