Politica
7 novembre, 2025Il fermo a Tripoli del comandante libico, accusato di torture e della morte di un detenuto, riapre una questione spinosa per il governo
Le autorità libiche hanno arrestato Almasri, il comandante libico che era passato dal territorio italiano (fermato lo scorso 19 gennaio a Torino e poi rimpatriato due giorni dopo su un volo di Stato). È accusato dalla procura di Tripoli di torture sui detenuti e omicidio, ma su di lui pendeva un mandato di cattura della Corte penale internazionale (a cui la Libia non ha mai formalmente aderito) e che ora probabilmente chiederà la sua estradizione.
L’arresto di Almasri in Libia riapre una questione spinosa per il governo italiano, anche se l’indagine a carico della premier Giorgia Meloni per favoreggiamento e peculato per il rilascio del comandante libico era stata archiviata - così come quella sui ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e sul sottosegretario Alfredo Mantovano, caduta del nulla dopo il "no" all'autorizzazione a procedere - ma ora il Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica che si occupa della verifica delle attività dell’intelligence, tornerà sul caso Almasri convocando di nuovo i ministri.
Sono emersi nuovi dettagli sul suo rimpatrio: una nota non ufficiale del governo (nel linguaggio giornalistico, si usa l’espressione "Fonti di Palazzo Chigi”, quando nessuno nel governo si vuole attribuire la paternità di una frase) ha spiegato che “l’esecutivo era a conoscenza del mandato di cattura della Procura di Tripoli a carico di Almasri già dal 20 gennaio 2025” e questo ha costituito una “delle fondamentali ragioni per le quali il Governo italiano ha giustificato alla Corte Penale Internazionale la mancata consegna di Almasri e la sua immediata espulsione proprio verso la Libia”.
Ma in realtà c’è confusione sulle date: guardando gli atti dell’inchiesta a disposizione del tribunale dei Ministri, la nota sull’indagine della procura libica (che non parlava di richiesta di arresto) sarebbe stata tradotta e consegnata al ministro Nordio solo il 22 gennaio, non il 20.
Sulle motivazioni del rilascio di Almasri ci sono state diverse versioni con ministri che hanno parlato prima di errori formali nella richiesta della Cpi, poi di avere agito per tutelare la sicurezza dei connazionali in Libia e ora si aggiungono nuovi elementi.
A parte la questione delle date, su questa vicenda non c’è ancora chiarezza mentre il primo ministro libico Dbeibah – e sembra un paradosso – ha dichiarato: “Nessuno in Libia è al di sopra della legge”.
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