Politica
15 dicembre, 2025Ex militanti dei gruppi estremisti insieme con negazionisti e sovranisti. Spesso in rapporti con ex camerati ora al governo. Ecco gli autori dell’editoria di destra
Talvolta bastano piccoli segnali a far capire quanto sia cambiata l’aria. Nella primavera 2019 la piccola casa editrice Altaforte viene esclusa dalla Fiera del Libro di Torino. «È una censura politica», protesta il suo capo Francesco Polacchi. Ma due anni dopo, a ottobre 2021, il fatto si ripete. Stavolta alla Fiera della piccola e media editoria “Più libri, più liberi” di Roma, patrocinata dall’Aie, l’associazione degli editori. «Ci risiamo! Lotteremo ancora…», avverte Polacchi.
Ma non è certo per quella promessa che la «censura politica» contro gli editori della destra estrema si è dissolta. È che l’aria è cambiata, come sta a dimostrare “Più libri, più liberi” di quest’anno. Aperta in singolare coincidenza temporale con la festa di Atreju, esibizione sopra le righe del potere meloniano al governo.
Poteva forse in tale clima l’ostracismo colpire la casa editrice Passaggio al Bosco per cui scrive il giornalista Guido Giraudo, ex dirigente del Fuan e già vicedirettore di Candido? È l’autore del libro “C’è del marcio a Bologna”, teso a smontare la verità processuale sulla strage del 2 agosto 1980, secondo la quale è colpa dei neofascisti. Ma soprattutto è l’autore del libro “Sergio Ramelli, una storia che fa ancora paura”, sul diciottenne del Fronte della gioventù ammazzato a sprangate nel 1975 a Milano da estremisti di sinistra. Libro pubblicato da un altro editore di destra, Idrovolante edizioni, e presentato a Montecitorio un anno fa dall’autore insieme ad alcuni pezzi da Novanta di Fratelli d’Italia. Ossia il presidente del Senato Ignazio La Russa, con il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti, i deputati Riccardo De Corato e Alessandro Amorese. Onorevole, quest’ultimo, evidentemente informato sui fatti, editoriali, della destra. Racconta Michele Bocci su Repubblica: «I libri di Passaggio al bosco vengono suggeriti da Contro egemonia, il bollettino editoriale di FdI a cura di Alessandro Amorese, responsabile editoria del partito».
L’introduzione al medesimo bollettino traccia il solco: «L’alternativa rispetto all’egemonia culturale della sinistra passa dal bagaglio di identità della destra». E il suo amico Marco Scatari, il fondatore di Passaggio al bosco che «da un ventennio», dice la biografia, «guida la comunità militante di Casaggi», impugna la spada per difenderlo.
Ecco allora spuntare nel bouquet della casa editrice Benito Mussolini e il segretario del partito fascista repubblichino Alessandro Pavolini, fucilato anch’egli a Dongo. Ecco Julius Evola e Junio Valerio Borghese, capo della Decima Mas, ex presidente del Msi e ispiratore del fallito colpo di Stato del 1970, con Sir Oswald Mosley, capo dell’Unione britannica fascisti.
Ma nell’enorme elenco dei 188 autori figurano anche moderni epigoni di quel filone storico. I più illustri? Adriano Scianca, direttore del Primato nazionale, il quotidiano online di Casapound che ha gemmato la casa editrice Altaforte. Adriano Tilgher, leader di Avanguardia nazionale e sodale di Stefano Delle Chiaie. Emanuele Tesauro, presidente di Fortezza Europa, formazione di estrema destra battezzata con un termine mutuato dal Terzo Reich, nata da una scissione di Forza nuova. Gabriele Adinolfi, fondatore di Terza posizione. Mario Merlino, dal Msi ad Avanguardia nazionale, al circolo anarchico 22 marzo e al coinvolgimento nell’inchiesta sulla strage di piazza Fontana da cui uscirà indenne, padre di Emanuele Merlino: capo della segreteria del ministro della Cultura Alessandro Giuli e stratega dell’offensiva contro il potere culturale della sinistra. Fabrizio Fratus, ex dirigente della Fiamma Tricolore, ex braccio destro di Daniela Garnero Santanché, fondatore del Talebano, «pensatoio della destra con pantheon ideologico che va dal teorico della destra putiniana Aleksandr Dugin all’ex Waffen SS belga Jean Thiriart», come l’ha definito L’Espresso, insieme all’ex eurodeputato di FdI Vincenzo Sofo, consigliere di Giuli per la «diplomazia culturale» e marito di Marion Marechal-Le Pen (nipote di Marine Le Pen). Nella lista, giusto perché non manchi proprio nulla, anche il nome di Marco Rizzo, ex Rifondazione comunista che abbraccia la causa sovranista.
