Le risposte ai nostri quesiti di Susanna Camusso candidata al Senato collegio Campania 2 lista Pd Italia democratica e progressista
1 – Quali sono le due proposte irrinunciabili dell’agenda della sua coalizione da affrontare in Parlamento come prioritarie?
«Considero irrinunciabili le proposte dell’agenda della coalizione su due temi: il lavoro e la scuola. Innanzitutto il Lavoro, dignitoso e di qualità. Questo è l’obiettivo prioritario e irrinunciabile. Significa cancellare le forme precarie e introdurre il salario minimo. In queste settimane di campagna elettorale ho preso un impegno con gli elettori e le elettrici: se sarò eletta, tra i primi provvedimenti ripresenterò (fu infatti depositata in Parlamento accompagnata da oltre 1 milione di firme come legge di iniziativa popolare ma non è stata esaminata) la Carta Universale dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, perché serve ridare organicità e diritti alla legislazione sul lavoro. E vorrei presentare una proposta di legge sulla sicurezza sul lavoro: c’è una strage continua con le morti sul lavoro ed un silenzio assordante. Le vite devono valere sempre.
La seconda irrinunciabile proposta del programma è l’aumento dell’obbligo scolastico, introducendolo fin dalla scuola dell’infanzia. Creare opportunità ed eguaglianza per bambini e bambine è il primo tassello del contrasto alle diseguaglianze e alla povertà. Insieme all’estensione dell’obbligo, proprio come dice il programma, occorre pagare di più gli insegnanti e, aggiungo, rinnovare da subito il contratto nazionale».
2 – Se sarà eletto o eletta, come pensa di costruire e mantenere un dialogo continuo con il proprio territorio di elezione? Quanti giorni, ore, settimane dedicherà al proprio territorio? In che modo relazionerà sull’attività svolta? In quali luoghi?
«Con la riduzione del numero dei parlamentari, è ancora più necessario che deputati e senatori mantengano stretto il legame con il territorio che li ha votati. Per questo, qualora eletta, sarò presente regolarmente nel mio collegio, ogni volta che il calendario parlamentare me lo consentirà. Per svolgere bene il compito che mi potrebbe essere assegnato, il rapporto con gli elettori e le elettrici del territorio sarebbe non soltanto doveroso, ma indispensabile. Mi impegno naturalmente a rispondere ad eventuali sollecitazioni ed istanze che provengano dal mio territorio di elezione e ad organizzare periodici incontri pubblici in tutto il collegio, partendo dalle aree interne, sempre più spopolate e che si sentono abbandonate. Ma la vera scommessa, che andrà esercitata con altre ed altri parlamentari eletti, è quella di ridare rappresentanza politica nazionale al Mezzogiorno, contrastare le idee di differenziazione nel Paese. Per questo oltre a rendere conto dell’operato in un collegio molto vasto e con tante e diverse contraddizioni, l’obiettivo più forte è costruire una voce del Sud dotata di una visione programmatica e unitaria, che sia autorevole e capace di farsi ascoltare».
3 – Chi sono i finanziatori della sua attività politica?
«La mia attività politica è finanziata da singoli cittadini che hanno effettuato donazioni alla mia campagna, ma spesso hanno anche scelto di mettere a disposizione il proprio tempo e competenze su base volontaria, prendendo parte in prima persona alla campagna elettorale. Data la mia precedente esperienza, che ha avuto carattere nazionale, sono onorata di aver ricevuto contributi da tutta Italia e non soltanto dal collegio dove sono candidata. Ho scelto una campagna elettorale sobria, senza sprechi né sfarzi, concreta anche negli strumenti di “propaganda”: fondamentalmente volantini e sponsorizzazioni sui quotidiani locali online, indispensabili a far conoscere il proprio programma e gli impegni assunti. Una campagna che affianca quella della lista Italia democratica e progressista, ma molto intensa per iniziative e negli incontri nel collegio».
4 – In che modo si impegna a rimanere libero o libera da interessi e condizionamenti?
«Rimanere liberi da interessi e condizionamenti significa innanzitutto scegliere di rappresentare quelle donne e quegli uomini che in campagna elettorale, e non solo, manifestano il disagio per condizioni sempre più difficili, volontà di cambiamento, e capacità di progettazione. Ma nessuna neutralità: è tutta una vita che cerco di rappresentare le esigenze e gli interessi di lavoratori e lavoratrici e non cambierò per nessuna ragione. Non è corporativismo, ma rafforzare una scelta di vita: stare con il lavoro e la giustizia sociale. Non interessi “privati” ma collettivi. Restando saldamente ancorata alle esperienze e alla pratica del movimento delle donne e del femminismo intersezionale, unendo diritti civili e diritti sociali: perché quando si dividono diventano diseguaglianze. Un principio per me irrinunciabile: la dimensione del “noi” e non dell’io».
5 – Cosa ha fatto di concreto nel territorio nel quale è candidato?
«La mia candidatura è una di quelle cosiddette “nazionali”, perché la mia storia è nel sindacato, dalla categoria al territorio fino alla segreteria generale della Cgil. Il mio impegno nelle lotte per il lavoro, delle numerose vertenze seguite in questi anni, purtroppo contrassegnati da processi di deindustrializzazione, ha però sempre avuto ricadute concrete nel territorio, anche nel collegio in cui sono candidata. Interventi e vertenze non astratte e che richiedevano una visione del Mezzogiorno. Penso ad esempio al progetto che avevamo elaborato, “Laboratorio Sud”; agli interventi specifici di fronte al disastro dell’alluvione a Benevento, alla ripartenza delle aziende, alla lotta per la salvaguardia della produzione di autobus a Grottaminarda... Tante lotte e una continua ricerca di risposte che avevano bisogno di una sponda in Parlamento oltreché nel governo: sponde spesso difficili da trovare. Credo che anche queste esperienze mi aiuteranno- se sarò eletta- a definire come agire al meglio nel lavoro parlamentare».