Il caso
«Vogliono distruggere le nostre tradizioni alimentari», strepita la maggioranza. Ma è falso. È l’ultima arma di distrazione di Fratelli d’Italia e Lega. «Alimentano solo paura e disinformazione» replica Brando Benifei del Pd. Ecco cosa prevede davvero la normativa sugli alimenti con gli insetti
di Simone Alliva
La destra sotto i riflettori. Grilli, larve e locuste in azione. Si assiste da qualche tempo a una prova sperimentale di populismo scientifico. In principio era stata la trasmissione “Anni 20” andata in onda su Rai2 ad allarmare, con un pizzico di ironia, i telespettatori: «Cosa offre oggi la casa? Una selezione di tarme essiccate a colazione, una tazza di latte ai piselli per merenda e a fine cena un gustoso biscotto alla farina di vermi inzuppato in un bel calice di vino annacquato. Un film dell’orrore? No, è il menu à la carte prossimo a essere gentilmente offerto dall’Unione Europea. Eh già, ce lo chiede l’Europa di mangiare da schifo», recitava il servizio andato in onda sulla tv di Stato.
Era il 2021 e questi due minuti suscitarono attacchi a sinistra ("disinformazione", "antieuropeismo", "sovranismo") e alzate di scudi a destra, tra questi quelli dell’attuale Presidente del Consiglio.
Il "via libera agli insetti" diventa per la leader di Fratelli d'Italia quasi un'ossessione, ripresa più volte sui suoi canali social.
Su questo tema la destra negli ultimi mesi ha forzato le tinte. La tecnica è vecchia: chi governa, specie se non governa, cerca di accendere fuochi di indignazione altrove. Siamo passati dall'indimenticabile "comunisti che mangiano i bambini”, all'altrettanto scenografico “L’Europa vuole farci mangiare i vermi”. In pole il vice-premier Matteo Salvini: «Polvere di grillo… No, grazie. Se qualcuno in Europa ha piacere a mangiare insetti faccia pure, per i miei figli preferisco i sapori e i profumi della nostra terra e li difendo. E voi?».
E gli altri, appunto. Dentro questa guerra all'UE matrigna, il match che passerà agli archivi, se non proprio alla storia è quello tra l'ex ministro dell'Agricoltura Gian Marco Centinaio e Nicole Kidman, con il primo che ha contrapposto una bella bistecca al cibo insettivoro promosso dall'attrice.
Senza contare l'apocalittico attacco lanciato di Maria Cristina Caretta, deputata di Fratelli d'Italia e vicepresidente della commissione Agricoltura a Montecitorio: «L'introduzione dei grilli in polvere come alimento in Ue, decisa da parte della Commissione europea, fa parte del disegno volto a distruggere le nostre tradizioni alimentari, l'eccellenza della dieta mediterranea e del Made in Italy».
La propaganda populista stretta ai nodi dei social network fa giri immensi. Si agita anche il fior fiore dell’intellighenzia di destra. Tra questi l'astro nascente Francesco Giubilei, presidente della fondazione Tatarella e collaboratore del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, punta il dito contro i "burocrati di Bruxelles"
Ma cosa c’è dietro quel “ce lo chiede l’Europa”?
Edmondo Berselli scriveva che nella storia della destra ci sono «battaglie talmente finte da essere diventate tremendamente vere», dato che gli italiani non hanno mai avuto il muso duro di andare a vedere la finzione. Eppure per vederla, basta entrare proprio nel Palazzo di vetro del Parlamento Europeo e leggere questa storia, carte alla mano, dall'inizio.
Di vero c'è che nel mercato europeo, a partire dal 24 gennaio 2023, sono entrati a far parte cibi a base di farina di insetti e nello specifico di polvere sgrassata di grillo (acheta domesticus). Questo dopo il via libera europeo da parte dell’EFSA - Autorità europea sulla sicurezza alimentare, di una serie di novel foods, ovvero nuovi alimenti regolamentati dal nuovo regolamento (UE) 2015/2283 adottato nel 2015 ed entrato in vigore nel gennaio 2018, e sul quale aveva già prodotto nel gennaio 2021 una prima valutazione certificando la sicurezza alimentare di un prodotto a base di insetti come nuovo alimento.
Il Regolamento definisce come “nuovi alimenti” non soltanto alcuni tipi di insetto, ma una più ampia categoria di alimenti, tra cui anche microorganismi, funghi e piante. Tali nuovi alimenti non possono essere immessi sul mercato o utilizzati nei cibi destinati al consumo umano, a meno che non siano inseriti in uno specifico elenco («l'elenco dell'Unione»).
