Politica
23 ottobre, 2025Stefano Bonilauri, amico di Savoini, ex portavoce di Salvini, stringe accordi e pubblica libri graditi alle autocrazie vicine al Cremlino. Dall’Iran al Vietnam, dal Myanmar alla Corea del Nord
Tradotto in inglese, russo, francese, cinese e disponibile su Amazon, “Myanmar in the Golden Land” promette «una prospettiva unica sulla storia e la situazione politica attuale del Paese». Lorenzo Maria Pacini lo ha scritto per Anteo Edizioni, presentandolo in pompa magna lo scorso 30 agosto, in tempo perfetto per le elezioni nazionali del 28 dicembre 2025. Con lui c’era anche il suo editore, l’emiliano Stefano Bonilauri, 39 anni, un passato nella Lega e un filo che riporta ai legami pericolosi tra il partito di Matteo Salvini e la Russia di Vladimir Putin.
Secondo quanto ricostruito da L’Espresso, Bonilauri è infatti un amico di Gianluca Savoini, ex portavoce di Salvini. Non solo: ha anche fondato l’associazione Russia-Emilia Romagna, che ha gli stessi obiettivi di quelli della onlus Lombardia-Russia di Savoini.
A Yangon, mentre il suo autore firmava copie, Bonilauri ha siglato un accordo con il Myanmar per promuovere su scala internazionale opere gradite al regime birmano.
Questa non è la prima volta che l’editore italiano promette di prestare il fianco alle moderne autocrazie. Basta guardare i titoli pubblicati da Anteo Edizioni per capirlo. Prima del testo sul Myanmar, la società di Bonilauri ne aveva infatti già pubblicati di simili su Russia, Cina, Vietnam, Azerbaijan, Iran e Corea del Nord.
Sulla Russia con amore
Per spiegare a modo proprio la guerra in Ucraina, per esempio, Anteo ha appena pubblicato un volume di Glenn Diesen, politologo esperto di “Grande Partenariato Eurasiatico della Russia letto tramite il prisma della politica economica russa, l’ideologia conservatrice e la sicurezza strategica”, si legge nel retro di copertina. Titolo dell’opera: “La guerra in Ucraina e l’ordine mondiale euroasiatico”.
Oltre che attraverso i libri, Bonilauri manifesta la propria predilezione per la Russia e il suo governo presiedendo l’associazione Russia-Emilia Romagna. Quali siano le attività di questa sua creatura lo ha chiarito lui stesso in un’intervista del 2018. Tra gli scopi della onlus, oltre a quello di «favorire il dialogo e il reciproco rispetto tra le confessioni tradizionali del continente eurasiatico e difendere la conservazione della identità etnica, culturale e religiosa di ogni popolo», ci sono anche – ha detto – «attività varie finalizzate alla raccolta fondi, promozione di accordi e intese tra aziende ed enti pubblici e privati, progettazione di interventi a sostegno dell’integrazione economica tra Italia e Federazione Russa».
Coerente con questa missione, Bonilauri ha di recente commentato il conflitto russo-ucraino in un’intervista rilasciata a Sputnik Bielorussia, sito controllato dal Cremlino.
Dopo aver tessuto le lodi del regime di Minsk per l’ordine e la pulizia del Paese, l’editore emiliano ha detto che la Bielorussia potrebbe diventare un ponte tra Russia e Ucraina se solo Europa e Stati Uniti non glielo impedissero. Ha poi condannato le sanzioni contro la Russia («stanno causando un aumento dei prezzi e i cittadini italiani sono costretti a pagare di più») e ha chiarito che «in Italia non c’è russofobia» ma – ha tenuto a specificare – «la richiesta di dialogo che viene dalla gente sta trovando ostacoli nelle più alte sfere politiche». Mentre pronunciava queste parole – l’intervista è datata 13 giugno 2025 – si trovava in Bielorussia per la sua prima visita nel Paese che Aleksandr Lukashenko guida ininterrottamente dal 1994.
