Il Parlamento rischia di essere sommerso dai rifiuti

Nei giorni scorsi hanno scioperato gli addetti alle pulizie della cooperativa che si occupa del servizio a Montecitorio. Colpa dei ritardi nei pagamenti. E la protesta potrebbe presto estendersi

La Camera dei deputati sommersa di rifiuti? Nessuna evocazione populista, nessuna facile battuta sulla politica - per dirla con Rino Formica - “sangue e merda”.

Il 23 novembre a Palazzo sono per davvero andati in sciopero gli addetti alle pulizie, appaltate alla ditta Ati Segi-Gsi, contro le condizioni di lavoro imposte dall’azienda. La questione è addirittura arrivata sui tavoli dei tre deputati questori di Montecitorio, che gestiscono il bilancio e i contratti del palazzo, e del Garante scioperi, anche se il Parlamento non è un servizio pubblico essenziale tutelato dalla legge.

Le lamentele dei lavoratori, aderenti ai sindacati Cobas e Usb, riguardano il «sistematico ritardo nei pagamenti», ma anche problemi sull’orario e un generico «disagio lavorativo». Pare che la protesta potrebbe proseguire in crescendo, fino alla paralisi del servizio.

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