Politica
4 novembre, 2025Intanto i Garanti dei detenuti di Roma e del Lazio evidenziano alcune criticità: dalle "reti metalliche che rendono i cortili comuni simili a gabbie" alle fascette ai polsi usate durante i trasferimenti
Il verbo è lo stesso usato da Giorgia Meloni ad Atreju a proposito dei centri in Albania: “Funzioneranno”. Ora è Matteo Piantedosi a garantire che gli hotspot al di là dell’Adriatico torneranno presto a operare a pieno regime. “Attualmente nei centri in Albania ci sono una quarantina di migranti, dal momento che in attesa che entrino in vigore i regolamenti europei abbiamo deciso di usarli come cpr — ha spiegato il ministro dell’Interno a SkyTg24 —, ma credo che da giugno funzioneranno", consentendoci di "gestire un fenomeno come l'abuso del diritto d’asilo”.
La proposta di Renzi
Poco prima era stato Matteo Renzi a fare “una proposta concreta” e “senza polemiche a Meloni. Ci sono 500 agenti di polizia e carabinieri che stanno a giocare a burraco in Albania nei centri migranti — ha detto l’ex presidente del Consiglio —. Ora non è colpa loro, ma quello non è un centro migranti, perché i migranti non ci sono. Possiamo trasformare quel centro migranti senza migranti in un carceri per albanesi, e noi ci riportiamo indietro carabinieri e poliziotti e li rimettiamo sulle strade?”.
La relazione dei Garanti dei detenuti del Lazio e di Roma
Non è solo la politica a tornare oggi sui centri in Albania, ma anche i Garanti dei detenuti — quello del Lazio Stefano Anastasìa e quello di Roma Valentina Calderone — che hanno pubblicato online la relazione trasmessa al prefetto di Roma, Lamberto Giannini, dopo la loro visita dello scorso luglio al cpr di Gjadër. “Il numero estremamente limitato delle persone presenti nel cpr nel corso della visita, 28 il primo giorno 27 il secondo, insieme con la disponibilità di posti nei centri collocati sul territorio nazionale rende, a parere di chi scrive, non giustificato il trasferimento in Albania di queste persone".
Nel documento vengono sottolineate diverse “criticità” come "le reti metalliche che rendono i cortili comuni alle camere di detenzione simili a gabbie”. Tra i rilievi viene anche menzionato l’uso sistematico delle fascette ai polsi durante i trasferimenti. E viene raccomandato alle autorità di “valutare caso per caso la stretta necessità del loro impiego”. I Garanti, infine, sconsigliano gli spostamenti di persone dai cpr italiani al cpr di Gjader poiché "comporta costi elevati, ostacola i contatti con familiari e avvocati e limita il diritto alla difesa”.
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