Parma e Assemini: il M5S alle prese col boomerang degli avvisi di garanzia
Come già sul primo caso Pizzarotti i dem cavalcano il cavallo giustizialista, e puntano il dito contro la nuova inchiesta sul sindaco di Parma e l’avviso arrivato al sindaco di Assemini. «Vogliamo far capire che governare è un’altra cosa rispetto a scrivere su un blog», dicono i dem
di Luca Sappino
8 giugno 2016
«Non c’è due senza tre, anzi cinque. Dopo gli amministratori pentastellati indagati a Livorno, Parma, Pomezia e Bagheria oggi tocca al sindaco di Assemini ricevere un avviso di garanzia». Il senatore del Pd Stefano Esposito mette così in fila i guai dei sindaci a 5 stelle, cavalcando quello che è sempre stato il cavallo di battaglia del Movimento: l’intransigenza sulle indagini.
«Il Direttorio continua a rimanere silente», continua però il senatore dem, «a parte quando non arrivano gli 'editti' contro i dissidenti per i quali si applica la doppia morale». Continua così la campagna elettorale a colpi di avvisi di garanzie e di reciproche accuse di doppiopesismo. «Per Pizzarotti», nota giustamente Esposito, «Di Maio non esita a ricordare che “se un politico viene indagato si deve dimettere”, sui sindaci allineati nelle stesse condizioni del primo cittadino parmense la pensa invece diversamente o quanto meno non si esprime».
«Con Assemini siamo a 15 comuni sui 17 amministrati dai 5 stelle in difficoltà per indagini, camorra e problemi amministrativi», è la domanda retorica di Esposito, «cosa dirà, e soprattutto, farà ora il Direttorio?».
Il caso è quello di Mario Puddu accusato da un dipendente di demansionamento. L’indagine parte quindi dalla denuncia dell’ex segretaria del Comune (26mila abitanti in provincia di Cagliari) Daniela Petricci, così come l’iscrizione nel registro degli indagati di Pizzarotti per l’alluvione del 2014 parte da un esposto del Pd e di un movimento di consumatori.
Non conta. L’occasione è ghiotta per la polemica, che in questi giorni è infiammata tra Pd e 5 stelle anche in vista dei ballottaggi. Il Pd usa infatti come principale argomento, anche per la rimonta romana, quello di un’inesperienza dei 5 stelle, e di una sostanziale impreparazione al governo: «Vogliamo far presente che governare è diverso che stare su un blog», è la strategia applicata perfettamente da Andrea Romano, ad esempio.
L’ex montiano ormai volto televisivo del Pd renziano, lo dice così: «Con Assemini siamo a 15 comuni sui 17 amministrati dove i 5 stelle hanno problemi: camorra a Quarto, disastri amministrativi e avvisi a Livorno, Parma, Pomezia, abusi a Bagheria. Con l'espulsione del sindaco a Gela, c’è proprio un po’ di tutto». «Fare guai nell'80% delle amministrazioni controllate è un record che la dice lunga sull'incapacità amministrativa dei 5 stelle», conta a spanne Romano: «La favola che loro sono diversi resiste solo sul blog».
Ha gioco facile il Movimento dalla sua a rievocare Mafia Capitale o i guai giudiziari più gravi che hanno colpito amministratori del Pd e a dire che «il Pd sta facendo di tutto per mascherare la batosta elettorale», come dice il capogruppo in Senato Stefano Lucidi. Ma sono vittime della loro stessa cultura, e quindi ora bisogna solo capire quanto la campagna dei dem influirà sull’esito dei ballottaggi. Quando influirà il caso Bagheria con le polemiche sulle case abusive che hanno investito il sindaco e l’assessore a 5 stelle, poi dimesso. Quanto peserà il sempre citato caso di Nogarin a Livorno, con le inchieste sull’azienda dei rifiuti, e quello di Pomezia dove il sindaco Fabio Fucci sarà pure stato archiviato (e su una vicenda che riguardava una sepoltura) ma per i dem basta il fatto che non abbia detto a tutti - né al Direttorio - dell’indagine a suo carico.
È una questione di affidabilità. E infatti i 5 stelle si preparano a reagire, pronti a far pagare il conto proprio a Pizzarotti. Perché prevedono, nel Movimento, che di avviso di garanzia ne arriverà presto un altro su un’inchiesta che riguarda la partecipata Parma gestione entrate. Pizzarotti nei giorni in cui la Guardia di Finanza perquisiva gli uffici ha detto che lui è il primo a voler far luce sulla gestione e scommette che da lì non arriverà nulla sul suo operato, ma per il Movimento - invece che spiegare che per un sindaco è frequente ricevere avvisi di indagini - è meglio ostentare purezza e andare avanti verso l’espulsione, soprattutto se dovesse andare avanti, la pratica, prima del 19.