Nel mondo reale che si muoverà l’iniziativa: «L'abbiamo chiamata staffetta, perché è un viaggio lungo tutta l'isola, passando attraverso le nove province. Porteremo con noi una "Sardina autostoppista", una sorta di fiaccola olimpica, partendo da Messina e arrivando a Palermo, dopo aver toccato molti comuni di ciascuna provincia».

Un viaggio che si unisce alla costruzione di una lista di priorità da affrontare, quasi un programma politico: «La necessità è denunciare il ritardo infrastrutturale della Sicilia e le questioni più urgenti, per questo motivo ogni tappa avrà un suo tema: il lavoro, il contrasto alla mafia, l’ambiente, il diritto alla salute, l’emigrazione e la solidarietà e l’accoglienza dei migranti».
Con la consapevolezza della realtà: «La Sicilia è una regione fondamentale per la storia di questo Paese. È stata troppo spesso sfruttata e violentata, storicamente, sia dal potere centrale sia dalla mafia e dai notabili locali, è rimasta indietro sul piano delle infrastrutture e sulle opportunità di lavoro e di crescita sostenibile. Ma è stata anche avanguardia culturale, avanguardia antimafiosa e anche oggi lo può essere».
Parte dalla Sicilia, lontano dall’Emilia, quella che sarà per tutte le Sardine la sfida nazionale del dopo 26 gennaio.