Elezioni 2022
Il grande flop di Matteo Salvini, tradito dal Nord e mollato dal Sud
Le mappe elettorali elaborate da Youtrend mostrano la debacle del Capitano: Lombardia, Veneto e Piemonte hanno votato Fdi, da Napoli in giù leghisti scomparsi. E in mano gli resta un misero 8 per cento. Ma lui non molla perché i gruppi parlamentari sono stati costruiti a sua immagine
Mollato dal Nord e in particolare dal Veneto, e stramollato dal Sud. I flussi elettorali elaborati da Youtrend e presentati alla società di lobbying Cattaneo Zanetto lasciano spazio ai dubbi. Perché dietro il tonfo della Lega di Matteo Salvini, che non arriva nemmeno al dieci per cento ed è tallonata da Forza Italia, c’è il fallimento totale di una strategia, quella del Partito della nazionale, e una bocciatura sonora del suo vero popolo, quello del Nord. Fratelli d’Italia ha doppiato la Lega in Veneto, e superato abbondantemente il partito di Salvini anche in Lombardia e Piemonte: «Segno che Meloni ha fatto presa sui piccoli imprenditori e sui commercianti e artigiani del Nord, la storica vera base della Lega», dice Lorenzo Pregliasco di Youtrend. A tradire il Capitano è invece il popolo di Luca Zaia, il governatore del Veneto: alle ultime regionali la lista del presidente aveva superato la Lega. Ed è evidente che questo voto adesso non è andato certo al partito che comunque è passato dal 17 per cento del 2018 all’8 di questa tornata elettorale dimezzando i voti.
Ma a fallire è stata anche la strategia di Salvini nel Mezzogiorno. Dopo anni passati a imbarcare pezzi di classe dirigente centrista al Sud, il risultato alle urne di quello che doveva essere l’embrione del partito della nazione è stato pessimo: da Roma in giù nel centrodestra la Lega è solo il terzo partito, dietro Fratelli d’Italia e Forza Italia. E in termini generali tra o grandi partiti nazionali è ultima nel meridione dietro anche a Partito democratico e soprattutto 5 stelle, che sono stati il vero argine allo straripamento della destra evitando maggioranze autosufficienti in Parlamento per cambiare la Costituzione.
Al di là della resa dei conti nel partito, tutt’altro che facile grazie alla creazione del partito Lega Salvini premier diviso in 20 partiti regionali e con uno Statuto che di fatto non consente di mettere in discussione il leader a meno di sue spontanee dimissioni, ecco al di là della resa dei conti tutta da vedere comunque Salvini ha fallito e la sua strategia è stata pessima, risultati alla mano.
Salvini dal canto suo non dà segni di cedimento dalla poltrona di capo della Lega: «Il voto di ieri è un voto che ha detto che il governo uscente tante cose le ha sbagliate. Noi compresi, perché eravamo scientemente parte del governo uscente. Gli italiani hanno premiato chi ha fatto opposizione e chi ha fatto cadere il governo Draghi. Abbiamo parlato per settimane dell'agenda Draghi, ma mi sembra che il parere degli elettori sia chiaro ed evidente».
Chiaramente come raccontato da L’Espresso Salvini avrà dalla sua i gruppi parlamentari: una truppa di oltre 90 tra deputati e senatori, quasi tutti suoi fedelissimi. E da questa base, c’è da scommetterci, il Capitano tenterà di rilanciarsi e di restare a galla.