Politica
giugno, 2022

«Attaccato alla poltrona, al mega stipendio e al potere». Cosa avrebbe detto il Luigi Di Maio del 2017 a quello di oggi

In un video del gennaio 2017 contro i voltagabbana e a favore dell’inserimento del vincolo di mandato in Costituzione, Di Maio attaccava con parole durissime chi cambia partito e non si dimette

Riproponiamo qui il testo dell’intervento di Luigi Di Maio, senza modifiche redazionali, in seguito all’uscita dell’oggi ministro degli Esteri dal Movimento 5 Stelle, nonostante anni di battaglie contro i cambi di casacca.

 

In Italia, oltre ai furbetti del cartellino abbiamo i voltagabbana del Parlamento dal 2013 ad oggi ci sono stati 388 cambi di partito alcuni parlamentari, hanno cambiato partito anche 6 volte negli ultimi quattro anni. La terza forza politica del Senato e della Camera pensate è il gruppo misto. Solo alla Camera, siamo partiti all'inizio della legislatura con meno di 10 gruppi ed oggi siamo a oltre 18 e la maggior parte di questi non era neanche sulla scheda elettorale nel 2013. Un vero e proprio mercato delle vacche che va fermato.

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Per il MoVimento 5 Stelle, se uno vuole andare in un partito diverso da quello votato dagli elettori si dimette e lascia il posto a un altro come accade ad esempio in Portogallo, ma anche per consuetudine nella civilissima Gran Bretagna. In Italia invece se ne fregano: una volta che sono in Parlamento gli elettori non contano più nulla, quello che conta è la poltrona, il mega stipendio e il desiderio di potere. Molti governi si sono tenuti in piedi e hanno fatto approvare le peggiori leggi proprio grazie ai voltagabbana. Da Monti a Letta a Renzi fino a Gentiloni, le leggi più vergognose della storia della Repubblica si sono votate grazie ai traditori del mandato elettorale: pensate a Fornero, al Jobs Act, alla buona scuola.

 

Il MoVimento 5 Stelle per evitare tutto questo vuole che si rispetti il voto dei cittadini. Noi abbiamo applicato su di noi una regola chiara, senza aspettare un obbligo di legge. Chi non vuole più stare nel Movimento va a casa. Se non lo fa tradisce gli elettori causa un danno e quindi deve essere risarcito il movimento. È semplice, chiamatelo come volete: vincolo di mandato, serietà istituzionale, rispetto della volontà popolare.

 

A nessuno è negato il diritto di cambiare idea, ma se lo fai torni a casa e ti fai rileggere. Come al solito il Movimento 5 Stelle non ha aspettato una legge per cambiare il modo di fare politica. Anche i partiti facciano come noi. Ciao a tutti.

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