Parla Giacomo Caliendo, senatore di Forza Italia: "Questa legge è più grave del codice Rocco, il codice del fascismo". È la prima battuta della giornata. Ce ne sarà un festival a Palazzo Madama, tutto dedicato al ddl Zan. Il bestiario politico offerto dal Senato parte da qui. Due giorni di discussione generale. Una giostra di accuse, insulti, complotti. C’è tutto: la fantomatica teoria del gender (che diventa fluid-gender o ghender a seconda del senatore), l’utero in affitto, la lentissima caduta dell’impero.
Perosino, anche lui senatore di Forza Italia, ha il fiato corto e la mascherina sotto il naso: "Conosco tanti gay che vivono la loro condizione con dignità. Questa legge è l'anticamera dell'utero in affitto. La diffusione della teoria gender e le trasformazioni dei bambini che sono contronatura". Fa una pausa e poi conclude: "Il ddl Zan è la costruzione di un concetto nichilista della società ha gli stessi sintomi della caduta dell'impero romano". Applausi e fischi. Il web segue questo spettacolo ogni minuto sorprendente in cui succede proprio quello che non ha logica: il capogruppo al Senato di Italia Viva, Davide Faraone accusa la senatrice del PD Monica Cirinnà di averlo messo alla gogna: “Mi ha ripreso mentre applaudivo Matteo Salvini. Chiedo provvedimenti”. Ignazio La Russa, oggi in Fratelli d’Italia, esprime solidarietà a Faraone e confessa che anche lui è stato discriminato “dai Cirinnà dell’epoca” per le sue idee politiche.
Tutti applaudono, tutti urlano. Il senatore Pillon, leghista e noto alle cronache per aver annunciato una “caccia alla stregoneria nelle scuole”, parla per 20 minuti. Forse per questo si confonde: "Con il ddl Zan si potrà dire che due uomini sono famiglia, due donne sono famiglia". Ma lo sono già. Per lo stato dal 2016, legge sulle unioni civili.
Dopo di lui interviene Tiziana Drago, ex cinquestelle, oggi in Fratelli d’Italia. Nel 2019 si presentò a sorpresa al Congresso delle Famiglie di Verona. Oggi fa parte dell’intergruppo parlamentare che raccoglie i sostenitori pro-vita e anti-lgbt: “Vita, Famiglia e Libertà”. Fa lunghe pause. Ogni tanto si inceppa e poi ricomincia sorreggendo un foglio scritto a mano: "Assistiamo a un'ingerenza governativa sul ddl Zan” la stoccata è diretta all’ex collega di partito, Barbara Floridia che sul proprio profilo Facebook ha sostenuto il ddl Zan per i corsi contro il bullismo omotransfobico: “La sottosegretaria all'istruzione ha pubblicato un post a favore dell'art.7. Non solo le istituzioni. Le produzioni cinematografiche e anche i cartoni animati hanno cercato a informare sul ddl Zan a senso unico".
Sonia Fregolent, senatrice Lega, fa riferimento all’istituzione della giornata contro l'omotransfobia prevista dalla legge Zan e già riconosciuta dall'UE e dall'ONU dal 2004, per ricordare il 17 maggio del 1990, giorno in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha depennato l'omosessualità dalle malattie mentali: "Perché non istituire una giornata contro l'eterofobia o l'orgoglio eterosessuale?".
La vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato e responsabile del movimento azzurro per i rapporti con gli alleati, Licia Ronzulli, fa sempre riferimento alla Giornata contro l’omotransfobia: “con l’articolo 7 si vorrebbe introdurre la teoria del fluid gender nelle scuole, una cosa che ci trova assolutamente contrari”. Da gender a fluid gender. Mentre Giampiero Maffoni senatore di Fratelli d’Italia vede nella legge: “Una discriminazione al contrario. Presentare il ddl Zan come una proposta per aggiungere altre discriminanti alla Mancino è fuorviante. Siamo sicuri che allungare l'elenco non costituisca un discrimine nei confronti delle altre: i senzatetto?"
L’intervento più infervorato è del senatore Vescovi anche lui Fratelli d’Italia: “Qual è il vostro intento? distruggere i valori?”. Non riesce a tenere la mascherina, interviene con una veemenza e un afflato che fanno temere i commessi: “Fermiamoci. Una bambina di sette anni è venuta a dirmi: si possono sposare due uomini o due donne. Ma dove lo hanno imparato. Lasciamoli giocare".
Calma è invece Nadia Pizzoli, leghista, l’incipit è semplice: "I bimbi hanno diritto a un padre e a una madre. Quando sono grandi vogliono sapere perché la madre li ha abbandonati e soffriranno moltissimo per tutta la vita. Non potete pretendere questo con l'utero in affitto. Fateli nascere normalmente". E continua: "Non siamo nell'ex unione sovietica dove i bambini venivano tolti dalle famiglie ed educati dal partito. I vostri desideri non vanno confusi con i diritti. Sono capricci ideologici e quindi mi opporrò con ogni mezzo a questa legge. Penso che ai bambini non vada assolutamente trasmessa l'ideologia gender. Ma cosa volete insegnare ai bambini se non c'è nessuna evidenza scientifica. E come affermassi che piovono patate e non acqua". Applauso. Uno. Quello della collega di banco.
Segue sul finale la senatrice leghista Raffaella Fiormaria Marina, di professione psicologa: "La scuola che non vorrà celebrare la giornata contro l'omofobia potrà farlo o sarà destinata a pagare questa libertà?” chiede “Chi osa obiettare finisce sotto processo. Della cosiddetta ideologia gender o ghender si è capito che anziché promuovere libertà di scelta, solleva dubbi sulla libera espressione. Chiunque potrà essere vittima di un procedimento penale, intercettazione o addirittura misure cautelari". Chiude per oggi Stefano Lucidi, senatore umbro alla seconda legislatura ex M5s oggi con la Lega: "Non abbiamo bisogno di modelli europei, di modelli trans europei ma ricordarci le nostre tradizioni e la nostra cultura". La discussione generale sulla legge contro l’omotransfobia riprenderà martedì 20, giorno in cui scade il termine di presentazione degli emendamenti al ddl. Attesi gli interventi del leghista Andrea Ostellari, del capogruppo del Carroccio Massimiliano Romeo e del leader Matteo Salvini. Lo spettacolo continua.