Politica
24 ottobre, 2025Le critiche sugli investimenti del governo nella difesa accomunano parte delle opposizioni (M5s, Avs e una porzione del Pd) alla Lega: “Non è comprensibile per i cittadini che non ci siano soldi per tante cose, ma per le armi sì”
Le spese per la Difesa, in crescita visto il contesto internazionale, vengono sempre più spesso contrapposte a quelle per il Sociale: una critica al governo italiano che non viene solo da una parte delle opposizioni, ma anche dall’interno della maggioranza. Durante la discussione in senato in vista del Consiglio europeo del 23 ottobre, il leghista Claudio Borghi ha detto alla premier Meloni: “Non è comprensibile per i cittadini che non ci siano soldi per tante cose, ma per le armi sì”, aggiungendo che “è difficile spiegare che nella manovra non ci sono i soldi per un ospedale, mentre per un missile sì”. Le critiche su questo tema accomunano la Lega e parte delle opposizioni (M5s, Avs e una porzione del Pd) che sul sostegno militare all’Ucraina e della difesa comune hanno palesato in parlamento le loro posizioni molto diverse.
Nell’anno in corso il bilancio della Difesa pesa per 31,3 miliardi di euro, in aumento del 7,2% rispetto al 2024. Quest’anno il governo ha detto di avere raggiunto l’obiettivo Nato del 2% del Pil in spese militari (accorpando in realtà varie voci). Era un impegno preso nel 2014 dall’allora governo Renzi e confermato da tutti i governi successivi, ma ora il nuovo obiettivo Nato sottoscritto – sotto la pressione esercitata da Trump - è arrivare al 5% del Pil.
Nella nuova legge di bilancio si vede chiaramente che l’Italia vuole aumentare, nei prossimi tre anni, le spese per la Difesa e la Sicurezza nazionale dello 0,5% del Pil (circa 12 miliardi). Un impegno confermato anche nel Documento Programmatico Pluriennale del ministero della Difesa con le previsioni di spesa per i prossimi anni.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha spiegato che saranno finanziati con i Btp o con i prestiti del programma europeo Safe che ovviamente andranno restituiti. E proprio la Commissione europea vuole avere sempre più un ruolo centrale in questo ambito, in cui si incrociano le prerogative Nato e la sovranità dei singoli Paesi Ue: con un piano che guarda al 2030 ha chiesto agli Stati membri di aumentare gli acquisti di armamenti nelle aziende europee (a scapito di quelle americane) e definito alcune priorità come la difesa anti-missilistica e lo scudo spaziale.
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