L’ora X è scoccata. Beppe Grillo è pronto a spegnere il fu Movimento 5 stelle. Conte andrà per la sua strada e completerà la trasformazione da M5S a PdC (partito di Conte). Adesso le strade per il Garante (o meglio: l’ex Garante) sono due: chiudere il suo giocattolo che assieme a Casaleggio fece nascere o dare una seconda vita al movimento. La seconda strada prenderà quota solo se Virginia Raggi deciderà di mettersi alla testa del “M5S second life”. Grillo e Raggi non hanno mai smesso di parlarsi. Raggi ha un consenso alto nella base grillina, manterrebbe la barra dritta evitando di fare alleanza con il Pd ed è l’unica in grado di convincere Alessandro Di Battista a far parte del progetto. Tra Virginia e Dibba c'è già stato un incontro per segnare la strada. Insomma, se son rose….

 

Tra l’inchiesta milanese sul nuovo caso dossieraggi e la nomina del prossimo comandante generale dei Carabinieri c’è un lungo filo rosso che lega umori e posizioni politiche conflittuali all’interno del governo. Quanto emerso dalle prime carte della procura di Milano, secondo cui la centrale di dossieraggio è riuscita a trafugare anche diverse informazioni dell’Aisi, il servizio segreto interno, ha creato non poche fibrillazioni all'interno del deep state nostrano. Intanto, a giorni dovrà arrivare in Consiglio dei ministri il nome del prossimo comandante dell’Arma dei Carabinieri e gli orientamenti tra la Difesa e Palazzo Chigi sembrano essere assai diversi. Il primo proiettato su Salvatore Luongo, il secondo sul generale Mario Cinque. Fin qui siamo alle consuete dinamiche democratiche, ciò che le valica è invece più di uno sfogo collaterale registrato proprio dalle parti del ministero della Difesa sull’argomento. «La nomina spetta a noi e Palazzo Chigi stavolta si dovranno adeguare». Una posizione che ha irrigidito non poco la premier, della quale peraltro si racconta più di una confessione con l’alleato Antonio Tajani circa la solitudine alla quale sarebbe costretta ormai da tempo. Giuli, Delmastro, Sgarbi, Santanchè, Giambruno, Crosetto. Cos'altro l'aspetta ora?

 

Palazzo Chigi fa i conti con il dopo Malagò. Dopo il niet di Giorgia Meloni al quarto mandato per l'attuale numero uno del Coni (che però continua ad essere sempre molto ascoltato dalle parti del Quirinale) l'establishment politico e sportivo nazionale fa a gara nel proporre nomi. Tra i pretendenti ci sono Carlo Mornati e Marco Di Paola. Il primo, ex canottiere italiano, medaglia d'argento nel quattro senza ai Giochi olimpici di Sydney 2000 è l'attuale segretario generale del Coni. Il secondo, avvocato e imprenditore romano è al suo secondo mandato come presidente della Fise, la federazione italiana sport equestri. Ma si sta facendo strada anche Silvia Salis. Ex martellista italiana, dal 2021 è vicepresidente vicario del Coni, moglie del regista Fausto Brizzi.