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Politica
novembre, 2018

Borghesucci, radical-chic, rosiconi: il dizionario di ingiurie e derisioni di Lega e M5S

Il vocabolario dei politici al comando: una neolingua creata per scatenare la rabbia e viaggiare sui social. Gli insulti, usati come pietre per prendersi il Palazzo, ora vengono scagliati dal Palazzo stesso. Per poterci rimanere a lungo


Analfabeti, ipocriti, facinorosi, pseudo intellettuali, verginelle. Ogni stagione ha le sue parole, i suoi bersagli, i suoi insulti. Prima del ritorno di fiamma di oggi, ad esempio, «puttane» era epiteto tipico del tardo-berlusconismo, nei mesi delle olgettine e del Rubygate. Nel 1990 a punzecchiarsi su «puttane e impiccati» erano Indro Montanelli e Ghino di Tacco, alias Bettino Craxi. Nel 2014 la parola «puttane» ballava sui palchi a Cinque stelle,riferita però «a tutti i parlamentari italiani e alle loro puttane» (così la dedica dal palco di Fabrizio Moro, ospite di Beppe Grillo nel comizio romano a piazza San Giovanni per le elezioni europee).

Se chi parla male, pensa male (adagio morettiano, a sua volta manifesto di una passata stagione), come parla la maggioranza gialloverde? Come si insulta? E, di conseguenza, che idea ha del mondo? Ecco una rassegna che parte da una affermazione di Beppe Grillo: la convinzione che metà delle persone non capisca quel che ascolta.

Analfabeti. «C’è un analfabetismo di ritorno pazzesco. Il 45 per cento degli italiani capisce sommariamente quel che gli dici. Abbozza, farfuglia dei concetti, crede in cose incredibili» (Beppe Grillo, al comizio Cinque stelle del Circo Massimo, 21 ottobre 2018).

Avanti. «Molti, per strada, mi dicono di andare avanti» (Danilo Toninelli, ministro alle Infrastrutture).

Assassini. «Voglio farvi vedere il volto degli assassini politici della mia gente» (Luigi Di Maio, indicando Piero De Luca, figlio del governatore Pd Vincenzo, in campagna elettorale, 17 febbraio 2018).

Borghesucci (Voi). «Perché il Paese potesse cambiare era necessario che la borghesia si ricomponesse: non importa se il Tav Torino-Lione in Italia non esiste proprio, nemmeno un chilometro, quello che importa è che siete tornati voi borghesucci: manca solo Gaber a prendervi in giro e l’Italia sta tornando (forse) se stessa » (Beppe Grillo, una lettera al Fatto contro la Tav Torino-Lione, titolo Ode alla Borghesia).

Bugiardi. «Al governo in Francia e al governo a Malta abbiamo dei bugiardi in malafede, e alla commissione Ue abbiamo dei distratti, a Bruxelles gente che dorme» (il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini, a proposito di rimpalli sui migranti).

Colpa. «Il Pil è colpa del Pd» (Luigi Di Maio).

Colpevoli. «Non ve la prendete con i pubblici ministeri, hanno solo fatto il loro lavoro. Si sono sbagliati, tutto qui, ma non sono mica colpevoli. Come non è colpevole il Movimento che ha fatto benissimo a difendere Virginia. E chiaramente non è colpevole Virginia la quale ha affrontato questo processo a testa alta e oggi è stata assolta. Ma i colpevoli ci sono e non vanno temuti, vanno indicati affinché l’opinione pubblica venga messa in guardia. I colpevoli sono coloro che l’hanno insultata, calunniata. I colpevoli sono quei pennivendoli che da più di due anni le hanno lanciato addosso tonnellate di fango con una violenza inaudita» (Alessandro Di Battista su Facebook, dopo l’assoluzione della sindaca di Roma Virginia Raggi).

Conformisti. «Quanto conformismo, quanta viltà, si nasconde nella facile solidarietà» (Alessandro Di Battista, solidarizzando con Salvini e il suo stop agli sbarchi dei migranti, 7 luglio 2018).

Cretini. «È che non si sono messi d’accordo su chi doveva fare il cretino. #LaCenadeiCretini #CenePd» (Paola Taverna su Facebook, 18 settembre 2018).

Delinquenti. «Parliamo di un governo che è completamente collegato alla criminalità organizzata. I ministri o i parlamentari che si sono sottratti al proprio dovere sono dei delinquenti» (Carlo Sibilia sul governo Renzi, 8 aprile 2016).

