Politica
21 novembre, 2025Oltre al conduttore di Piazza Pulita, nel panel "Interrogare il potere" moderato da Carlo Tecce e Gloria Riva è intervenuto anche Ferruccio de Bortoli: "Le querele temerarie fanno scivolare il nostro Paese in fondo alle classifiche sulla libertà di stampa"
Qual è il rapporto tra stampa e potere? È partito da questa domanda il panel moderato dai giornalisti de L'Espresso Carlo Tecce e Gloria Riva, con il conduttore di Piazza Pulita Corrado Formigli e l’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, secondo cui “oggi il potere si è un po' chiuso” e “forse dovremmo richiamare i nostri colleghi ad avere un po' più di coraggio. Ma il coraggio oggi costa di più rispetto a un tempo. Le querele temerarie fanno scivolare il nostro Paese in fondo alle classifiche per la libertà di stampa". Le domande scomode, ha aggiunto l'ex direttore del Corriere della Sera, "fanno parte del buon giornalismo".
La riflessione di Formigli è partita da un dato: il 19 novembre erano 315 giorni dall’ultima conferenza stampa con domande di Giorgia Meloni (nel momento in cui scriviamo, i giorni sono diventati 317). “Ormai assistiamo a conferenze stampa solo a inizio anno. Sarà un rito stanco e obsoleto, in cui si fa la domanda, la presidente del Consiglio risponderà a ciò che vuole e poi il giornalista non ne potrà fare una seconda”. Ma il conduttore di Piazza Pulita si è interrogato sulle “colpe” della categoria: “I primi responsabili siamo noi giornalisti che riteniamo normale che il presidente del Consiglio non risponda alle domane, in nessun modo. Oggi Meloni fa un video sui social in cui rivendica i propri dati. Le dice senza ombra di smentita perché è un messaggio diretto — ha spiegato —. Ma qualcuno dovrebbe dirle 'non mi tornano questi conti'. Come si fa a domandarglielo? Non risponde neanche per mail. Il problema è che per questo non si arrabbia nessuno, nessuno s'indigna. Ormai i leader parlano solo dal loro predellino digitale: questa è una grave ferita per la democrazia”.
A proposito di potere ed economia, qual è stato per de Bortoli — ha chiesto Riva — il racconta dei media sulla scalata bancaria? Anche perché, ha aggiunto, alcuni editori erano coinvolti. Per l’ex direttore del Corriere, “al di là di alcune eccezioni, ha prevalso il conformismo. Perché è stata una scalata anomala, con il governo da una parte, con la classe dirigente nel suo complesso che non ha detto nulla perché temeva di mettere in pericolo i rapporti con l’esecutivo. E quindi non c’è stato un grandissimo dibattito”.
Ma che fase è per la televisione pubblica? "Una stagione triste per la Rai — ha risposto Formigli alla domanda di Tecce —. Alle solite logiche spartitorie, si è aggiunta un declino delle competenze e delle professionalità. E non parlo dei tanti colleghi bravissimi, ma spesso i loro responsabili: questo processo di appropriazione delle caselle direttoriali che sono state messe in mano a quarte o quinte file senza competenze. I pochi rimasti molto bravi sono stati fatti andare via perché incompatibili con la nuova linea editoriale. Viviamo una stagione televisiva in cui l'impoverimento dell'offerta non suscita neanche più molto scalpore ma soltanto un annoiato senso di abitudine”.
La Rai, per Formigli, “non è più un gigante di professionalità, è totalmente in mano al potere politico di turno, con qualche rara eccezione (penso a Ranucci, per esempio). L’arroganza del potere è arrivata a un punto da ritenere scontato che il direttore del più grande telegiornale pubblico italiano, il Tg1, potesse diventare portavoce di Palazzo Chigi. Non ne faccio una questione di Gian Marco Chiocci, ne faccio una questione della presidente del Consiglio. Quindi Meloni — ha aggiunto il conduttore di Piazza Pulita — è talmente soddisfatta di come il Tg1 ha rappresentato il potere dominante, che se lo fa portavoce. Quando arriviamo a questo punto, anche il danno che si fa all’immagine della televisione pubblica è gravissimo. Non penso che il Tg1 rappresentasse prima il telegiornale della rivoluzione, ma esistevano delle forme che oggi sono completamente saltate”.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Bella, ciao - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 21 novembre, è disponibile in edicola e in app



