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Meloni esulta, Schlein cresce: le Europee ci lasciano un'Italia bipolare
Non sono ancora definitivi i dati ma il voto consegna alcune certezze: la vittoria di Fdi, che si conferma il primo partito in Italia, l'avanzata del Pd che supera il 24% - cosa che non accadeva da anni. Forza Italia (9,7%) supera tra Lega (9,1%), mentre il M5S pare scendere sotto una percentuale a due cifre (9,9%)
«Ci hanno visto arrivare ma non sono stati in grado di fermarci». Giorgia Meloni chiude il suo breve intervento al Parco dei Principi con una stoccata a Elly Schlein. La segretaria Pd poco prima, nella sede dem, aveva rivendicato di guidare «il partito che cresce più dalle Politiche». Il confronto a distanza tra le leader di maggioranza e opposizione si rinnova nella nottata del risultato delle Europee e si fortifica registrando un successo rispetto alle politiche del 2022: Fratelli d'Italia sale al 28,9% mentre il Partito Democratico cresce al 24,5%.
Spettatore di questo scontro è Giuseppe Conte che con il Movimento Cinquestelle si ferma al 9,95%, tallonato da Forza Italia-Noi Moderati che va al 9,2% e supera una Lega (all'8,5%) che non monetizza apparentemente l'effetto Vannacci, con il generale che comunque viene eletto all'Eurocamera. Risultato lusinghiero per Avs (al 6,8%) che esulta e manda Ilaria Salis a Strasburgo. Restano fuori dall'Europarlamento i liberali di Stati Uniti d'Europa e Azione, dopo una campagna elettorale tutta giocata su ripicche e scontri tra due ego: quello di Matteo Renzi e di Carlo Calenda (ai quali si è aggiunto il terzo, quello di Emma Bonino), una fine sulla quale pesa insolitamente un silenzio stampa: l’ex presidente del Consiglio e l’ex ministro, entrambi amanti di posta social compulsivi, nella notte tacciono. Escluse dall'Europarlamento le altre liste, tra cui "Pace terra dignità" di Michele Santoro, "Libertà-Sud chiama Nord' di Cateno De Luca e Laura Castelli, 'Alternativa popolare' di Stefano Bandecchi e 'Democrazia Sovrana popolare' di Marco Rizzo.
Il ritorno del bipolarismo
Le urne hanno dato ragione alle due segreterie dei primi partiti di maggioranza e opposizione, lo scontro diretto sembra aver polarizzato la campagna elettorale e i suoi messaggi ed è la stessa Presidente del Consiglio a dirlo: «Mi pare che il sistema italiano stia diventando di nuovo bipolare è una buona notizia perché in un sistema bipolare ci sono visioni del mondo distinte e contrapposte che si confrontano e sulle quali si chiede ai cittadini da che parte stare». Altissimo il dato dell'astensionismo: mai così pochi al voto per le elezioni Europee. Il dato dell'affluenza, sui 63.905 seggi, riferito dalla piattaforma Eligendo, indica che ha votato il 48,21% degli aventi diritto in Italia e all'estero. Si tratta di un calo del 6,29% rispetto al 54,5% del 2019.
Nelle circoscrizioni FdI è il primo partito nel nordovest, nordest, centro e isole. Il Pd è primo nella circoscrizione sud. La Lega è il terzo partito nel nordovest e nel nordest. FI è seconda nelle isole. M5s è la terza forza nelle circoscrizioni sud e centro. A livello regionale FI è prima in Sicilia e Calabria. Il Pd è primo in Emilia Romagna, Toscana, Campania, Puglia e Basilicata. M5s seconda forza in Campania. Avs è in doppia cifra nel Trentino Alto Adige e in Valle d'Aosta. La Lega è solo terza in Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia. 'Liberta'-Sud chiama Nord' di Cateno De Luca ha il 7,63% in Sicilia.
Le preferenze
Per quanto riguarda le preferenze Giorgia Meloni detta 'Giorgia' non ha rivali in FdI e supera i due milioni di voti. Nel Pd Elly Schlein è in testa, ma non di molto nelle circoscrizioni centro e isole dove ha corso. Bene Dario Nardella, Matteo Ricci e Nicola Zingaretti. Più indietro Marco Tarquinio e Pietro Bartolo. Nel sud il sindaco di Bari Antonio Decaro è in testa. Cecilia Strada guida nel nordovest, Stefano Bonaccini è largamente in testa nel nordest. Il generale Roberto Vannacci vince la sfida delle preferenze nella Lega. Antonio Tajani è primo nelle 4 circoscrizioni dove si è presentato, ma Caterina Chinnici non è in testa nelle isole. Nel M5s Carolina Morace è prima al centro, Pasquale Tridico guida nel sud. In Avs Ilaria Salis fa il pieno di voti. Bene Mimmo Lucano nel sud e nel nordest. Matteo Renzi è primo nelle preferenze di Stati Uniti d'Europa nelle quattro circoscrizioni dove si è presentato ma non avendo superato lo sbarramento del 4%, non avrà comunque seggi all'Europarlamento.
