Personaggi

Andrea Crippa è il nuovo Borghezio della Lega di Salvini

di Simone Alliva   27 settembre 2023

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Andrea Crippa

Il vice del "capitano" conquista sempre più spesso le cronache con le sue dichiarazioni: attacca Meloni, vuole licenziare direttori di museo, accusa i tedeschi di essere sempre nazisti, apre a Vannacci. Alimenta i malumori nella maggioranza e costringe anche il suo partito a correggerlo. Ma intanto lancia messaggi...

Non è nemmeno imbarazzo, quest'ombra che passa sui volti dei dirigenti di Fratelli d’Italia e Forza Italia, sottosegretari e parlamentari semplici. È proprio un fastidio - «Andrea Crippa? Hai sentito Crippa?»: teste che si scuotono, sguardi che si abbassano. Poi a telecamere accese due parole e un sorriso: «Dentro il governo non c’è nessun problema» si ferma parlando con i giornalisti fuori da Montecitorio Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. «Per adesso», mormorano in via della Scrofa.  

 

Andrea Crippa, trentasettenne nato a Monza, enfant prodige del partito, non per nulla entrato nel Carroccio a 16 anni. La ribalta alle cronache nel 2012, consigliere comunale. È lui ad aiutare Matteo Salvini a trasfigurare il movimento giovanile del partito da Giovani Padani a Lega Giovani. «Si sono organizzati gruppi di giovani in tutte le regioni – spiegava Crippa al Corriere della Sera -. In Lazio, Umbria, Calabria e Abruzzo i numeri sono davvero importanti. Avrebbe poco senso continuare con il nome storico».  

 

Tra i Giovani Padani lo chiamavano il rompiballe, in effetti un certo gusto per la provocazione ce l'ha innato. Vediamo: nel 2018, il Museo Egizio viene travolto dalle critiche, soprattutto di militanti della Lega e di FdI, per aver previsto una campagna promozionale che offriva sconti a chi proveniva da paesi arabi: offerta per tempo limitato, una tra le tante.  

 

Crippa decide di pubblicare sulla pagina Facebook dei Giovani Padani un video dal titolo “Condividiamo questa vergogna! Facciamogli sentire cosa ne pensiamo”. Il protagonista è lui stesso. Nel video sembra chiamare il centralino del Museo Egizio per chiedere informazioni sulle agevolazioni. Una voce maschile gli risponde che ci sono sconti per i pensionati, per gli studenti e per gli arabi. «Come, sconti per gli arabi e non per gli italiani?». È lo scandalo perfetto. Ma è un falso. Quel video era manipolato: a rispondere non era un centralinista del Museo Egizio, che al tempo, non aveva neanche centralinisti maschi. Condannato in primo grado: risarcimento di 15mila euro, rimozione del video dai social, inibizione a ogni ulteriore diffusione. Successivamente assolto in appello: video falso, ma l’iniziativa sarebbe stata “libera espressione del diritto di critica politica”. Sulla libera espressione del diritto di critica politica molti, tra questi Salvini, prima di lui si sono salvati all’angolo. Crippa può considerarsi un degno successore, in effetti.  

 

È l’ascesa inarrestabile del “rompipalle”. Arriva a Montecitorio nel 2018 da deputato, con qualche sofferenza («non mi piace stare in Parlamento tutto il giorno a votare»). Nel 2019 diventa vicesegretario, a lui le deleghe all’organizzazione. Non è da solo. Ci sono anche altri due vice: Giancarlo Giorgetti e Lorenzo Fontana che evidentemente impegnati in altri ruoli lasciano a Crippa mano libera. Non è di aiuto per gli alleati di governo: «La Russa è la seconda carica dello Stato. Per questo» sarebbe stato «più opportuno il silenzio nei confronti di una ragazza che sta denunciando una violenza». Mentre nel governo fanno quadrato intorno alla vicenda che coinvolge il figlio del Presidente del Senato, il vicesegretario all’HuffPost affonda: «Quando c’è una ragazza di vent’anni che trova il coraggio di denunciare una violenza io sarei molto più cauto. Anche perché le ipotetiche o potenziali colpe di un figlio non possono ricadere sul padre, sul presidente del Senato». 

 

Non risparmia neanche la Presidente Meloni sulla gestione del flusso migratorio:  «La via diplomatica ha fallito, è ora di tornare ai respingimenti». Il messaggio è chiaro e parla a Fratelli d’Italia: «Serve coraggio, occorre rischiare del proprio come faceva Salvini». Nel pieno della polemica del giorno sul generale Vannacci è lui, il primo (seguiranno altri partiti minori, esponenti di terza fila) ad aprire a un possibile impegno politico del generale dice: «Se Vannacci dovesse decidere di candidarsi, le porte della Lega sono spalancate». 

 

Dopo attacca di nuovo il suo nemico storico Greco: «Sangiuliano lo cacci subito». Ma il ministro lo ignora e Greco resta. Crippa cavalca le cronache il suo nome attraversa i social e i volti corrucciati dei suoi alleati un’uscita con tempistiche non proprio casuali: «Ottant’anni fa il governo tedesco decise di invadere gli stati con l’esercito ma gli andò male, ora finanziano l’invasione dei clandestini per destabilizzare i governi che non piacciono ai socialdemocratici». Questo mentre il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier omaggiava Giorgio Napolitano a Montecitorio. «È chiaro che quella fatta dal vicesegretario Crippa è stata una provocazione» minimizza il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, a SkyTg24. 

 

Non solo, chiosa chi lo conosce bene: «Paiono pizzini indirizzati a suocera (Giorgia)». Non proprio, non esattamente solo e sempre "una provocazione".