Attacchi da partiti e associazioni. Lepore: “iniziativa vergognosa, contro chi si batte per la pace in Palestina”. Lega: “per gli organizzatori espulsione e remigrazione”. Ucoii: “Andranno presi provvedimenti se non viene cancellata”
Il capogruppo della Lega di Bologna Matteo di Benedetto e l’eurodeputata del Carroccio Anna Cisint condannano la manifestazione indetta per domani, anniversario della strage del 7 ottobre 2023, dal gruppo Giovani Palestinesi del capoluogo emiliano. “È inaccettabile, non possiamo tollerare che si festeggi il massacro di innocenti, tra l'altro fatto su base etnica, avvenuto quel giorno. Ricordiamo che quei terroristi giocavano a palla con le teste dei bambini. Non ci sono scuse”, commentano Di Benedetto e Cisint.
La nota di Lega Bologna è arrivata in risposta al volantino con cui i Giovani Palestinesi hanno pubblicizzato l’iniziativa e in cui si legge “Viva il sette di ottobre”. Per i due esponenti del Carroccio, “coloro che organizzano manifestazioni del genere sono pericolosi e non sappiamo fino a dove potrebbero spingersi” ed evocano i mantra leghisti di “espulsione e remigrazione” come risposta a iniziative simili.
“Invitiamo le istituzioni preposte a intervenire, vietare la manifestazione e non dare più spazio a centri sociali e Pro-Hamas che inneggiano allo sterminio di ebrei. Dove possibile, inoltre, vanno attuate l'espulsione e la remigrazione dei responsabili. Dobbiamo tutelare la nostra comunità ma anche i valori e i principi di democrazia che Hamas viola, perché quello di Hamas è terrorismo”, concludono Di Benedetto e Cisint.
A Bologna il gruppo Giovani Palestinesi ha annunciato una manifestazione per domani, l’anniversario del massacro del 7 ottobre 2023. Sul volantino pubblicato sui social si legge “Viva il sette di ottobre” con la strage di Hamas che viene descritta come “la più grande azione di resistenza degli ultimi decenni contro l'occupazione coloniale sionista”.
La condanna al manifesto è arrivata da tutto l’arco politico. Il sindaco Matteo Lepore definisce l’iniziativa “vergognosa” sottolineando che chi la promuove “non ha nulla a che fare con chi si batte per la pace in Palestina e fa solo il gioco di chi nega il genocidio a Gaza”. “L’antisemitismo non è la soluzione, ma la benzina sul fuoco, l’odio che porta altro odio. Chi organizza queste manifestazioni vuole boicottare il movimento per la pace e Gaza” ha commentato Lepore.
Toni simili sono stati usati dalla Comunità ebraica di Bologna che denuncia come “la manifestazione trasformi il sette ottobre in una giornata di celebrazione di un eccidio efferato. Non un giorno di lutto per ricordare un massacro di innocenti, ma una festa. Siamo grati alle autorità che si sono attivate per vietare questo ennesimo grave episodio”.
Anche Yassine Lafram, presidente dell’Unione delle comunità islamiche d'Italia si oppone fermamente all’iniziativa: “Io penso che le persone che l'hanno promossa debbano seriamente riflettere su quanto sia sbagliata e lontana da ogni idea di diritti umani e del rispetto del diritto internazionale che stiamo chiedendo a Israele. Penso che vadano presi i provvedimenti se l'iniziativa non verrà cancellata”.
Il capogruppo della Lega Matteo di Benedetto e l’europarlamentare del Carroccio Anna Cisint attaccano la manifestazione e gli organizzatori evocando i mantra leghisti di “espulsione e remigrazione”: “È inaccettabile, non possiamo tollerare che si festeggi il massacro di innocenti, tra l'altro fatto su base etnica, avvenuto quel giorno. Ricordiamo che quei terroristi giocavano a palla con le teste dei bambini. Non ci sono scuse. coloro che organizzano manifestazioni del genere sono pericolosi e non sappiamo fino a dove potrebbero spingersi”.
Anche la reazione di Fratelli d’Italia segue le dichiarazioni degli alleati del centrodestra: “È inaccettabile che a Bologna il Gruppo Giovani Palestinesi voglia organizzare una manifestazione per celebrare gli attacchi terroristici del 7 ottobre 2023, una strage compiuta da Hamas contro civili innocenti ed intere famiglie con bambini sterminate. Gli organizzatori vanno identificati e fermati: Bologna non può diventare il palcoscenico della propaganda dell'odio e della violenza”.
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