Politica
14 ottobre, 2025A Montecitorio si discute la mozione, a prima firma Schlein, che chiede al governo di rivedere gli accordi con Tripoli. Il Memorandum si rinnoverebbe in silenzio il 2 novembre. Intanto Sea Watch denuncia altri attacchi delle milizie libiche
Mentre alla Camera si discute la mozione del Partito democratico per non rinnovare il Memorandum Italia-Libia sui migranti, la Guardia costiera di Tripoli spara. Ancora. Due giorni fa, denuncia l’Ong Sea Watch Italy, le milizie libiche avrebbero aperto il fuoco contro un’imbarcazione con 150 persone a bordo, uccidendone una e ferendone almeno tre.
La denuncia di Sea Watch: "Usano i mezzi forniti dall'Italia"
“Usano i mezzi forniti loro dall’Italia e dall’Europa per intimidire, ferire e uccidere, nel silenzio di chi le ha armate. Ieri è successo di nuovo — denuncia Sea Watch con un post su Instagram —. Quello che sappiamo ci arriva da Alarm Phone, che era in contatto con le persone. Si trovavano in acque internazionali, quando una motovedetta libica le ha raggiunte per poi aprire il fuoco contro l’imbarcazione. Poco fa le persone sono riuscite a raggiungere Pozzallo. Il più grave dei tre feriti è stato colpito alla testa ed è in coma. Un altro è ferito al viso, mentre il terzo è stato colpito a una gamba”.
Il nuovo rapporto di Sea Watch su 60 "episodi di violenza"
Non è la prima volta (e, probabilmente, non sarà neanche l’ultima) che la sedicente Guardia costiera libica apre il fuoco a bordo di motovedette fornite dal governo italiano. A fine agosto era stata Sos Mediterranée a denunciare di essere stati attaccata da milizie libiche che hanno aperto il fuoco contro la nave Ocean Viking. E oggi — 14 ottobre — Sea Watch pubblica il nuovo rapporto in cui si registrano 60 “episodi di violenza” commessi da Tripoli contro migranti, civili e attori statali europei nel Mediterraneo, dal 2016 a oggi. Ma l’Ong stima che il numero dei casi non segnalati sia “sostanzialmente più elevato”.
"Sparatorie" e "incidenti"
Sono state registrate, spiega Sea Watch, "sparatorie" e "incidenti che hanno causato la morte di migranti, dirottamenti di navi di soccorso e altri episodi di violenza come l'esecuzione intenzionale di manovre pericolose e l'inseguimento di imbarcazioni in difficoltà, l'ostacolo ai salvataggi, le minacce agli equipaggi di soccorso, il pestaggio di persone in difficoltà e l'abbandono di cadaveri in mare”. Almeno 54 di questi episodi, secondo Sea Watch, sono stati commessi in acque internazionali, nella cosiddetta regione di ricerca e soccorso libica o nella zona maltese.
Il (tacito) rinnovo del Memorandum Italia-Libia
E mentre la cronaca si riempie di un nuovo caso di violenza attribuibile alla Guardia costiera libica, la Camera discute la mozione — a prima firma Elly Schlein — che chiede al Parlamento di stralciare il Memorandum con la Libia, in vigore dal 2017 quando al Viminale c’era Marco Minniti, che si dovrebbe rinnovare tacitamente dal 2 febbraio 2026 (ma il governo italiano può chiederne la cessazione entro il prossimo 2 novembre).
La mozione che chiede lo stop al Memorandum
La mozione — sottoscritta tra gli altri da Nicola Fratoianni, Maria Elena Boschi, Riccardo Magi e Angelo Bonelli —impegna il governo ad "adottare iniziative di competenza volte a rivedere integralmente gli accordi bilaterali con la Libia in materia di controllo delle migrazioni; a "promuovere, in sede europea, l'istituzione di una missione civile di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale, sul modello dell'operazione Mare Nostrum"; a "porre fine al sostegno a entità libiche implicate in violazioni dei diritti umani, escludendo tali soggetti da ogni forma di assistenza finanziaria, logistica o formativa"; ad "adoperarsi concretamente per proteggere la vita e i diritti umani di rifugiati e migranti in Libia”.
La discussione alla Camera
"Questo rapporto va interrotto — ha detto questa mattina a Montecitorio la deputata del Pd, Ouidad Bakkali, illustrando in Aula la mozione Schlein —, bisogna rendersi conto nel governo e nel Parlamento che questo accordo porta con sé costi elevatissimi, scarsa trasparenza e la violazione sistematica dei diritti umani, della legge europea, dei diritto internazionale. Il Parlamento sia protagonista”.
“È arrivato il momento di dire basta! Revochiamo il Memorandum, chiudiamo i Cpr e rivediamo insieme tutte le politiche migratorie del nostro Paese, a partire dall'abominevole Bossi Fini, che impedisce di regolarizzare anche quella forza lavoro che sarebbe oggi così indispensabile per l'economia del nostro Paese. Queste sono le nostre richieste”, ha detto la deputata di Avs Francesca Ghirra.
La posizione del Movimento 5 stelle la espone il deputato Francesco Silvestri: "Vogliamo fermare il tacito rinnovo del memorandum, c'è bisogno di una revisione seria e di un dibattito parlamentare per realismo. Se uno strumento non funziona non lo si difende, si cambia — ha detto durante la discussione il pentastellato —. È evidente che questo strumento in 8 anni non ha funzionato, quindi va aggiornato", ha chiarito Silvestri sottolineando, tra le altre cose: "Vogliamo conoscere spese e risultati, aprire corridoi umanitari, vogliamo una azione vera e seria contro i trafficanti, tutto questo non è successo”.
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