Il personaggio
Veronica Atitsogbe, il simbolo della “rivoluzione gentile” di Verona
La neoconsigliera ha ventotto anni ed è stata la più votata nella lista del sindaco Damiano Tommasi che ha strappato la città a una Destra spaccata. Italiana di seconda generazione, vuole dare voce ai giovani
Ventotto anni, donna, nata a Verona da genitori togolesi, laureata in studi internazionali e fondatrice dell’associazione Afroveronesi. Veronica Atitsogbe è il nuovo volto della politica veronese, terremotata dalla vittoria di Damiano Tommasi. Sarà lei a presiedere la prima seduta del consiglio comunale di Verona in qualità di candidata più votata della lista del sindaco. «Vediamo come andrà la seduta, spero di essere all’altezza» spiega all’Espresso che la raggiunge con fatica, tempestata com’è di telefonate da tutta Italia e persino dall’estero, «mi rendo conto di essere un simbolo come lo è l’elezione stessa di Tommasi in questa città».
Atitsogbe è la prima italiana di seconda generazione a mettere piede nel consiglio comunale nella città veneta, fino a ieri simbolo della destra ultracattolica e sovranista. Siederà per un giorno sullo scranno più alto di Palazzo Barbieri finora occupato da Leonardo Ferrari, Fratelli d’Italia, e prima ancora da Ciro Maschio, deputato e coordinatore provinciale del partito di Giorgia Meloni.
La sua presenza non è una novità di poco conto. La sala consiliare di Verona è stata al centro dello scandalo del saluto romano esibito nel luglio 2018 dal consigliere Andrea Bacciga (eletto con la lista del sindaco Sboarina, poi passato alla Lega) alle femministe di ‘Non una di meno’ in una seduta in cui erano in discussione due mozioni contro l’aborto. Gesto considerato un reato dalla Procura di Verona e per cui sta affrontando un processo per violazione della legge Scelba. La stessa procuratrice di Verona, Angela Barbaglio, aveva sottolineato nel corso dell’udienza preliminare la gravità del gesto di Bacciga proprio per via della sua appartenenza politica al gruppo del sindaco Sboarina e di quella del presidente del consiglio comunale in carica in quota Fratelli d’Italia.
Atitsogbe è una dei cinque consiglieri sotto i trent’anni entrati in consiglio con Tommasi, ma è senza dubbio la più rappresentativa del nuovo corso della città scaligera. Prima d’ora non ha mai fatto politica, ma nel mondo del neosindaco scaligero è essenzialmente una virtù. «Perché ho deciso di candidarmi? In realtà ho sempre fatto un'altra forma di politica, l’associazionismo, che mi ha sempre rappresentato di più. Poi a un certo punto pochi mesi fa un compagno mi ha presentato Tommasi». E con l’ex calciatore della nazionale c’è stata subito intesa: «Ci siamo semplicemente incontrati un giorno in un bar di quartiere per parlare. È stata la persona di Damiano a convincermi più di ogni altra cosa. Mi ha colpito che fosse curioso e che sapesse parlare con la gente, ho capito subito che gli interessa la città». Tommasi l’ha coinvolta subito nel suo progetto.
Veronica Atitsogbe è stata la più votata al primo turno, con 329 preferenze nella lista ‘Damiano Tommasi Sindaco’. In consiglio ci tiene a portare la voce dei giovani «che hanno sofferto e si sono sentiti abbandonati durante la pandemia». Ma sull’anima nera di Verona non si fa illusioni: «Non credo che queste cose cambieranno». Anche se da domani ci sarà spazio per molto altro. «Abbiamo proposto un’idea sola, nuova, di Verona, ed è stato fondamentale» ha dichiarato Tommasi, che si prepara per l’insediamento di domani a Palazzo Barbieri, sede del Comune.
«Ora è il momento di girare pagina e questo non è mai facile, bisogna scrivere cose nuove e avere la forza di portarle avanti», riflette il nuovo sindaco. Con la scelta di Atitsogbe capolista, qualcosa di nuovo è già stato scritto.