Politica
L'emendamento della destra per la "famiglia tradizionale" in Rai diventa un caso in Europa. «Anche Orban ha iniziato così»
Per Renew, in Italia l'esecutivo fa propaganda anti-Lgbt: «Ogni volta che l'estrema destra si trova in difficoltà attacca gli omosessuali». E mercoledì il tema sarà trattato a Strasburgo
L’emendamento al contratto di servizio pubblico, denunciato da L’Espresso, con cui la Destra punta al modello Orbàn, attira l’attenzione dell’Europa e preoccupa il Parlamento europeo. Sotto il titolo "diffusione di leggi e propaganda anti-Lgbtiq da parte dei partiti e governi populisti in Europa", è stato aggiunto un dibattito all'agenda di Strasburgo mercoledì, come ultimo punto all'ordine del giorno per la seduta.
La richiesta è del gruppo Renew Europe (il gruppo di Macron e, in Italia, di Azione e Italia Viva). «Non so se ve ne siete accorti, ma ogni volta che l'estrema destra in Europa si trovano in difficoltà sul piano politico, economico o sociale torna sempre ai cari vecchi valori dell'estrema destra come gli attacchi agli omosessuali», ha detto in Aula l'eurodeputato di Renew, Pierre Karleskind. «La settimana scorsa in Italia, in piena crisi migratoria, i deputati che sostengono la premier (Giorgia Meloni ndr) hanno depositato nientemeno che degli emendamenti per vietare la diffusione di contenuti Lgbt alla televisione pubblica italiana», ha aggiunto l'eurodeputato chiedendo ai colleghi di aggiungere il dibattito all'agenda della plenaria.
Karleskind si riferisce a uno dei 400 emendamenti di maggioranza al nuovo contratto di servizio della Rai, attualmente all'esame della Vigilanza. Per la precisione il 5.29 firmato dai parlamentari di Forza Italia Roberto Rosso, Maurizio Gasparri, Rita Dalla Chiesa, Andrea Orsini. La forza di maggioranza del governo impegna la Rai a dare "una rappresentazione positiva dei legami familiari secondo il modello di famiglia indicato dall'articolo 29 della Costituzione'' (naturale e fondata sul matrimonio ndr). Ma non solo la Rai si dovrebbe occupare anche di valorizzare la “maternità” delle donne.
L’Europa, da sempre attenta ai diritti della comunità Lgbt, ha già criticato fortemente la mossa dell’Ungheria di vietare campagne pubblicitarie in favore delle comunità Lgbt, programmi televisivi e altri contenuti simili di "aiuto e complicità con le lobbies Lgbt e le loro malate, malsane, anticristiane e antipatriottiche concezioni di vita". Una stretta omotransfobica che, adesso, l'Europa associa al tentativo del governo Meloni di chiedere una maggiore rappresentazione di un “modello di famiglia” unico per legge. Il presidente del gruppo Renew Europe al Parlamento europeo, Stephane Sejourne, in conferenza stampa a margine della plenaria a Strasburgo, ha detto: «I nostri colleghi sono stati allertati da associazioni soprattutto in Italia di certi emendamenti presentati per spingere la Rai a fare la promozione della famiglia tradizionale. Questo è un fatto, è qualcosa di documentato. Per noi si tratta di segnali deboli della rimessa in discussione dei diritti Lgbtiq e sollevano la questione delle discriminazioni», ha spiegato. «Anche in Ungheria le cose sono cominciate così, con questi segnali deboli, queste richieste di emendamenti, queste modifiche alla legislazione, che hanno portato alla fine a un inasprimento delle regole che riguardano la comunità Lgbtiq, a reintrodurre le discriminazioni, a rimettere in discussione i valori prioritari che sono il Dna europeo si è rimesso in discussione», ha ricordato. «Siamo sostenitori dei diritti delle minoranze ovunque in Europa ed ci è sembrato giusto chiedere un dibattito in plenaria su questo tema».
Alle accuse ha ribattuto l'eurodeputato di Fratelli d'Italia, Carlo Fidanza che in aula ha definito le parole di Renew «del tutto strumentali». «Non c'è stato un solo atto dall'inizio del governo guidato da Giorgia Meloni che abbia peggiorato la situazione degli omosessuali», ha detto Fidanza.
In realtà, da tempo, il governo Meloni è sotto osservazione proprio per i suoi atti concreti, proposte di leggi, pressioni istituzionali, dichiarazioni che minano i diritti della comunità Lgbt. A marzo la copresidente del gruppo dei Verdi/Ale nel Parlamento Europeo, la tedesca Terry Reintke, non ha usato mezzi termini parlando di «rischio di una 'orbanizzazione' dell'Italia». In occasione una conferenza stampa insieme al sindaco di Milano Giuseppe Sala in visita al Parlamento Europeo per chiedere aiuto contro lo stop alle registrazioni dei figli di coppie omogenitoriali da parte di alcuni Comuni in Italia, la copresidente del gruppo dei Verdi/Ale ha aggiunto: «Questa è la paura che sta dietro molti degli sviluppi che vediamo. Ci possono essere sviluppi contrari allo Stato di diritto in Polonia e Ungheria, ma l'Italia è un Paese fondatore e uno dei più grandi dell'Unione». Subito dopo è arrivata dal Parlamento europeo la condanna: «Le istruzioni impartite dal governo italiano al comune di Milano di non registrare più i figli di coppie omogenitoriali». Una condanna politica che unita all'ultima accusa chiude definitivamente la fase iniziale di rassicurazioni e pragmatismo, tra l’Europa e il governo Meloni.