Diabetici. «Se i piddini riuscissero ad organizzarsi (...) suggerirei loro di rimanere compatti ma suddividersi in gruppi in base alle patologie che colpiscono gli anziani: in testa i diabetici, afflitti da prostatite sulla sinistra del corteo, vittime Alzheimer e demenza senile sulla destra, problemi di osteoporosi in fondo al corteo: potrebbero rallentare» (post di Cosimo Ettorre, M5S consigliere comunale di Moncalieri, poi dimessosi, 1 ottobre 2018).

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Esecutori. «Non ci sono meri esecutori. Giuseppe Conte dovrà essere indipendente» (Matteo Salvini, una settimana prima dell’incarico a Conte, 23 maggio 2018).

Facinorosi. Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, a proposito di un gruppo di naufraghi appena salvati dall’annegamento: «Orgoglioso della @GuardiaCostiera italiana che con nave Diciotti ha preso a bordo 60 migranti che stavano mettendo in pericolo di vita l’equipaggio dell’incrociatore italiano Vos Thalassa. Ora avanti con indagini per punire facinorosi» (tweet, 10 luglio 2018).

Fanculo. «La sinistra, falsi e ipocriti, hanno abolito l’articolo 18 e poi stanno lì a ricordare Berlinguer e fare le feste dell’Unità in cui tagliano la salamella. Ma andate a fanculo!» (Alessandro Di Battista al comizio finale per il municipio di Ostia, 17 novembre 2017).

Fesso. «Se Salvini dice che non vuole passare per fesso, io non posso essere scambiato per bugiardo» (Di Maio, litigando con Salvini).

Giornalisti. «Nel giornalismo ci sono tante puttane e ancor più sputtanati». (Gianluigi Paragone, ex direttore della Padania, oggi senatore grillino, sul Blog delle stelle).

Guinzaglio. «Anche stavolta li abbiamo scoperti. Quelli del Pd erano riconoscibilissimi: signore con borse firmate da mille euro indossate come fossero magliette di Che Guevara e - accessorio immancabile - i barboncini a guinzaglio (ovviamente con pedigree)» (la sindaca di Roma Virginia Raggi su Facebook, dopo la manifestazione contro la sua amministrazione).

Halloween. «Raviolo di burrata, pomodorino piennolo del Vesuvio, pesto con basilico e pistacchi di Bronte. Alla faccia di Halloween! Dolcetto o scherzetto?? Cestino di meringa, crema alla vaniglia, marroni e panna fresca!» (Uno dei tweet sovranisti e alimentari del ministro dell’Interno Matteo Salvini).

Hitler. «Siamo abituati alla banalità, alla semplificazione di ogni cosa, quindi anche un periodo come la Seconda Guerra Mondiale con la sua complessità, noi siamo abituati a semplificarla con Hitler “male”, ebrei “poveretti” e basta, senza comprendere la complessità storica che ha portato i tedeschi a odiare gli ebrei e poi a incenerirli, per quanto ingiusto, però c’è sempre una complessità, dobbiamo sempre capire che la storia è fatta di uomini identici a noi». (Rocco Casalino, portavoce del Presidente del consiglio, in un vecchio filmato dove, precisa, faceva provocazioni).

Infangare. «E le false femministe nostrane, quelle a targhe alterne per intenderci, quelle che senza nemmeno rendersene conto sono le migliori amiche del più becero maschilismo, non hanno aperto bocca. Perché infangare un grillino per costoro in fondo non è mai reato!  (Alessandro Di Battista, sempre a proposito di Raggi).

Infimi sciacalli. «Il peggio di questa vicenda lo hanno dato la stragrande maggioranza di quelli che si autodefiniscono ancora giornalisti, ma che sono solo degli infimi sciacalli, corrotti intellettualmente e moralmente» (il vicepremier Luigi Di Maio, su Facebook).

Me ne frego. «Se a Bruxelles mi dicono che non posso fare questa manovra economica, me ne frego!» (Matteo Salvini, nel corso della Giornata mondiale del sordo a Roma).

Manina. «È accaduto un fatto gravissimo! Il testo sulla pace fiscale che è arrivato al Quirinale è stato manipolato. (...) Non so se una manina politica o una manina tecnica, in ogni caso domattina si deposita subito una denuncia alla Procura della Repubblica perché non è possibile che vada al Quirinale un testo manipolato! (Luigi Di Maio, via social).

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Manina 2. «Che ne so io della manina. Quando firmo un contratto, o approvo un decreto, lo mantengo. Non ci sono regie occulte, invasioni degli alieni, scie chimiche (Salvini, litigando con Di Maio, 18 ottobre 2018).

Merde. «Mafiosi, schifosi, siete delle merde, ve ne dovete andare , dovete morire» (Paola Taverna nel 2015, quando era senatrice e non ancora vicepresidente di Palazzo Madama).

