Politica
2 ottobre, 2025Il ministro degli Esteri, durante l'informativa a Montecitorio, rivendica che il governo "ha fatto per i gazawi più di ogni altra Nazione europea". Ribadisce il diritto all'autodifesa di Israele ma "la sua reazione è andata ben oltre". E si dice aperto all'introduzione di sanzioni commerciali
Intervenendo per un'informativa in Aula sul Medio Oriente, il ministro degli Esteri Antonio Tajani esordisce affermando che, per la prima volta in due anni, “siamo vicini a uno spiraglio di pace”. E ricorda che “tutto è iniziato il 7 ottobre”. Il “percorso per la pace non sarà facile”, sottolinea il vicepremier, “ma se tutti i protagonisti — Stati Uniti, Israele, Paesi arabi responsabili, la stessa Autorità nazionale palestinese — avranno forza e lungimiranza per andare fino in fondo potrebbe essere la svolta che cambia la storia del vicino Oriente”
"Israele è andata oltre al diritto all'autodifesa"
Da due anni l’Italia, secondo Tajani, persegue due obiettivi “chiarissimi: la de-escalation” e “contenere le sofferenze della popolazione civile”. Israele “è stata aggredita e ha il pieno diritto di difendersi”. Ma, ha aggiunto Tajani, abbiamo chiesto di “metter fine alla violazione del diritto internazionale umanitario e di non infierire su una popolazione inerme. Gaza non è Hamas, i palestinesi sono le prime vittime di Hamas. Purtroppo, queste nostre richieste sono state disattese. Gli abitanti di Gaza, usati come scudi umani dai terroristi, hanno subito in modo drammatico l’operazione militare di Israele che è andata — ribadisce il ministro in uno dei passaggi più critici verso Tel Aviv — ben oltre al diritto all’autodifesa”.
Rivendica poi di aver fatto “per i gazawi più di qualunque altra nazione europea”. “La nostra risposta al dramma di Gaza sono i bambini, ormai quasi 200 che possono curarsi in Italia — ha detto —. Ieri sera (primo ottobre) è arrivato primo gruppo di studenti palestinesi e ne arriveranno altri 100-150 nei prossimi giorni”.
"La crisi umanitaria nella Striscia è inaccettabile"
“La crisi umanitaria umanitaria nella Striscia è inaccettabile — ribadisce —. Questa carneficina deve finire. Come saremo sempre amici del popolo palestinesi, così saremo amici del popolo di Israele. Condanniamo con forza le parole di alcuni ministri israeliani, l’atteggiamento aggressivo di alcuni coloni, siamo fermamente contrari alla creazione di nuovi insediamenti in Cisgiordania perché confliggono con la proposta di due Stati”, in cui “noi crediamo”. “Siamo favorevoli a sanzioni nei loro confronti”. E apre alla possibilità di valutare le sanzioni commerciali proposte dalla Commissione europea, con la “consapevolezza, però, che non ci debbano essere ricadute negative sulla popolazione civile israeliana”. “Ogni piano di deportazione o occupazione della Striscia ci ha visto sempre apertamente contrari. Il governo — promette facendo eco a quanto detto negli scorsi giorni dalla premier Giorgia Meloni — è pronto a riconoscere lo Stato di Palestina a patto che siano rispettate alcune condizioni: il rilascio di tutti gli ostaggi, il disarmo di Hamas e la sua esclusione da ruoli politici e di governo”.