Viva il Vietnam
In ogni suo intervento Bonilauri si presenta come messaggero di una «prospettiva unica», allineata a quella dei regimi autoritari. Anche a quello del Vietnam, tanto da essersi meritato, nel 2023, il premio “per la protezione delle fondamenta ideologiche del Partito Comunista del Vietnam”, assegnatogli dall’Accademia Nazionale di Politica Hồ Chí Minh. Ritirando il riconoscimento, Bonilauri ha ripetuto il solito copione: lodi per la «trasparenza e integrità» del partito comunista vietnamita e per quella «incrollabile determinazione» con cui lotta contro la corruzione. Mantenendo la promessa di «promuovere la conoscenza del Vietnam attraverso la pubblicazione di nuove opere», il proprietario di Anteo Edizioni è tornato a ribadire in pubblico la sua stima per il regime vietnamita in occasione del 95° anniversario della fondazione del Partito Comunista locale.
All’inizio di quest’anno, in un’intervista per l’agenzia governativa Vietnam News Agency, ha dichiarato infatti che «il Partito potrà realizzare pienamente i propri obiettivi per il prossimo periodo, costruendo un futuro di prosperità, civiltà e orgoglio nazionale». Tutto questo nonostante il Vietnam sia una nazione considerata non libera da organizzazioni come Freedom House e Reporter Sans Frontiers.
Con la Lega in Ossezia
Nel portfolio dei Paesi raccontati dalla casa editrice di Bonilauri compare anche la Corea del Nord. L’autore del libro è Jean Claude Martini, delegato italiano dell’associazione Kfa, amici della Corea del Nord. Fondata nel 2012, Anteo Edizioni dichiara un solo dipendente. La società non è tenuta a depositare il bilancio perché registrata come impresa individuale. Di certo il catalogo delle opere prodotte è ricco. Tanto per citarne qualcuna: una collana sulla Cina, libri sull’Azerbaijan come “Ilham Aliyev, successi in politica estera – 2003-2023” (in vendita a 1 euro), un testo sullo Xinjiang con prefazione del console generale cinese a Milano, uno intitolato “La questione di Taiwan e la riunificazione pacifica della Cina”. Senza contare il volume di geopolitica con prefazione di Claudio Mutti, tra i padri del neofascismo italiano.
Bonilauri? «È stato iscritto alla Lega almeno fino al 2019, era del giro di Savoini», dice a L’Espresso un esponente leghista che lo conosce da anni. Gianluca Savoini è stato l’uomo al centro dello scandalo dell’Hotel Metropol, la trattativa intavolata con alcuni cittadini russi, tra cui un esponente dei servizi segreti di Mosca (Andrei Kharchenko, membro del quinto servizio dell’Fsb), per ottenere un finanziamento milionario destinato alla Lega.
Da quando nel 2019 la storia è stata rivelata – nel "Libro nero della Lega" e su L’Espresso – Savoini è sparito dalla circolazione. Ha smesso di parlare in pubblico e anche la sua associazione Lombardia-Russia è stata oscurata. È tornato a farsi vedere solo l’11 novembre 2024, cinque giorni dopo l’elezione di Trump, quando è ricomparso su ByoBlu, canale fondato dall’ex M5s Claudio Messora.
Forte dell’archiviazione dell’indagine della Procura di Milano per la trattativa del Metropol (confermata dagli stessi magistrati che, però, hanno scelto di non chiedere il processo per lui e per gli altri indagati), l’ex portavoce di Salvini conduce oggi la trasmissione “Deep State”, per la quale ha intervistato tra gli altri anche Maria Zakharova, rappresentante del ministero degli Esteri russo.
Nel 2019, insieme ad alcuni esponenti leghisti, Bonilauri era in Ossezia del Sud, territorio georgiano occupato dalla Russia, in veste di osservatore elettorale. La European Platform for Democratic Elections, organizzazione fondata da varie ong internazionali e supportata dalla Commissione europea, in un rapporto su quell’evento descrisse Bonilauri come membro della Lega. Fonti interne al partito raccontano che in quell’occasione la Russia aveva coperto tutte le spese degli osservatori, volo compreso.
Anche dopo aver lasciato la Lega, Bonilauri ha continuato a frequentare i rappresentanti dei Paesi autocratici di cui pubblica libri. Il 10 settembre del 2024 ha partecipato a una festa dell’ambasciata vietnamita a Roma, per l’anniversario di fondazione della Repubblica Socialista del Vietnam. Due settimane dopo era all’Hotel Principe di Savoia, a Milano, ospite del consolato generale cinese. Ufficialmente, per celebrare il 75° anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese. Era lì anche per proporre nuovi libri sui governi di Cina e Vietnam? A questa e alle altre domande inviate per questo articolo, Bonilauri non ha risposto.

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