Nevrotiche (malattie). «Siamo pieni di malattie nevrotiche siamo pieni di autismi. L’autismo è la malattia del secolo. L’autismo non lo riconosci, per esempio è la sindrome di Asperger. È pieno di questi filosofi in televisione che hanno la sindrome di Asperger» (Grillo nel comizio al Circo Massimo).

Oscurati (e contenti). Intervista sulla Verità al premier Giuseppe Conte. Domanda: «Le danno fastidio i due vicepremier così attivi e presenti, anche sul piano mediatico?». Risposta del premier: «Non mi sento per nulla oscurato. Al contrario: l’ho voluto, l’ho posto io come condizione. Penso che sia un meccanismo che funzioni bene, al di là di come viene narrato». Lo sente comunque come governo Conte? «Non è che lo sento: è il governo Conte».

Orfani (e pseudo-intellettuali). «Non mi lascio incantare dalle sirene degli orfani di “mafia Capitale”, da chi vuole il ritorno di Buzzi e Carminati; da chi vuole privatizzare le nostre aziende pubbliche come l’Atac; dai radical chic; dagli pseudo intellettuali che non hanno mai preso un autobus in vita loro o fatto la spesa al mercato»  (Virginia Raggi su Facebook).

Pillola. «Salvini percepiva questa potenza che emanava il mio fisico, come razza superiore alla sua... Allora si è avvicinato, timido, e mi ha detto “signor Grillo, c’è mia mamma al telefono la potrebbe salutare?”. Io a lei ho detto: “Signora, perché non ha preso la pillola quel giorno?”» (Grillo su Salvini, al Circo Massimo).

Puttane. «Oggi la verità giudiziaria ha dimostrato solo una cosa: che le uniche puttane qui sono proprio loro, questi pennivendoli che non si prostituiscono neppure per necessità, ma solo per viltà» (Alessandro Di Battista).

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Presunte simmetrie (Ci sta). «Questo governo, e non solo io personalmente, è per la libertà di stampa. Non dovete assolutamente temere. Ma come spesso voi attaccate violentemente noi, può capitare anche che voi veniate attaccati violentemente: ci sta» (Giuseppe Conte, presidente del Consiglio, 13 novembre 2018).

Presunti profughi. «Il nostro obiettivo è ridurre gli sbarchi e aumentare le espulsioni, tagliare i costi per il mantenimento dei presunti profughi e il tempo della loro permanenza in Italia» (Matteo Salvini,9 giugno 2018).

Radical-chic. «Io non ho nulla di cui scusarsi, se non si dovrebbero scusare quei radical chic che stamattina mi attaccano» (Luigi Di Maio, 13 aprile 2017).

Ragno. «È come a te che fa schifo il ragno, a me è così. Mi danno proprio fastidio. Mi dà imbarazzo. Non mi va di stare dietro ai vecchietti, ai bambini, ai down». (Rocco Casalino, portavoce del presidente del Consiglio, nel vecchio video, rispuntato ora, di una lezione di giornalismo - «volutamente provocatoria», ha precisato lui).

Rolex. «Chissà se un giorno verremo a sapere quanti Rolex ha ricevuto il ministro per scrivere questo decreto irricevibile?» (Carlo Sibilia, post della scorsa legislatura, 8 giugno 2017).

Rosiconi. «Mi auguro che presto tutte le nostre leggi vadano a regime, così da poter portare vantaggi a tutta l’Italia e naturalmente all’Irpinia. Questo il nostro compito. Dare tutto e fare il massimo. Un abbraccio a tutti, in particolare ai rosiconi» (Carlo Sibilia su Facebook).

Santo. «Ragazzi però chiamate una volta dopodiché semmai io vi richiamo, (...) perché io pure c’ho diritto a farmi magari due giorni… già mi è saltato Ferragosto, Santo Stefano, Santo Rocco, Santo Cristo… mi chiamate come i pazzi… cioè datevi una calmata, (...) non mi stressate la vita!»(audiomessaggio di Casalino, 17 agosto, pubblicato da il Giornale a ottobre).

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Scemo. «Per scemo non passo» (Salvini, in mezzo a un litigo con Di Maio).

Statista. «Io ero un cretino fino all’altroieri, adesso sono diventato uno statista» (Salvini alla scuola di formazione politica del Carroccio, 11 novembre 2018).

Verginelle. «Leggo che i soliti “sepolcri imbiancati”, recitando - tra l’altro male - la parte delle verginelle, si sono scandalizzati per le mie parole e per quelle di Luigi. “Di Battista e Di Maio attaccano la libertà d stampa...”» (Alessandro Di Battista, post su Facebook).

Zero. «La parola di Renzi vale zero» (Di Maio, dopo che l’ex premier l’aveva definito “bugiardo” e “sciacallo”, 16 agosto 2018).

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