Il fondatore si lancia in un post durissimo con l'assemblea costituente e frena il tentativo del portavoce di riplasmare i pentastellati per farne un partito classico: "Il M5s deve servire i cittadini e non le proprie ambizioni personali"

Come una bomba di petardi e cartaccia, fa un gran rumore ma non resta che cenere e una scia di veleno. Il Movimento Cinque Stelle esplode in un tranquillo martedì di agosto, col botto: Beppe Grillo, attacca Giuseppe Conte. Indirettamente, è chiaro, con un post pubblicato sul proprio blog commenta l'ipotesi che il Movimento 5 stelle - con l'assemblea costituente prevista il 4 ottobre - possa cambiare le regole e i principi con cui è nato. Il fondatore ci tiene a dire che nome, simbolo e tetto del secondo mandato per gli eletti non si toccano. Certi fondamentali sono il Dna del sogno diventato realtà costruito con Gianroberto Casaleggio

 

"Cari attivisti, portavoce e sostenitori del Movimento 5 Stelle, ci troviamo a un crocevia fondamentale nella nostra storia, in cui dobbiamo riflettere sulle nostre radici e su ciò che ci ha unito sin dall'inizio. Quando abbiamo fondato il Movimento 5 stelle, io e Gianroberto, lo abbiamo fatto con un ideale chiaro: creare un'alternativa al sistema politico tradizionale", scrive il garante del M5s, sul suo blog. "Il nostro viaggio è nato da un sogno condiviso, un sogno che ci ha portato a sfidare un sistema corrotto, a restituire voce ai cittadini e a provare a costruire un'Italia più giusta e trasparente. Nel 2013 un grido ci ha aperto la strada, ci ha spalancato quella porta che non riuscivamo a vedere. Dietro quella porta c'era un mondo nuovo, un territorio sconosciuto, del tutto diverso da come immaginavamo. Come ogni specie animale ci siamo dovuti adattare, per sopravvivere, e con poca agilità abbiamo dovuto convivere con chi quei territori li abitava da tempo e non voleva essere disturbato. Durante tutto questo cammino, ci siamo sempre ancorati a tre pilastri imprescindibili: il nostro simbolo, il nostro nome e la regola del secondo mandato". 

 

Imprescindibili dunque intoccabili, guai anche solo parlarne. Grillo dice la sua anche sul simbolo (che è del resto sua proprietà): "Il simbolo del Movimento 5 Stelle non è solo un segno grafico, è un richiamo al cambiamento, è l'emblema di un'intera rivoluzione culturale e politica, la bandiera sotto cui milioni di italiani hanno marciato con noi. È il vessillo sotto il quale milioni di cittadini si sono riconosciuti e con il quale abbiamo combattuto battaglie importanti; da cui sono nate idee, valori e speranze condivise, è il segno visibile della nostra lotta per la trasparenza, la giustizia e la partecipazione. Un partito politico non dovrebbe mai cedere alla tentazione di mutare il proprio simbolo: è la bussola che orienta il cammino verso il futuro, senza mai tradire il passato", è l'avvertimento di Grillo. "Il nostro nome, Movimento 5 Stelle, non è solo una sequenza di suoni o lettere: rappresenta la nostra piena identità, è un nome che racchiude storie, significati e speranze, come il nome di ognuno di noi, sin dalla nostra nascita. Quando pronunciamo Movimento 5 Stelle evochiamo una connessione, riconosciamo la sua essenza, la sua unicità. Cambiare un nome è come rinunciare a un pezzo di quella magia, a un ponte invisibile che collega chi siamo a chi vogliamo diventare. Nella vita ci possono essere molte trasformazioni, ma il nome rimane un ancoraggio, un richiamo costante alla nostra essenza più vera. Movimento 5 Stelle è il nome che ci ha guidato verso risultati concreti, difenderlo significa difendere la nostra storia e il nostro diritto di essere riconosciuti per ciò che siamo, ieri, oggi e domani", scrive ancora. 

 

Il comico poi affonda sul limite del secondo mandato. Da tempo Conte tenta una svolta che possa dare più forza al Movimento, che gli consenta di candidare antiche bandiere, come già raccontato da L'Espresso. Niente da fare. "Era l'8 Settembre del 2007: con il V-Day si avviava la raccolta firme per tre proposte di legge di iniziativa popolare, tra cui l'introduzione di un tetto massimo di due legislature. Da cui tutto ebbe inizio", sottolinea Grillo. "La politica, nella sua essenza più pura, non deve essere un mestiere ma una nobile missione. Trasformare l'impegno politico in una professione perpetua significa tradire la fiducia dei cittadini e sprofondare nel pantano della mediocrità e dell'opportunismo. Limitare i mandati significa restituire al popolo la sovranità che gli spetta, è un presidio di democrazia, impedisce che pochi individui si arroghino il diritto di governare in eterno. Questo ricambio garantisce che la politica sia sempre animata da nuove energie, idee fresche e prospettive diverse, preservando così la sua natura dinamica e democratica. È un argine contro la degenerazione del potere e un invito costante al rinnovamento, per evitare che la politica si trasformi in un recinto chiuso, distante dalle vere esigenze di chi davvero ha bisogno", spiega ancora Grillo. "La regola del secondo mandato è un principio che ci distingue, che ci ha resi unici, che ci rende liberi dal potere e dalle sue tentazioni. È la garanzia che il MoVimento rimarrà sempre fedele al suo spirito originario: servire i cittadini e non il potere, con rappresentanti che portano avanti le idee e non le proprie ambizioni personali. Questi tre nostri pilastri non sono in nessun modo negoziabili, e non possono essere modificati a piacimento. Sono il cuore pulsante del MoVimento 5 Stelle, il nostro faro nella tempesta. Cambiarli significherebbe tradire la fiducia di chi ha creduto in noi, di chi ha lottato con noi, di chi ha visto nel MoVimento l'unica speranza di cambiamento reale. Vi chiedo quindi di riflettere profondamente, di ascoltare la vostra coscienza. In questo momento cruciale non possiamo permetterci di smarrire la nostra rotta. Custodiamo e proteggiamo ciò che abbiamo costruito insieme. Il Movimento è e deve rimanere una forza di cambiamento autentico, e per farlo, dobbiamo rimanere fedeli ai nostri principi fondativi".

 

Ed è proprio questa ultima parte ad aprire al tempo nuovo del M5s, quello fatto di paure e isolamento, di tradimenti e nemici interni alla porta che si affacciano per recuperare. Esplode e fa un baccano tremendo. Riaffiorano trame e correnti. C'è una resa dei conti all'orizzonte. Ritornano nomi e personaggi rimossi dalla memoria collettiva come Danilo Toninelli, membro del collegio dei probiviri 5 Stelle, che sui social elogia il fondatore: "Parole sante di Beppe Grillo! Al M5S serve solo un ritorno al futuro, non un ritorno al passato, cioè una trasformazione anche formale in un partito come tutti gli altri. Il Movimento deve mantenere la sua identità e la sua diversità, senza snaturarsi. Chi ama o ha amato il M5S, legga con attenzione le parole del nostro garante". Il passato che torna e siamo solo all'inizio.