Il personaggio

Un Vannacci a Roma

di Susanna Turco   15 settembre 2023

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Roberto Vannacci

Il generale presenta con Francesco Giubilei il suo Mondo al Contrario, si tira dietro a piedi un borsone nero, ha il colpo della strega e dorme tre ore a notte. Se la prende coi giornalisti, dice che non vuole fare politica e che sarà e non sarà all'incontro con Gianni Alemanno

Il generale Roberto Vannacci comincia in anticipo la sua presentazione, la prima in carne ed ossa a Roma, perché ha il treno che parte e non può perderlo. Il generale Vannacci arriva e, soprattutto, va via dal Centro Congressi Cavour a piedi, fino alla stazione Termini, trascinandosi un enorme borsone nero morbido con le rotelle: per dimensioni potrebbe contenere il cadavere di “Frankenstein junior” ma invece no, ci sono le copie del suo libro. Il “Mondo al contrario”, d’altra parte, è l’unico testo a vendere, nell’androne del Congressi, mentre numerosi Roger Scruton che gli sono disposti a fianco non li fila nessuno: è il mondo al contrario? Bisognerebbe chiedere a Francesco Giubilei, che ha organizzato tutto: ma lui sembra felice.

 

Il generale Vannacci è un one man show dall’inizio alla fine: arriva con l’armamentario, saluta con l’armamentario, firma copie, fa selfie, è il padrone della festa. Il generale Vannacci non ha bisogno di presentazioni, dice Claudia Svampa, la moderatrice. Il generale Vannacci ha uno zainetto beige e verde che fa invidia a tutti i cronisti: «È dell’esercito?» «No, è mio». Il generale Vannacci ha il colpo della strega, una camicia a righe verticali che non si vedeva dal 1988, è ordinatissimo, abbronzato, spigliato, talvolta ironico: «Nell’esercito siamo capaci solo a bofonchiare».

 

Il generale Vannacci divide la destra in due, tanto che ormai le due destre allestiscono eventi paralleli, alla stessa ora, nella stessa città, per dire cose opposte: mentre Vannacci è qui, all’Associazione 12 Querce, cioè il centro studi dei fratelli Augello, la giornalista del Secolo d’Italia Annalisa Terranova e il professore di comunicazione politica Luigi Di Gregorio parlano del "Caso Vannacci e l’altra destra: oltre il qualunquismo e i luoghi comuni", spiegando che il libro del generale ha sfondato creando scandalo e divisioni, ma che è una tattica che la buona politica deve rifiutare, perché i fenomeni vanno governati.

 

Il generale Vannacci pensa che la stampa sia stata con lui «caustica» ma anche «falsa», che chi lo ha criticato non abbia letto il suo libro, che il successo dipenda dal fatto che «il sistema politico e informativo è scollato dal sentire dell’opinione pubblica» e che invece lui no, lui sta con «la maggioranza silenziosa». Il generale Vannacci rivela: «Per tre mesi ha servito nell’ambito delle psy ops, delle operazioni psicologiche», e quindi consiglia: «Quello che scrivono i giornali non lo scrivono solo per darvi notizia, ma per raggiungere un obiettivo. Quindi ogni volta chiedetevi quale è l’obiettivo che si vuol raggiungere dando queste info travestite da notizia».

 

Il generale Vannacci è «sereno» anche se in questo periodo «sono entrato in modalità combattimento e ho dormito tre ore a notte, facendo di giorno ogni tanto pisolini di 20 minuti». Nega di star facendo politica: non ha «opinioni sul governo», dice che qualcuno «cerca di strumentalizzarlo» ma che non si lascerà strumentalizzare: «Io sono uno della truppa». E proprio per questo, anche se «con rammarico» non parteciperà a tutti gli eventi «cui sarà possibile dare una connotazione politica». Proprio a nessuno?

 

E qui sorge la domanda, per la quale bisogna rincorrerlo fuori dal centro congressi verso la Stazione. Tra una settimana ci sarebbe l’incontro con Gianni Alemanno, il 22 settembre, sempre a Roma, sempre al centro congressi Cavour. Quindi lo diserterà? «Non ho detto questo, ho detto che non parteciperò ad incontri politici». Ma Gianni Alemanno è un politico! «Non lo conosco Alemanno, se è un politico non andrò». Il generale Vannacci – e questo davvero non era immaginabile - trasforma una domanda in un quesito degno di un sofisma di Gorgia o di Protagora: cosa fa di un politico un politico? E poi, cielo: Gianni Alemanno è ancora un politico? «Non importa se sia un politico, bisogna vedere se l’incontro è politico». È la presentazione del suo libro, con Alemanno: quindi ci andrà? «I miei soldati capiscono quello che dico, come mai voi non lo capite?». Si voleva sapere se all’incontro parteciperà o no? «Non lo so». Questa è l’ultima risposta ma attenzione: potremmo non aver capito.