Le comunicazioni sulla Flotilla
“Il governo non può che guardare con favore agli sforzi per portare gli aiuti umanitari a Gaza”. Inizia così il passaggio dedicato alla missione della Global Sumud Flotilla, con alcune imbarcazioni che ieri — 2 ottobre — sono state abbordate dalla Marina israeliana e altre ancora in viaggio verso la Striscia. “La Gsf era nata con questo obiettivo dichiarato — ha sottolineato —. Ieri sera, quando le imbarcazioni erano ormai prossime alle acque di Gaza, la Flotilla è stata fermata dalle autorità israeliane. Gli abbordaggi sono stati pacifici e senza violenze e preparati da numerose misure di avvicinamento, partendo dalla nave madre Alma”. "Secondo quanto appreso dalla nostra Ambasciata a Tel Aviv, la Marina israeliana ha impiegato più di 16 navi nell'operazione, che si concluderà nella giornata di oggi, per le precauzioni adottate per evitare incidenti. L'arrivo ad Ashdod richiederà ancora diverse ore di navigazione”, ha sottolineato il titolare della Farnesina. Poi, i membri della Flotilla “verranno trasferiti su voli chapter e portati in Italia.
Sono 22 gli italiani fermati
Al momento, ha aggiunto, “sarebbero 22 gli italiani fermati. Continuiamo a monitorare la situazione. Il consolato a Tel Aviv e a Gerusalemme assisteranno tutti gli italiani. I nostri connazionali sono in buone condizioni. Avevo ripetutamente parlato con il Ministro israeliano Sa'ar, chiedendo di evitare azioni aggressive — ha aggiunto —. Sono sollevato dal constatare che le regole di ingaggio siano state rispettate e che fino a questo momento non si registrino atti di violenza o complicazioni nelle operazioni delle forze israeliane. Già da venerdì potrebbero avvenire prime partenze, soprattutto per chi accetterà di lasciare volontariamente Israele. Per chi rifiuterà l'espulsione immediata, sarà necessario attendere il provvedimento di respingimento dell'Autorità giudiziaria israeliana, che potrebbe richiedere 48-72 ore”.
"Tutti i nostri appelli sono stati ignorati"
"Sin da prima della partenza della Flotilla, avevamo fatto tutto il possibile per segnalare i pericoli di questa iniziativa. Ne avevo parlato a lungo con la portavoce, facendo appello al senso di responsabilità, ricordandole i gravi rischi insiti nell'operazione. Tutti i nostri appelli, le stesse autorevoli parole del Presidente della Repubblica Mattarella, sono stati ignorati”, ha aggiunto, garantendo che il governo continuerà a seguire la situazione.
Il passaggio sul piano di pace americano
Poi, ha fatto un appello alle opposizioni affinché sostenga il piano di pace americano, accolto "da Israele, dall'Autorità Nazionale Palestinese" e da "molti importanti Paesi arabi e musulmani". "Per Gaza si profila un futuro governato da rappresentanti arabi, un graduale ma rapido ritiro delle forze di Israele, un ambizioso piano di ricostruzione con capitali sauditi, americani e non solo", ha proseguito il vicepremier, "tutto ora dipende da Hamas, dalla risposta che darà. La salvezza o la tragedia per la popolazione di Gaza dipendono dalle loro scelte”.
"Il Piano di pace definisce una serie di principi per la risoluzione del conflitto: Hamas deve essere disarmata e non deve avere alcun ruolo nel futuro di Gaza; tutti gli ostaggi devono essere rilasciati; devono cessare i bombardamenti e le operazioni militari israeliane a Gaza; l'accesso di aiuti umanitari deve essere ripristinato; pieno sostegno al piano arabo per la ricostruzione di Gaza", ha ricordato Tajani, sottolineando come l'Italia debba "fare la sua parte". "Nei miei numerosi incontri a New York ho riscontrato la più ampia condivisione di questi principi, che rappresentano l'unica base credibile per arrivare a due Stati in grado di convivere in pace e sicurezza", ha detto ancora il vicepremier. "Sono certo che anche l'opposizione si riconosce e sostiene questi principi. E proprio per questo voglio rinnovare un appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento. Il Paese, l'intero Paese, non può non riconoscersi in questi principi e in questi obbiettivi".
“Cari colleghi — ha aggiunto — a Israele ripetiamo: ‘Basta fermatevi’. Ad Hamas diciamo: ‘Fatevi da parte, rinunciate al vostro sogno criminale, abbiate pietà del popolo che dite di difendere’”.
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