Ma anche Platinette, il presidente di Pro Vita e l’infettivologa che vedeva nelle unioni civili la causa dell’Hiv. Ecco chi sono i 170 chiamati dal presidente della Commissione Giustizia Andrea Ostellari a esprimersi sulla legge contro l’omostransfobia

C’è la negazionista, il curatore, il gay in astinenza. La drag queen leghista, il figlio del leader di Forza Nuova e il perito agrario. È destinata a far discutere la lista dei 170 “esperti” presentata dal Presidente della Commissione Giustizia, Andrea Ostellari, che dovranno pronunciare un parere “tecnico” sul ddl Zan contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo.

 

“Casa Ostellari”, l’ha definita Monica Cirinnà riferendosi al numero altissimo di auditi che rischia di allungare i tempi di una discussione che ha subito freni e contraccolpi. Una mossa che “ha come unica finalità quella di affossare la legge” commenta Franco Mirabelli, senatore del Partito Democratico e capogruppo in Commissione Giustizia. A scorrere la lista però il colpo d’occhio è da baraccone ambulante per via dei nomi che poco hanno a che fare con l’esperienza tecnica-scientifica richiesta per esprimersi su un provvedimento di legge. Da Platinette (alias Mauro Coruzzi) a Nino Spirlì, presidente facente funzioni della Calabria ("Dirò negro e frocio fino alla fine dei miei giorni, la lobby frocia vuole toglierci le parole”).

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Tra i nomi spicca quello di Giorgio Ponte, richiesto dal centro-destra in quanto “scrittore”. Ponte è noto alle cronache per una lettera pubblicata dal settimanale Tempi nel 2015, l'uomo si era definito omosessuale e felice di non avere gli stessi diritti di tutti gli altri, affermando che la sua «condizione» avesse «cause psicologiche» e che necessariamente dovesse essere modificata o ignorata attraversare la totale astinenza.

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Ci sarà spazio anche per ascoltare Chiara Atzori, professione infettivologa, il centro-destra chiede dunque un parere su una legge di contrasto ai crimini d’odio a alla dottoressa che nel 2008 scatenò un mare di polemiche quando, dai microfoni di Radio Maria, sostenne che la “normalizzazione” dell’omosessualità (ovvero unioni civili e matrimoni egualitari) fosse la causa dell’aumento delle infezioni da HIV”. Chiara Atzori ha curato la prefazione del libro “Omosessualità maschile: un nuovo approccio” testo dell’americano Joseph Nicolosi, il padre di tutte le terapie riparative, e collabora con il gruppo Chaire, un gruppo di cristiani che vuole “confutare gli argomenti dei propagandisti dell’ideologia gay” e che dicono di poter rendere eterosessuali i gay.

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Dall’universo anti-Lgbt del Family Day non manca nessuno: c’è Toni Brandi, presidente di Pro-Vita e Famiglia. C’è Marina Casini per Il Movimento per La Vita. E ancora Jacopo Coghe sempre di Pro-Vita, Rachele Ruiu, di Generazione Famiglia. Immancabile Massimo Gandolfini, audito come neuro-chirurgo ma noto come portavoce del Family Day, nel 2015 offrì la sua soluzione al suicidio di moltissimi giovani gay a causa dell’omofobia: “Spingiamoli all’eterosessualità”.

 

L’omosessualità non è più ritenuta una malattia da 31 anni, in Aula al Senato tuttavia è prevista anche l’audizione di Tonino Cantelmi, psichiatra di area cattolica e vicino alle istanze del Family day e dei movimenti anti-gay italiani. Nel 2013 in un documento pubblicato sul sito dell’onorevole Paola Binetti, in merito al ddl sull’omofobia allora in discussione alla Camera dei Deputati (contro cui prese posizione), in un suo articolo dichiarava: «Nella sua attuale formulazione, questa legge potrebbe impedire un approccio clinico-terapeutico, ledendo la libertà di cura del medico e dello psicologo (fatte salve le prescrizioni già previste nell’ordinamento deontologico delle professioni interessate), e soprattutto del paziente stesso». Cantelmi, in seguito alla pubblicazione dell’articolo ha inviato a L’Espresso una nota in cui precisa: «All’epoca (2013, ndr)  la mia preoccupazione era circa l’impatto che la formulazione di allora avrebbe potuto avere sulla libertà di ricerca clinica. In effetti successivi emendamenti e cambiamenti hanno accolto le mie osservazioni e attualmente, tranne alcune problematiche terminologiche (identità di genere), non ho grandi riserve sull’attuale formulazione del DDL Zan». (La precisazione di Tonino Cantelmi)

 

Riccardo Cascioli, audito in qualità di semplice “giornalista” è in realtà direttore responsabile de “La Nuova Bussola”, sito ultracattolico che miscela complottismi gender e teorie no-vax. Alessandro Fiore, si presenterà in qualità di giurista. In realtà è militante di Pro-vita, figlio del più noto Roberto Fiore, leader di Forza Nuova. In questo girone di cariche omesse c’è anche la co-fondatrice delle “Sentinelle in Piedi”, Raffaella Frullone presentata nella lista come “giornalista esperta”.

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Gaetano Montante, infine si presenta a nome dell’ “Assemblea di Dio in Italia” sul proprio sito raccoglie video di presunti "ex-gay" prodotti da organizzazioni americane commerciali come la PPfox. Immancabili sono anche i vari link che rimandano ad articoli del Narth (National Association for Research and Therapy of Homosexuality) di Joseph Nicolosi al fine di sostenere che «l’omosessualità è un disturbo dell’identità Sessuale. Un disordine che può essere rimesso in ordine se l’individuo decide di riordinare la propria vita secondo il disegno del Creatore».

 

Massimo Polledri è invece ex deputato leghista. Viene presentato per le sue esperienze in psichiatria e neuropsichiatria con l’onlus “Umanitaria Padana”: “L'omosessualità può essere una condizione di infelicità che può anche essere reversibile” aveva sostenuto ai microfoni di Radio 24 nel 2012. Il 31 marzo 2011 in aula alla collega con disabilità Ilaria Argentin del PD urlò: “Stai zitta handicappata del cazzo”. E il 23 giugno 2011 sussurrò in diretta radiofonica a Pina Picierno, deputata del Pd, “Se ci caliamo le braghe noi, può esserci una bella sorpresa per te”.

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La lista continua, presente l’area femminista radicale rappresentata da Marina Terragni e Monica Sargetini. Il leghista Alberto Zelger, consigliere comunale leghista di Verona diventato noto per le dichiarazioni riportate dal rapper Fedez, sul palco del primo maggio: “Le unioni civili sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie”. Andrea Williams, capo della Chiesa Cristiana Evangelica d’Inghilterra noto per le sue posizioni conservatrici e omofobe. E c’è spazio anche per un perito agrario: Daniele Zampolini, presidente dell’associazione non proprio nota “Famiglia nel cuore”, che su Facebook conta 235 like.

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Aggiornamento del 26 maggio 2021

Nel testo sono state aggiunte le dichiarazioni dello psichiatra Tonino Cantelmi arrivate in redazione dopo la pubblicazione dell’articolo. Qui la sua precisazione integrale