La procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla vicenda WikiLeaks. Il portavoce di Forza Italia Renato Brunetta continua a gridare al complotto e chiede una commissione d'inchiesta. Boschi: «Inaccettabile immaginare una attività intercettiva»., Ma le sue parole non soddisfano né il centrodestra né i 5 Stelle che chiedono l'intervento di Renzi in persona
Monta sempre di più il caso politico sulla notizia delle intercettazioni operate dalla National security agency su Silvio Berlusconi e alcuni membri del suo ultimo governo. Come già anticipato dall’Espresso è ora la procura di Roma a muoversi aprendo un fascicolo senza ipotesi di reato né di indagati, ma si parla di delitti contro lo Stato. Ad alimentare la cartellina, per ora, ci sono gli articoli di stampa,
le rivelazioni diffuse dal network internazionale e, in Italia, dall’Espresso. E così, forte degli sviluppi, il forzista Renato Brunetta non smette un attimo di riproporre quello che - in effetti - ha sempre detto, dedicando anche un libro (“Berlusconi deve cadere, cronaca di un compotto”) al presunto complotto internazionale ordinto ai danni del governo Berlusconi.
Dopo aver incontrato il responsabile dei servizi per palazzo Chigi, il sottosegretario Marco Minniti, Brunetta chiede ora una commissione d’inchiesta parlamentare. Dice che non gli basta l’impegno del governo, che a lui e al capogruppo al Senato Paolo Romani, ha comunque ribadito Minniti, che nelle prossime ore dovrebbe incontrare una seconda volta l’ambasciatore americano John Phillips.
Come Forza Italia dal centrodestra arrivano altre voci sdegnate.
Fabio Rampelli, ad esempio, avrebbe voluto almeno delle scuse: «Siamo sorpresi dalla risposta degli americani i cui rapporti di solida amicizia avrebbero dovuto prevedere almeno delle scuse formali», dice il deputato di Fratelli d’Italia, «spiare tutti sarà pure attività di routine per gli States ma non può essere certo di routine per l'Italia accettare che venga intercettato il capo del suo governo».
Anche il gruppo di
Giorgia Meloni è dunque affascinato dalla tesi del complotto, di «un golpe bianco»: gli americani e i tecnici della Bce da un lato e dall’altro, «Napolitano che brigava per imporre Mario Monti, con la compiacenza della Francia e della Germania».
Non soddisfano dunque per ora le parole, pur decise, che la ministra
Maria Elena Boschi ha pronunciato alla Camera, rispondendo proprio a un’interrogazione dei forzisti. «Sarebbe inaccettabile immaginare una attività intercettiva degli Usa verso un governo alleato agli Stati Uniti», ha detto Boschi, le cui informazioni sono dunque quelle arrivate dei giornali: «l punto di novità, laddove venissero confermate le indiscrezioni della stampa», ha continuato, «è l'attività svolta su soggetti collegati al governo italiano. Tutti gli elementi che dovessero uscire saranno prontamente comunicati in Parlamento».
Forza Italia, che non è rappresentata al Copasir, chiede anche di poter assistere alla riunione a cui interverrà Minniti: «Altrimenti dovremo pensare», dicono, «che la nostra esclusione dal Copasir non sia casuale».Le parole di Boschi comunque non bastano neanche al Movimento 5 stelle, con
Di Battista che chiede un intervento di Renzi in persona: «Deve dirci», dice il deputato, «se è vero che ieri gli Usa hanno risposto: “Non sorvegliamo senza validi motivi” trattandoci come servi». E se
Salvini allarga e dice che bisognerebbe rivedere la presenza Usa in Italia, per Sinistra Italiana è
Stefano Fassina invece a chiedere che sia l'Unione europea «a farsi sentire con un'unica voce, perché non ci possiamo permettere di essere trattati come fossimo l'ultimo degli statarelli di un territorio inaffidabile».