Sanità, scuola, lavoro, ambiente: competenze parcellizzate, risorse non equamente distribuite. Sono solo alcune della ragioni per mobilitarsi contro questa riforma che farà crescere le disuguaglianze

Perché firmare per abrogare la legge 86 voluta da Calderoli? Perché l’art. 32 della Costituzione stabilisce che «la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti». Con l’Autonomia differenziata avremo 20 servizi sanitari diversi e ogni Regione deciderà come organizzare i propri in base alle risorse disponibili, aprendo la strada alle privatizzazioni e aumentando il divario tra i diversi sistemi regionali. Il Servizio sanitario nazionale verrà ulteriormente indebolito, in palese violazione dei principi di universalità, equità e solidarietà, peggiorando la condizione di milioni di cittadini che già oggi non possono più curarsi (4 milioni) o sono costretti a indebitarsi per farlo (7 milioni).

 

Perché firmare? Perché l’art. 33 della Costituzione afferma che «la Repubblica detta le norme generali sull’istruzione e istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi». Con l’Autonomia differenziata passeranno sotto il controllo e la legislazione regionale. Potenzialmente 20 sistemi scolastici differenti. La scuola non svolgerà più il compito assegnatole di «rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale», limitando così libertà e uguaglianza di cittadini e cittadine. Da strumento dell’interesse generale la scuola verrebbe subordinata al decisore politico di turno a livello regionale sia sui docenti che su cosa, come e perché insegnare.

 

Perché firmare? Perché l’art. 35 della Costituzione stabilisce che «la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori». Con l’Autonomia differenziata lavoratrici e lavoratori saranno meno tutelati, favorendo una sorta di dumping sociale che crea competizione fra Regioni. Il costo del lavoro si abbasserebbe a scapito della sicurezza. Verrebbe messa da parte la contrattazione nazionale indebolendo ulteriormente i lavoratori di fronte alle loro controparti, aumentando la precarietà.

 

Perché firmare? Perché l’art. 9 tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. Con l’Autonomia differenziata verranno regionalizzate le competenze ambientali: come se i mari, i fiumi, le montagne seguissero confini e legislazioni. La frammentazione normativa e l’assenza di una strategia unica per tutto il Paese aumentano i rischi e i problemi già presenti: dissesto idrogeologico, cementificazione diffusa, smaltimento dei rifiuti, contaminazione delle acque, impatto dei poli produttivi ed estrattivi, inquinamento atmosferico, ecc. Avremmo risposte e soluzioni diverse rispetto a direttive nazionali, europee e internazionali. Pensate poi ad una gestione segmentata di eventi catastrofici come terremoti, alluvioni, siccità o pandemie.

 

Perché firmare? Perché con l’Autonomia differenziata aumenteranno le distanze tra territori, soprattutto al Sud e nelle aree interne, che potrebbero contare solo sulle risorse presenti in Regione avendo Calderoli cancellato il fondo perequativo e il principio di sussidiarietà fiscale.

 

Perché firmare? Perché la legge 86 fa male a tutti, anche a quelli che votano per l’attuale maggioranza. Hanno provato a dirlo senza essere ascoltati nei mesi scorsi anche Banca d’Italia, Svimez, Corte dei Conti, Ue, Cei, Confindustrie del Sud. Con l’Autonomia differenziata aumenteranno in maniera esponenziale le diseguaglianze, peggioreranno i conti pubblici, verranno frammentati i processi amministrativi. Un disastro!

 

La difesa dell’unità e indivisibilità della Repubblica, dei suoi principi fondamentali di solidarietà e uguaglianza, non può essere ridotta a sfida tra governo e opposizioni, né tantomeno a un conflitto tra Nord e Sud. La posta in gioco è più grande. Lo si comprende parlando con le decine di migliaia di persone che vengono ai banchetti per firmare. In diversi esprimono preferenze per il centrodestra ma sono contrari allo Spacca Italia.

 

Per tutte queste motivazioni in meno di tre settimane è stato possibile arrivare a più di 500 mila firme solo online e a centinaia di migliaia ai banchetti nelle strade. I cittadini sono più avanti rispetto alle classi dirigenti, e non è la prima volta che accade. Lo straordinario numero di firme raccolte ai banchetti e online evidenza la voglia di partecipazione e condivisione su questioni così importanti. «Vi stavamo aspettando» è una delle frasi più ricorrenti ascoltate da chi è ai banchetti in queste settimane nelle periferie delle grandi città. È da qui che riparte la democrazia.

 

L’obiettivo è quello di vincere il referendum quando saremo chiamati, con ogni probabilità, alle urne. Per farlo bisogna che al voto ci vada la maggioranza degli aventi diritto. Ci possiamo riuscire solo continuando a informare, ascoltare, condividere, incontrare. Scommettendo su impegno, passione, gratuità. Gli ingredienti insostituibili della democrazia su cui costruire la partecipazione popolare di cui abbiamo bisogno per riportare al voto quanti credono che la politica non sia più lo strumento per cambiare le cose. Non per noi, ma per tutte e tutti!

 

Giuseppe De Marzo è coordinatore nazionale della Rete dei Numeri Pari, tra i 34 promotori del referendum e dell’evento del 17 ottobre 2019 dall’Ambra Jovinelli

 

COME ADERIRE ALLA CAMPAGNA REFERENDARIA
È possibile firmare in due modalità:

1 - recandosi con la propria carta di identità ai numerosi banchetti organizzati dai movimenti, dalle realtà sociali, sindacali e dai partiti da Nord a Sud del Paese; 

2 - andando sul sito www.referendumautonomiadifferenziata.com 

Nel primo caso è sufficiente portare con sé la propria carta di identità, mentre nel secondo si deve seguire una procedura elettronica. Una volta aperto il sito, cliccando su «firma» si entra nella pagina dedicata al referendum sul sito del ministero della Giustizia. Per procedere con l’operazione è necessario accedere con Spid o Carta d’Identità Elettronica e cliccare su «Ricerca iniziative». Inserendo le parole «autonomia differenziata» e cliccando su «cerca» apparirà un box intitolato «Contro l’autonomia differenziata. Una firma per l’Italia unita, libera, giusta». Per procedere alla firma è sufficiente cliccare su «Scopri di più» e poi su «Sostieni iniziativa». Dal 26 luglio al giorno in cui è stato scritto questo articolo sono state raccolte oltre 505mila firme online e centinaia di migliaia ai banchetti. Sarà possibile firmare online fino al 25 settembre e nei banchetti fino al 15 settembre.