Calenda e Renzi hanno dato il benvenuto a Di Maio: “Un avvelenatore della politica”; “Con lui? Discorsi lunari”. Ma al ministro guardano anche i vari Sala, Brugnaro, Toti, Lupi, Mastella, Carfagna. Tajani: “Vedo tanti generali e pochi soldati”

C’è chi lo ha visto parlottare anche con Maurizio Lupi di Noi con l’Italia. Altri dicono che ormai passi più tempo con Bruno Tabacci che con i suoi collaboratori, e che abbia un filo diretto con il suo conterraneo Clemente Mastella. Certo è che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio oggi è corteggiatissimo da diversi volti che sognano, ancora, di creare il grande centro: “Di Maio con noi”, dice Mastella da giorni. E poi con il ministro degli Esteri che ha lasciato il Movimento 5 stelle parlano anche il sindaco di Milano Beppe Sala, i due alfieri di Coraggio Italia Luigi Brugnaro e Giovanni Toti. Quest’ultimi un po’ seccati con lui in fondo, perché con Di Maio è andato anche il deputato Antonio Lombardo che era in Coraggio Italia facendo scendere sotto la soglia dei 20 iscritti il gruppo del sindaco di Venezia e del governatore della Liguria alla Camera. Non proprio un buon inizio. Ma i due a Luigi Di Maio per ora perdonano tutto. Perfino Silvio Berlusconi manda messaggi di amore all’ex leader grillino: “È uno bravo”, ha detto ai suoi.  

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Tutti lo cercano, tutti lo vogliono. Ma se Di Maio pensa adesso di diventare il polo di attrazione per costruire il grande centro forse ha fatto male i conti. Perché nessuno, negli ultimi trent’anni, è riuscito a mettere tutti questi ex democristiani, o spiranti democristiani, sotto uno stesso tetto. E nemmeno a metterli d’accordo su qualcosa. Non a caso, nemmeno il tempo di annunciare il nuovo movimento, Insieme per il futuro, che subito proprio dal centro c’è chi ha iniziato a sparare a pallettoni contro Di Maio: «Io penso che una persona che ha avvelenato il dibattito politico, che ha chiesto l'uscita dall'Euro, che voleva mettere in galera tutti, che ha distrutto l'Ilva, che ha annientato il gasdotto con Israele... sentirlo fare i discorsi che gli ho sentito fare l'altra sera, in un Paese serio verrebbe preso a pernacchie. Io non do nessun credito a nessuna cosa dica Di Maio», ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, ospite di "Omnibus" su La7. Il giorno prima Renzi parlando di possibili alleanze con Di Maio aggiungeva: «Con lui? Mi pare un dibattito lunare, il grillismo è finito».

 

Clemente Mastella però è convinto che il grande centro si farà, con Mara Carfagna leader e dentro pure Di Maio. Proprio i due ministri campani da tempo vanno molto d’accordo e c’è chi sostiene che stiano progettando anche un piano B: il partito del Sud, un po’ come avevano tentato di fare nel 1996 Andreotti, Sergio D’Antoni e Pippo Baudo con Democrazia europea, con tanti peones meridionali.  Intanto sui social girano i meme del viso di Di Maio con il corpo di Giulio Andreotti. Da trent’anni si sogna il grande centro, la nuova Dc (che c’è già in fondo è l’ha fatta Salvatore Cuffaro). Nel frattempo come sempre litigano tutti perché , come dice Antonio Tajani, «al momento si vedono tanti generali e poche truppe».

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