Politica
4 novembre, 2025Oggi l'ambasciata di Mosca in Italia ha rilanciato: "Il sotto-finanziamento dei beni culturali in Italia colpa degli aiuti al regime terroristico ucraino"
La “riduzione dei finanziamenti ai settori dei Beni culturali e del patrimonio storico italiano” è “causata dall'impiego sconsiderato dei fondi provenienti dai contribuenti italiani a sostegno del criminale regime terroristico ucraino”, come sostiene l’ambasciata russa? E allora da Carlo Calenda arriva una proposta, che ha il sapore di una (contro)provocazione. "La Russia continua — scrive il leader di Azione su X —. Una risposta adeguata sarebbe restaurare la Torre dei Conti con i beni sequestrati ai russi. Partiamo da qui”.
Una polemica, quella con Mosca, riaccesa dopo le parole della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. “Finché il governo italiano continuerà a spendere inutilmente i soldi dei suoi contribuenti — ha scritto ieri su Telegram — l’Italia crollerà tutta: dall’economia alle torri”. Una frase pronunciata mentre non si erano ancora concluse le operazioni di soccorso dopo il cedimento della Torre dei Conti, in zona Fori Imperiali a Roma, con l’operaio 66enne — poi morto — ancora incastrato sotto le macerie.
La discussione sul possibile utilizzo degli asset russi congelati è, ovviamente, più grande rispetto all’ultimo botta e risposta con Mosca e alla proposta provocatoria di Calenda. Secondo l’ultimo rapporto dell’Unità di informazione finanziaria, in Italia i beni riconducibili a personalità russe sotto sanzioni valgono circa 2,3 miliardi di euro, di cui 280 milioni in fondi liquidi. Se allargata ai beni (finanziari e non) in tutta Europa, questa cifra raggiunge il valore di 210 miliardi di euro. Ma i 27 Stati Ue, finora, non sono ancora riusciti a trovare una posizione comune sull’utilizzo di questi beni.
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