Fratelli d'Italia ha superato stabilmente la doppia cifra nei sondaggi. E questo apre ad alcuni scenari importanti. All'interno del centrodestra e non solo
Guardando le “curve” del consenso di Fratelli d’Italia nei sondaggi politici nazionali degli ultimi due anni emergono tre fasi. La prima, dalle Politiche del marzo 2018 fin verso le Europee 2019, in cui il partito di Giorgia Meloni si attestava piuttosto stabilmente intorno al 4 per cento delle intenzioni di voto. La seconda, che corrisponde al periodo successivo alle Europee di maggio dello scorso anno - che avevano già certificato una crescita per Fdi con il 6,4 per cento dei voti –, in cui era registrata tra il 6 e il 7 per cento. E una terza, che dura tuttora, cominciata con la crisi di governo dell’estate passata. In quest’ultima fase Fratelli d’Italia ha conosciuto una crescita costante, fino ad arrivare a sfondare l’11 per cento nelle ultime settimane. Chi ricorda le vicende della Seconda repubblica non può fare a meno di notare che sono valori analoghi a quelli di Alleanza nazionale (alle Politiche 2006, per esempio, il partito di Gianfranco Fini prese il 12,3 per cento).
L’espansione della base elettorale di Fdi non è visibile però solo nelle rilevazioni demoscopiche. Le ultime tornate elettorali, per quanto si trattasse di Regionali, hanno confermato un ottimo stato di salute del partito, anche in aree storicamente non troppo fertili per le liste di destra. In Emilia-Romagna la lista della Meloni ha ottenuto l’8,6 per cento con 186 mila voti (nel 2014 si era fermata all’1,9 per cento con appena 23 mila voti, complice la bassissima affluenza). In Umbria aveva sfondato la doppia cifra, con il 10,4 per cento e 43 mila voti, contro il 6,2 per cento e i 22 mila voti di quattro anni prima. In Calabria - dove i confronti sono resi più difficili dalla presenza di molte liste civiche e dalla fluidità delle candidature al Consiglio regionale - il risultato è stato il 10,9 per cento, oltre 84 mila consensi; cinque anni fa i voti erano stati appena 19 mila, pari al 2,5 per cento.
L’avanzata di Fratelli d’Italia nei sondaggi e nelle elezioni dell’ultimo anno può avere implicazioni rilevanti su almeno due fronti. Uno “interno”, quello del centrodestra, perché Fdi sembra compensare in buona misura il calo della Lega (ad agosto il partito di Salvini era al 36,8 per cento nella Supermedia YouTrend/Agi e quello della Meloni al 6,4 per cento, oggi sono rispettivamente al 30,7 e all’11,4: la destra sovranista, sommata, passa dal 43,2 al 42,1). Uno “esterno”, perché le curve del consenso di Fratelli d’Italia negli ultimi cinque mesi sembrano speculari a quelle del Movimento 5 Stelle. È ipotizzabile un sorpasso che porterebbe Fdi a diventare il terzo partito italiano?