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In Aula va in scena la difesa a oltranza di Piantedosi della Polizia: «A Pisa la carica per garantire l'incolumità degli agenti»

di Simone Alliva   29 febbraio 2024

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Durante l'informativa sulle manifestazioni dopo le botte agli studenti il ministro difende l'operato delle forze dell'ordine, ma cita anche le parole critiche di Mattarella. Insorgono le opposizioni. Orfini (Pd): «Pensavo fosse impossibile fare peggio di Salvini». E la Lega rilancia: «I manganelli sono fallimento dei genitori che non hanno educato gli studenti»

A Pisa «per garantire l’incolumità degli operatori, compressi contro l’automezzo collocato alle loro spalle, veniva effettuata una carica di alleggerimento, consentendo al personale di avanzare di qualche metro e di allentare così la pressione dei manifestanti». Così nell’aula della Camera il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi durante l’informativa sui "fatti avvenuti in occasione di manifestazioni pubbliche recentemente svoltesi a Pisa e Firenze” ha spiegato gli scontri di Pisa in cui sono rimasti feriti 17 manifestanti.

 

I video hanno immortalato gli agenti levare manganelli in aria contro teste nude, coperte dalla braccia, senza caschi né protezioni. E colpire ragazzi già a terra e inseguirli nei vicoli. Per il ministro dell'Interno del governo Meloni: «Il personale ha tenuto ferma la posizione, utilizzando i soli scudi, nonostante i manifestanti continuassero a mettere in atto una pressione con spinte, calci, insulti, sputi e tentativi di sottrarre gli scudi». 

 

Nessuna repressione della libertà di dissenso, dunque: «La gestione dell’ordine pubblico è materia non solo delicata e complessa, ma anche particolarmente impegnativa. Basti pensare che, nel corso del 2023, sono state 11.219 le manifestazioni di spiccato interesse per l’ordine pubblico, con 969.770 operatori di polizia impegnati». E ha specificato che: «Dal primo gennaio di quest’anno, sono state 2.538 le manifestazioni con 150.388 operatori impegnati, e solo nell’1,5 per cento dei casi si sono registrate criticità o turbative di ordine pubblico».

 

In fondo, ha specificato, a crescere è la violenza nei confronti degli agenti: «Quel che ha evidenza sul piano investigativo è che, a seguito dell'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e della risposta israeliana, ha avuto luogo sull'intero territorio nazionale, come ho detto, un'ampia e variegata mobilitazione filopalestinese, in molti casi promossa da sodalizi riconducibili all'area antagonista o in cui è stata rilevata una consistente partecipazione di attivisti di tale estrazione. In questo ambito, è stato, inoltre, riscontrato un crescente fermento tra le componenti studentesche di area antagonista, impegnate non soltanto nelle consuete tematiche d'interesse, ma anche su altri versanti, tra i quali, appunto, la causa palestinese. Di recente l'attività di monitoraggio di tali dinamiche ha consentito di evidenziare un clima di crescente aggressività proiettata nei confronti delle forze dell'ordine, sia proprio allo scopo di essere attrattiva nell'attuale scenario, che di provocare reazioni da parte di chi è deputato alla gestione dell'ordine pubblico, al fine di aumentare il livello di contrapposizione fra la piazza e le istituzioni».

 

Piantedosi non ha potuto comunque ignorare le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che dopo gli scontri ha ricordato come «usare i manganelli contro i ragazzi rappresenti sempre un fallimento per chi indossa una divisa». E così il ministro ha concluso: «Tutti auspichiamo che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti. Quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è comunque una sconfitta ed è ancor più necessario svolgere ogni verifica con puntualità, obiettività e trasparenza».

 

L'informativa non ha convinto l'opposizione, anzi l'ha incendiata. Matteo Mauri, responsabile Sicurezza del Partito democratico ed ex viceministro dell'Interno ha specificato: «I fatti non si sono svolti come ha raccontato il ministro Piantedosi. A Pisa non era in atto la presa della Bastiglia. Lì c'erano un centinaio di ragazzi, esattamente uguali a quelli che fino a pochi minuti fa erano su queste tribune a seguire i lavori della Camera. C'erano i nostri figli, le nostre figlie, che dovremmo ringraziare perché dimostravano di avere una coscienza politica e civica. A Pisa sono successe cose gravi e il tema che si pone è quello del controllo democratico su come viene gestito l'ordine pubblico. Questo rappresenta un pezzo di democrazia, utile ai cittadini e alle stesse forze dell'ordine. Allora non accettiamo l'accusa che sta avanzando sui mezzi di informazione, tramite le dichiarazioni anche della presidente del Consiglio e oggi del ministro Piantedosi, di strumentalizzazione».

 

All'indomani dell'assalto a una volante a Torino da parte di un gruppo di antagonisti, Mauri ha voluto esprimere a nome del Partito: «Solidarietà agli agenti aggrediti ieri a Torino e se c'è qualcuno che sta provando a strumentalizzare quanto accaduto, siete esattamente voi e l'avete messo nero su bianco in queste ore attaccando la sinistra come se fosse quella che fomenta. La libertà d'espressione è uno dei diritti che non deve essere comprimibile in una democrazia liberale. Vi chiedo: vi sentite di operare all'interno di una democrazia liberale o no? Perché altrimenti c'è un problema». Più duro il deputato dem Matteo Orfini su X. «Piantedosi, intervenendo sui fatti di Pisa, sta sostanzialmente spiegando che (forse) ci farà la cortesia di non reprimere con la forza il dissenso. Come se fosse una concessione. Pensavo fosse impossibile fare il ministro dell'Interno peggio di Salvini. Ma lui se la gioca».

Per il vicepresidente Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera Marco Grimaldi: «Il ministro Piantedosi ha descritto un manipolo di facinorosi dimenticando che a Pisa e Firenze c’erano giovanissimi studenti ai quali le istituzioni devono chiedere solo scusa. Invece abbiamo ascoltato una relazione negazionista da parte del responsabile del Viminale mentre l’aria di contenimento e di repressione del dissenso si è fatta ormai pesantissima. Chiediamo per questo codici identificativi sui caschi degli agenti». Dalla maggioranza è il deputato Edoardo Ziello a sollevare un coro di fischi dall'opposizione: «L'uso dei manganelli con i giovani è un segno di fallimento. È il fallimento educativo soprattutto delle famiglie di quegli studenti che hanno cercato lo scontro, il fallimento di alcuni docenti che hanno soffiato sul fuoco della protesta utilizzando quei manifestanti come una clava da buttare addosso a forze di polizia. È questo il fallimento che vediamo noi».

 

Intanto resta, da un punto di vista istituzionale, lo scontro “muto” tra Fratelli d’Italia e il Quirinale: «Penso sia molto pericoloso togliere il sostegno delle istituzioni a chi ogni giorno rischia la sua incolumità per garantire la nostra, è un gioco che può diventare molto pericoloso». Ha detto ieri Giorgia Meloni parlando per la prima volta degli scontri al Tg2 Post. Parole che sono andate in direzione totalmente opposta a quelle del Capo dello Stato.