Politica
7 novembre, 2025Per la presidente del Consiglio, è "inopportuna" la decisione relativa all'adeguamento del compenso dell'ex ministro, aumentato da 250 a 310 mila. Le opposizioni all'attacco. La scelta criticata anche dalla Lega
La polemica era nata perché Renato Brunetta, oggi presidente del Cnel, ha deciso di alzarsi lo stipendio da 250 a 310 mila euro annui. Il ritocco di 60 mila euro — oltre il 20% — era stato possibile anche sfruttando la sentenza con cui, lo scorso luglio, la Corte costituzionale aveva dichiarato illegittima la norma che fissava un limite massimo retributivo.
Le opposizioni erano subito partite all’attacco. E ora in ambienti di Palazzo Chigi sembrerebbe trapelare l'irritazione di Giorgia Meloni per la notizia dell'aumento dello stipendio di Brunetta. Una decisione "non condivisibile” per la presidente del Consiglio, scrive l’Ansa, così come è "inopportuna" la decisione relativa all'adeguamento del compenso dell’ex ministro.
Tra le forze di maggioranza, anche la Lega si era schierata contro l’aumento deciso unilateralmente dal Cnel. "Gli aumenti in piena autonomia degli stipendi al Cnel, a partire dal presidente Renato Brunetta, sono da riconsiderare — ha detto la deputata della Lega Tiziana Nisini —. Presenteremo un'interrogazione parlamentare e una norma in finanziaria che vada nella direzione inversa. Dobbiamo invece concentrarci nell'eliminazione dei contratti pirata con normative di legge che devono passare dall'iter parlamentare. Anche su questo tema, il lavoro del Cnel deve essere sopra le parti, non è un ente normativo”.
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