Il regolamento istituisce tale elenco, inserendo i nuovi alimenti, comprese le eventuali condizioni di autorizzazione. L’elenco deve essere trasparente e facilmente accessibile. A oggi, l'Europa ha autorizzato il consumo di solo tre tipi di insetti – le tarme della farina, le locuste migratorie e i grilli domestici. Per capire la reale portata di quello di cui stiamo parlando, secondo la FAO nel mondo vengono consumate più di 1900 specie diverse di insetti.
Contamineranno i nostri alimenti?
No, questi nuovi prodotti si aggiungeranno a quelli tradizionali, senza mai mischiarsi, e richiederanno regole molto severe di etichettatura e di informazione dei consumatori, i quali potranno scegliere di servirsene o meno.
Ogni autorizzazione passa dal processo di valutazione dell’EFSA che garantisce la sicurezza del prodotto. Inoltre l’Ue da decenni lavora per valorizzare e proteggere le denominazioni di prodotti specifici per promuovere le caratteristiche uniche legate all'origine geografica e alle competenze tradizionali.
Lo scopo: mangimi per il bestiame a basso costo e alto apporto proteico
La questione di fondo si lega alla sostenibilità e alla necessità di ridurre le emissioni di Co2 e il consumo di acqua, che ha importanti ricadute anche positive sul settore dell’allevamento, in particolare bovino, sul continente europeo. L’esigenza di produrre cibi ad alto contenuto proteico, forniti ad esempio dalle farine tipo quella di grillo, rappresenta una grande sfida a livello globale.
Uno dei vantaggi principali dell’introduzione di questi tipi di farina, infatti, riguarda la possibilità di introdurre questi prodotti proprio per i mangimi per il bestiame, attualmente ad alto consumo di prodotti quali la soia che hanno basso apporto proteico, e quindi costi più alti per il sostentamento animale, sia per l’effetto di deforestazione in ampie aree del mondo causata dalla produzione di soia. Secondo la FAO, gli insetti come cibo rappresentano una questione particolarmente rilevante nel ventunesimo secolo a causa dell’aumento del costo delle proteine animali, dell’insicurezza alimentare, delle pressioni ambientali, dell’aumento della popolazione e della crescente domanda di proteine tra le classi medie. “Pertanto, è necessario trovare soluzioni alternative al bestiame convenzionale – indica l’Organizzazione delle Nazioni Unite – . Il consumo di insetti contribuisce quindi positivamente all’ambiente e alla salute e ai mezzi di sussistenza».
Ce lo ha chiesto Fratelli d'Italia
La battaglia contro i nuovi alimenti viene portata avanti con forza dal partito di Giorgia Meloni. Era stata la deputata di Fratelli d’Italia Lucrezia Mantovani capogruppo in Commissione Politiche dell’Unione europea a rafforzare la crociata contro Bruxelles: «Ci opporremo a chi, in UE, vuole portare sulle nostre tavole dei... vermi!». Il vice presidente della Commissione Ambiente della Camera, Francesco Battistoni di Forza Italia ha bollato la scelta come «azzardata se non addirittura pericolosa». Peccato che l’introduzione nel mercato di queste farine arrivi grazie all’esecuzione di un regolamento già adottato nel 2015, il cui relatore per il Parlamento fu un membro del Gruppo ECR, James Nicholson, conservatore. Si tratta del Gruppo di riferimento proprio di Fratelli d'Italia di cui oggi Presidente è proprio Giorgia Meloni e su cui tanto le istituzioni UE e tutti i suoi Stati membri hanno dato assenso.
Ma c'è di più: il testo del regolamento adottato dal PE fu approvato anche con il voto favorevole dei rappresentanti dell’attuale governo (Forza Italia e Fratelli d'Italia), in particolare il Ministro per le Politiche Ue Raffaele Fitto.
«Ci troviamo dinnanzi all’ennesimo tentativo delle destre di attaccare l’Europa alimentando paura e disinformazione» spiega a L'Espresso Brando Benifei, Capo delegazione degli Eurodeputati Pd al Parlamento Europeo, «Nell’introduzione di farine di insetto non vi è alcun pericolo per le nostre tradizioni culinarie o gastronomiche, per i nostri agricoltori o allevatori, né alcuna imposizione da parte dell’Europa. Il consumatore potrà sempre scegliere se acquistare tali prodotti che saranno etichettati e garantiti sotto il profilo della sicurezza alimentare, oppure no. Non a caso, il testo adottato ha ricevuto il voto favorevole in aula anche del nostro attuale Ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto» e conclude: «Anche io votai a favore, seppur continuerò a preferire i testaroli al pesto a un piatto di pasta prodotto con farina di grilli, così come i tanti altri italiani che esprimono la loro legittima preferenza per i prodotti a cui sono più abituati e affezionati».