Politica
28 ottobre, 2025Il Guardasigilli: "Sono abituato a sentirmi attribuire gli improperi più sciagurati", ma la Carta "ha in sé il suo rimedio. Mi auguro che l'aggressività verbale dei magistrati cessi". Giovedì il via libera definitivo alla separazione delle carriere (poi si aprirà la partita del referendum)
La riforma della Giustizia è un “attentato alla Costituzione”, come sostengono i più critici? Per il ministro Carlo Nordio, è una “affermazione quasi schizofrenica”. Parlando al Salone della Giustizia a Roma, nel corso dell’intervista con Alessandro Sallusti, il Guardasigilli è tornato sulle contestazioni mosse contro la modifica costituzionale che giovedì — 30 ottobre — dovrebbe ricevere il via libera definitivo dal Senato (per poi aprirsi, con grande probabilità, la partita referendaria).
"Da quando sono ministro sono stato abituato alle improprerie più sciagurate. Ora c'è anche l'attentato alla Costituzione”, ha detto Nordio al direttore de Il Giornale. “La Costituzione ha in sé il suo rimedio. Prevede essa stessa di essere modificata con un procedimento molto lungo. Quello che mi amareggia — ha aggiunto — è che qualche volta queste accuse vengano da magistrati perché la giustizia non può essere strumentalizzata o addirittura prostituita per ragioni politiche”.
“Mi auguro — ha continuato il ministro — che questa aggressività verbale, soprattutto da parte della magistratura, cessi e che la polemica venga mantenuta in termini razionali. Ammetto che questa riforma può creare delle perplessità perché è una novità assoluta. Auspico che questo dibattito non assuma caratteri degenerati come quando si accusa il ministro della Giustizia di attentato alla Costituzione quando poi applica la Costituzione". Secondo il Guardasigilli, sono molti i “magistrati” che “sono d’accordo, soprattutto quelli che sono stati vittime di spartizioni correntizie”, sul sorteggio dei rappresentanti del Csm, uno dei punti qualificanti — insieme alla separazione delle carriere — di questa riforma della Giustizia.
Tre giorni fa l’Anm ha approvato l’ennesima mozione, al termine dell’Assemblea generale, in cui l’associazione dei magistrati ha ribadito il proprio “no” alla riforma che prevede, tra le altre cose, la separazione delle carriere. Perché "dire no alla riforma significa difendere la Costituzione, l'equilibrio tra i poteri e la libertà di tutti". "L'Associazione Nazionale Magistrati — si legge nella mozione — non può restare inerte di fronte a una riforma che altera l'assetto dei poteri disegnato dai Costituenti e mette in pericolo la piena realizzazione del principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge”.
Poi, nel faccia a faccia con Sallusti, un passaggio sulle intercettazioni. "Abbiamo già fatto una legge su questo, state certi che dopo il referendum la faremo. È uno scandalo, è una vergogna, accade solo in Italia una porcheria del genere — ha detto Nordio —. Questo ha riguardato la destra e la sinistra, una ministra una volta è stata costretta alle dimissioni perché hanno pubblicato una frase non so se sua o di qualcun altro... ma sono esempi che purtroppo si sono ripetuti, È una vergogna che accada solo in Italia ed una vergogna che nessuno le abbia mai perseguite. Questo è uno dei miei punti fissi: prima era la riforma costituzionale, poi sulle intercettazioni la riforma è già allo studio e la faremo nell'interesse dei cittadini ma anche nell'interesse della magistratura”.
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