Sbarrati
«Il nostro progetto è solo all’inizio. Siamo radicati sul territorio, rispondiamo ai bisogni reali delle persone. E siamo giovani». Il racconto della notte dello spoglio con gli attivisti della formazione guidata da Luigi de Magistris e sostenuta dalle sinistre europee
di Chiara Sgreccia
Napoli sembra deserta sotto la pioggia battente. La prima domenica d’autunno cambia il volto di una città abituata a essere piena di vita. Verso le 22 sono pochi i passanti lungo le vie strette che collegano la stazione di Montesanto, capolinea delle linee ferroviarie Cumana e Circumflegrea, a Sanità, rione storico in cui si mescolano senza riguardo cultura, fascino e emarginazione sociale. Per la maggior parte sono residenti che tornano a casa. Parcheggiano le auto e gli scooter così a ridosso del marciapiede che diventa difficile passare.
A rompere la quiete surreale c’è il comitato di Unione Popolare. Sono tutti giovani, ricchi di voglia di fare. Tanti arrivano da fuori città nonostante i disagi dovuti al maltempo. Altri mancano perché sono impegnati ai seggi per le operazioni di voto. «Il più vecchio stasera ha 42 anni», spiega Salvatore Prinzi, dell’esecutivo nazionale di Potere al Popolo. Mentre parla gli squilla il cellulare. È Christian Rodriguez, il responsabile delle relazioni internazionali de La France Insoumise che sta arrivando per supportare Unione Popolare, anche durante l’attesa dei risultati delle elezioni.
«Unione popolare è un progetto di lotta contro il fascismo. La sinistra storica ha tradito il popolo e né la socialdemocrazia né il centrodestra sono in grado di rispondere ai bisogni reali delle persone. Unione Popolare sì, se mantiene fede alle sue idee», ci tiene a sottolineare il braccio destro di Jean-Luc Mélenchon, leader de La France Insoumise, il partito che durante le presidenziali in Francia dello scorso aprile ha ottenuto più del 20 per cento dei voti.
«Malgrado la debolezza delle forze di sinistra in Italia in questo momento siamo venuti qui a dare il nostro sostegno perché anche noi siamo stati piccoli. Poi, invece, siamo riusciti a crescere e pensiamo che lo stesso possa succedere a Unione Popolare. L’idea è di continuare a combattere insieme contro i fascismi. Siamo sempre presenti per portare un’altra visione del mondo, più giusto, più equo, più umano», aggiunge Philippe Coussy che ha 23 anni ed è corresponsabile delle relazioni internazionali de La France Insoumise.
Quello della sinistra francese non è l’unico endorsement che il partito di Luigi de Magistris, ex sindaco di Napoli, ha ricevuto nel panorama internazionale durante la campagna elettorale. Anche Pablo Iglesias, fondatore del partito spagnolo Podemos, e Jeremy Corbyn, ex leader del partito laburista britannico, hanno dichiarato apertamente di sostenere il progetto che ha dato vita a Unione Popolare.
Un progetto che è solo all’inizio. Anzi che per ora ha mosso solo il primo passo visto che è nato lo scorso luglio e che in poche settimane, durante il periodo estivo, è riuscito a raccogliere più di 60 mila firme per partecipare alle elezioni. Grazie al sostegno della popolazione e dei militanti che sono mesi che lavorano senza sosta perché, come raccontano, non si aspettavano di dover iniziare la campagna elettorale così presto, per la caduta del Governo Draghi.
«Un progetto che vuole ricostruire le forze di sinistra del paese», commenta Irene di 23 anni. «Che parte delle persone, dai territori, e vive grazie a questi. Ecco perché è impossibile che si fermi. Siamo nei centri delle città, in continuazione chi incontriamo ci spiega i problemi con cui si interfaccia ogni giorno: dal diritto alla casa, alla necessità di un permesso di soggiorno per restare in Italia. Fino al bisogno d’aiuto che ha per fare la spesa. Per questo le iniziative che portiamo avanti sono moltissime», aggiunge Benedetta che di anni ne ha 26.
Ricostruire l’Italia di cui abbiamo bisogno è il fulcro del programma di Unione Popolare. Concreto e visionario insieme che, si legge nel testo, «intende riportare l’umanità al centro. E considera prioritario il diritto alla felicità». Come quella che si vede nello sguardo di Viviana, che ha compiuto 18 anni due giorni fa e arriva subito dopo aver votato. «Sono emozionata - confessa senza timore - anche perché quello per cui ho votato è quello in cui credo davvero. I giovani non sono disinteressati alla politica. Semplicemente non ci ritroviamo nei partiti che sono stati al Governo negli ultimi anni, perché non hanno mai fatto niente di concreto per noi».
L’entusiasmo non si spegne, nel Comitato di Unione Popolare, neanche quando le proiezioni dicono che il partito guidato da de Magistris non ha superato la soglia di sbarramento del 3 per cento per entrare in Parlamento. Anzi, come spiega Giuliano Granato, portavoce nazionale di Potere al Popolo e candidato alla Camera per Unione Popolare, che compie 36 anni proprio mentre è in diretta Instagram con L’Espresso, «la questione di fondo è che chi governerà, quindi la coalizione di centro destra, non risponde ai bisogni della gente. Quindi noi abbiamo ancora molto lavoro da fare per diventare il riferimento di tutti quelli che, anche se non ci hanno votato, hanno bisogno di risposte».
Al crollo dell’affluenza, soprattutto al Sud e in particolare a Napoli che è il capoluogo con la percentuale peggiore d’Italia, Unione Popolare reagisce con la voglia di rimboccarsi le maniche. Da subito. «Già da domani - conclude Granato - perché continueremo a denunciare che i costi dell’economia di guerra e della speculazione finanziaria non devono ricadere sui lavoratori».