Voci dal palazzo

Quanto corre il centrista che rischia di restare senza poltrona

La paura di non essere rieletti agita i deputati e i senatori dei partitini in Parlamento. Così c'è chi cambia casacca all'ultimo momento e chi prova a resistere

di Susanna Turco   27 giugno 2017

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Sono scampati al micidiale sbarramento al cinque per cento, ma restano agitatissimi. Nemmeno l’asticella scesa ?al tre per cento - alla Camera ?dei deputati almeno - sembra sufficiente a placarne i tremori di mancata rielezione. Così, mentre a sinistra si strologano alchimie di listoni, più pragmaticamente ?i centristi in Parlamento sono già pronti a correre qua e là come formichine in cerca di alloggio. Facendo salire, ancora, il record di 495 cambi di casacca che l’associazione Openpolis ha contato dal marzo 2013.

L’effetto lo patirà soprattutto Angelino Alfano - non a caso pare abbia registrato ventiquattro nomi ?di partito, di cui tre nel 2017 - ?e anzi già si vede il risultato micidiale del trovarsi la sua Alternativa Popolare schiacciata tra gli appetiti di Berlusconi e quelli di Renzi: di recente, ha perso due senatori (Bilardi e Di Giacomo, migrati a Idea) e un deputato (Minardo, ?con Forza Italia), tra i prossimi ?si annovera il sottosegretario Cassano (lui smentisce, lo faceva anche Minardo). Anche l’ex azzurro Fitto, del resto, ha appena perso (in favore di Fi) uno dei suoi pilastri pugliesi: Rocco Palese.

Mirabile, in tanta agitazione, la pacatezza della componente Udc; in specie quella casiniana, persino placida. Il suo esponente di maggior spicco, Gianluca Galletti, ministro dell’Ambiente, commercialista, non s’è mai mosso dall’Udc e adesso subisce volentieri una blanda corte da parte dei renziani («Dai Gianluca», gli ha twittato Renzi per il G7). Subisce e ricambia («Io e Casini eravamo per lo Ius soli ?già nel 2000»), ?prezioso esempio ?di gattomortismo ?in politica.
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