Il cardinale: "Auspico che la libertà di coscienza sia promossa con una votazione a scrutinio segreto". Il governo: "Non è la Cei a decidere". Il premier: "Se ci saranno le condizioni sarà il presidente Grasso a stabilirlo"

Non c’è pace per le unioni civili, nemmeno a Senato chiuso. C’è infatti una nuova richiesta di voto segreto sul ddl: stavolta viene dalla Cei. Poche ore dopo il rinvio a martedì delle prossime votazioni in Aula sul ddl Cirinnà, torna infatti a intervenire il cardinale Angelo Bagnasco. Il capo dei vescovi entra nel dibattito delle Camere come forse mai aveva fatto, almeno in questi ultimi mesi: si augura, precisamente, che “la libertà di coscienza” sia “promossa con una votazione a scrutinio segreto”.

La richiesta arriva a margine della Messa per la Giornata del Malato, al termine di una lunga serie di auspici: “Ci auguriamo che il dibattito in Parlamento e nelle varie sedi istituzionali sia ampiamente democratico, che tutti possano esprimersi, che le loro obiezioni possano essere considerate”, dice il presidente della Cei, “e che la libertà di coscienza su temi fondamentali per la vita della società e delle persone sia, non solo rispettata, ma anche promossa con una votazione a scrutinio segreto”.

Anche il presidente del consiglio, intervenendo a Radio Anch'io, ha ribadito che il voto segreto «lo decide il Parlamento, e lo dico con stima per il cardinal Bagnasco, e non la Cei». Matteo Renzi, ha aggiunto che a lui «piacerebbe molto l'idea che un parlamentare risponda del voto che dà e lo spiega. Dopodiché il regolamento del Parlamento prevede il voto segreto e se ci saranno le condizioni Grasso e non la Cei deciderà».

Scrutinio segreto che, peraltro, giusto ieri il presidente del Senato Grasso non ha concesso nella votazione di una proposta della Lega, con l’argomento che le unioni civili, fondate sull’articolo 2 della Costituzione, non c’entrano nulla con il matrimonio, e quindi la materia non rientra tra quelle che hanno la garanzia del voto segreto secondo il regolamento del Senato. Sarà questa decisione a non essere piaciuta?

Le parole di Bagnasco, comunque, sono talmente forti da portare a una immediata replica da parte del governo. “Le esortazioni sono giuste e condivisibili, ma come regolare il dibattito del Senato lo decide il presidente del Senato. Non il presidente della Cei", dice il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Luciano Pizzetti, del Pd.

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