Giorgia Meloni, intanto può festeggiare: unico caso in Europa di una premier in carica a vincere la competizione («l'Italia si presenta al G7 e in Europa con il governo più forte di tutti», rivendica), che ha seguito da casa con la sorella Arianna le prime proiezioni per poi raggiungere giornalisti e militanti al Parco dei Principi per un'analisi più approfondita del voto. «Un voto, questo, più bello di quello del 2022», spiega sottolineando che «dopo due anni di governo nella peggiore situazione possibile» il voto ci ha detto «non speriamo che voi siate ma voi siete». «È un risultato per noi straordinario, siamo il partito che cresce di più dalle politiche», scandisce sull'altro fronte Elly Schlein dal Nazareno che vede accorciarsi le distanze rispetto a FdI e sente forte la responsabilità "di costruire l'alternativa» continuando «a essere testardamente unitari per costruire l'alternativa anche alla luce del fatto che la somma delle forze di opposizione supera quella della maggioranza».
I nodi della maggioranza
Tutt'altro umore - invece - si respira al quartier generale dei 5 stelle che con Giuseppe Conte annunciano «una riflessione interna prendendo atto del risultato, sicuramente molto deludente. Potevamo fare meglio» è la sua amara constatazione davanti ad una «valutazione dei cittadini insindacabile». Gioisce invece Antonio Tajani: «Un risultato straordinario, Forza Italia cresce rispetto a tutte le ultime elezioni» dice il leader azzurro che immediatamente aggiunge che «da stasera, il centrodestra e il PPE sono più forti» allontanando così possibili nubi sulla maggioranza. Anzi, secondo quanto viene riferito, tra gli azzurri c'è fiducia, moderazione, calma e già un occhio rivolto alla formazione della nuova Commissione Ue. «Il centro è nel centrodestra», osserva Maurizio Lupi di Noi Moderati che ha corso assieme a Fi preannunciando «dalla prossima settimana, una volta analizzati bene i flussi dei voti, una riflessione su questo» alla luce dei risultati alle Europee della lista FI-Nm e di quelli di Matteo Renzi e Carlo Calenda.
Clima cupo, invece, in via Bellerio, sede della Lega a Milano dove Matteo Salvini prima non nasconde l'amarezza per il sorpasso azzurro e per il «tradimento» di Umberto Bossi alle urne che ha dichiarato di aver votato proprio per Forza Italia. Poi vede il bicchiere mezzo pieno: «Da un anno tutti ci davano per morti, ma siamo vivi e vivaci», dice chiedendo di fare il confronto con le politiche e «con uno zero virgola in più la soddisfazione c'è». Sono risultati, questi a destra, a che complicano la vita di governo.
Gli occhi di Meloni nella notte sono stati infatti tutti puntati sul sorpasso del partito di Tajani su quello di Salvini. Da oggi, a partire dal Cdm di oggi, Meloni avrà il compito di tenere a bada i due leader, visti gli stracci volati per mesi. Forza Italia, infatti, potrebbe chiedere un rimpasto e la Lega cannoneggiare l’esecutivo. Incentro è anche lo scenario europeo: Nicola Procaccini, europarlamentare di Fdi-Ecr nella notte ha sottolineato «lo spostamento a destra dell’Ue, con la crisi in Francia e Germania», tuttavia le destre europee non hanno la maggioranza al Parlamento e si solidifica la maggioranza Ursula, chiesta dal presidente del Ppe Manfred Weber. Una grana per Meloni che ha sempre puntato con i Popolari per spostare la maggioranza a destra: ora sarà costretta a sostenere von der Leyen. L’altra incognita riguarda il successo di Le Pen.
Tornando invece in Italia resta interessante la somma di queste europee: il centrodestra somma il 46,5% del gradimento. Il centrosinistra, se solo trovasse il modo di unirsi e costruire un’alleanza potrebbe puntare al 49,3%.