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Per la prima volta alle europee voteranno anche i fuori sede ma non tutti

di Chiara Putignano   3 maggio 2024

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elezioni europee

Nel dl approvato lo scorso marzo i lavoratori sono stati di nuovo tagliati fuori. Mentre gli universitari avranno tempo fino al 5 maggio per fare richiesta

Manca meno di un mese alle Europee e anche questa volta c'è chi comunque un biglietto del treno o del bus deve comprarlo - quantomeno, per l'8 e il 9 giugno, a un prezzo agevolato. Avrebbe potuto essere l'occasione per dire "addio" al classico via vai di persone che per andare alle urne è costretta a mettersi in viaggio per tutta Italia e invece nel tanto atteso provvedimento non mancano le storture. A partire da una grande categoria di esclusi: i lavoratori. 

Lo scorso febbraio, all'arrivo dell'ok della commissione Affari costituzionali del Senato all'emendamento al decreto legge, Mariastella Gelmini, senatrice e portavoce di Azione, scrive su X: «Escludere i lavoratori è sbagliato e incalzeremo la maggioranza affinché rimedi a questo errore». Un errore che però, a distanza di due mesi, è ancora lì e anche questa volta per i lavoratori non ci sono buone notizie. Più "democratiche" invece le amministrative, che quest'anno interesseranno 3.700 comuni e non fanno distinzioni di sorta. Studenti, lavoratori e chiunque non abbia la residenza nel luogo in cui vive dovrà fare rientro. 

La novità per le Europee del 2024 riguarda piuttosto studentesse e studenti che, per la prima volta, potranno votare in un comune diverso da quello di residenza. Per accedere però è necessario rispettare alcune tempistiche e condizioni: vivere fuori sede per motivi di studio è la prima fra tutte. Per andare alle urne in una città diversa da quella di residenza, serve anche essere domiciliati da almeno tre mesi nel comune in cui si studia. Niente da fare quindi per chi si è appena trasferito. Soddisfatto questo requisito, entro domenica 5 maggio dev’essere presentata la richiesta al proprio comune di residenza. 

La domanda può essere presentata in diverse modalità: personalmente, tramite persona delegata, via email o pec agli indirizzi di posta elettronica indicati dal proprio comune. Durante la compilazione si devono inserire indirizzo di residenza e domicilio e vanno anche indicate le rispettive circoscrizioni di voto (Nord-Est, Nord-Ovest, Centro, Sud, Isole). 

Oltre ad indicare la scuola, l’università o l’istituzione formativa a cui la persona è iscritta, viene chiesto di allegare in copia: certificato di iscrizione, documento di identità valido e tessera elettorale. Sarà poi il comune di domicilio o il capoluogo di regione a rilasciare, entro il 4 giugno, un’attestazione di ammissione al voto con l'indicazione del numero e dell'indirizzo della sezione. In concreto, ci sono due modalità per votare. Nell'eventualità in cui le circoscrizioni - quella di domicilio e quella di residenza - coincidano, i fuori sede potranno votare direttamente nelle sezioni ordinarie del comune di domicilio temporaneo. Un po' più complesso se invece la città in cui si studia appartiene ad una circoscrizione diversa da quella di residenza. In questo caso gli elettori verranno dirottati in alcune sezioni speciali che verranno allestite nei vari capoluoghi di regione. 

Per molti però la strada è tutt'altro che in discesa. Chi rientra nella seconda modalità di voto, in qualche modo, dovrà spostarsi lo stesso. Ad esempio, una persona originaria di Matera che studia e ha il domicilio a Parma non potrà votare nella città in cui vive. Anzi dovrà mettere in conto una gita fuori porta verso Bologna, capoluogo di regione. Solo lì, stando al nuovo provvedimento, potrà esprimere la sua preferenza in una delle sezioni speciali allestite appositamente per i fuori sede.