Politica
21 ottobre, 2025Su La Stampa, l'economista denuncia l'incoerenza tra le scelte attuali del governo e la passata retorica dei suoi componenti
Il titolo dell'intervento è abbastanza esplicito: “Meloni, benvenuta tra noi 'austeri'". Elsa Fornero, ministra del governo Monti e diventata negli anni il "bersaglio perfetto" in tema di pensioni, sceglie le colonne del quotidiano torinese per commentare la legge di Bilancio approvata qualche giorno fa dal Consiglio dei ministri e che ora dovrà passare al vaglio del Parlamento.
Per l'economista, le forze politiche che governano ormai dal 2022 hanno adottato una linea d'azione più “prudente”, con una distribuzione “saggia” delle risorse. Tutto il contrario di quanto sostenevano prima di andare al governo, quando criticavano “l’austerità” e l’Europa per aver imposto “amare medicine”, definendo i governi tecnici “asserviti”.
“E la sola parola 'sacrifici' scatenava reazioni stizzose, improperi, quando non addirittura minacce”, scrive Fornero. “Hanno reclamato libertà a 360 gradi nella spesa pubblica, e perciò nella formulazione delle leggi di bilancio, scordandosi il legame tra questa spesa e le entrate necessarie per la sua copertura, e quindi il suo collegamento con le imposte, considerate invece alla stregua di un furto”.
"Quanta acqua è passata sotto i ponti, quante bugie, pur sommerse dalla propaganda, sono state platealmente contraddette dalla realtà", si legge in un passaggio dell'intervento di Fornero.
Ora il governo si trova a dover affrontare “l’amara verità dei vincoli economici” e ad indossare la “vigorosa camicia di forza” imposta dal nuovo Patto di stabilità e crescita, che obbliga l’Italia ad una stabile riduzione del debito pubblico. Dei vincoli che ridimensionano drasticamente i margini di manovra non solo sulla legge di bilancio attuale, ma anche su quelle a venire. “Il prezzo che paghiamo alla sostenibilità del nostro debito è dunque un’ipoteca sulla crescita futura, ancora condannata allo zero virgola”, afferma Fornero.
E se gli “europeisti austeri” possono consolarsi col fatto che il disavanzo sarà mantenuto sotto il 3%, permettendo al Paese di uscire dalla procedura di infrazione per debito eccessivo, bisogna fare i conti con il nuovo atteggiamento di prudenza della destra e le sue promesse non mantenute. A partire dalla cancellazione della riforma pensionistica rinviata per l’ennesima volta, o dall’aumento della pressione fiscale, contrariamente alla propaganda anti-tasse che definiva le imposte un “pizzo di Stato”, una “espressione il cui significato è chiaro anche nelle più sperdute località del Paese”. Anche sui condoni il governo non sarebbe stato di parola. “Nonostante a ogni Finanziaria si trattasse dell’ultimo tra scudi e tasse concordate, eccone spuntare un altro, naturalmente quello definitivo, sfrontatamente chiamato pace fiscale” aggiunge Fornero.
Il tutto, alla luce di una Manovra che l’economista definisce “inadeguata ad affrontare i problemi strutturali del Paese”, tra cui spicca l’invecchiamento.
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