Più alcune figure istituzionali. Domenico Furgiuele, deputato leghista proveniente dalla Destra. Rossano Sasso, altro deputato leghista, ex sindacalista Ugl, ex sottosegretario all’Istruzione del governo di Mario Draghi, che dopo le contestazioni per la presenza in fiera di Passaggio al Bosco di Zerocalcare, Alessandro Barbero e altri, si reca insieme al collega di FdI Amorese a confortare Scatarzi. Simone Perron, cantautore e consigliere regionale leghista della Valle D’Aosta. Tre politici in carica, a testimoniare l’affinità fra una parte rilevante del partito di Matteo Salvini con quella scuola di pensiero che affonda le proprie radici nel Ventennio. E se, per usare una frase del “Signore degli anelli” cara alla mitologia della destra «le radici profonde non gelano», mai come in questo momento germogliano anche dentro lo Stato democratico.
L’animatore di Passaggio al Bosco Marco Scatarzi è stato membro del comitato esecutivo di Gioventù nazionale, l’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia. Del partito di Giorgia Meloni è un dirigente il coordinatore di FdI ad Avezzano Roberto Alfatti Appetiti, direttore editoriale di Idrovolante edizioni, casa editrice del libro di Guido Giraudo su Sergio Ramelli, anch’essa presente alla Fiera “Più libri, più liberi” al pari di Passaggio al bosco. E sulla cui appartenenza al medesimo filone identitario non ci sono molti dubbi.
Prova ne sia il fatto che alcuni pubblicano per entrambe le case editrici. Con Idrovolante che arricchisce la consistente offerta letteraria di 101 autori, fra i quali romanzieri e drammaturghi del calibro di Yukio Mishima e Luigi Pirandello, con testi del quadrumviro della marcia su Roma, Italo Balbo. E di Leonid Savin, membro del centro scientifico militare del ministero della Difesa russo. Nonché Marcello De Angelis, ex parlamentare di An, ex direttore del Secolo d’Italia, ex portavoce del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca: incarico dal quale si è dimesso dopo esternazioni negazioniste sulla strage di Bologna. Ma anche Mario Vattani, figlio dell’ex segretario generale della Farnesina Umberto Vattani. È funzionario dell’ambasciata italiana a Tokyo quando nel 2011 il governo di Mario Monti lo richiama a Roma dopo un’imbarazzante esibizione musicale a una festa di Casapound. Invece il governo Meloni lo fa ambasciatore d’Italia in Giappone.
Morale? La rete della «contro egemonia» culturale è sempre più fitta ed estesa. Le case editrici che propugnano il risorgimento sovranista con venature nostalgiche capaci di tracciare un filo che dalla galassia neofascista penetra istituzioni ai suoi massimi livelli, negli ultimi anni sono spuntate come i funghi. Un assaggio? Nel 2008 un giovanissimo Francesco Giubilei, attuale direttore scientifico della Fondazione Alleanza nazionale, cassaforte del partito della premier, fonda Historica editrice. Lì, fra gli scrittori, oggi troviamo Gianni Alemanno ma anche Alfatti Appetiti, direttore editoriale di Idrovolante. Casa editrice, si è visto, di molti autori di Passaggio al bosco dell’ex Gioventù nazionale Marco Scatarzi. Che a sua volta pubblica Adriano Scianca: autore anche di Altaforte edizioni. Insieme a Gian Piero Joime, candidato per Casapound alle Europee del 2019 e ora ingaggiato come consulente dal ministero dell’Economia. E a Carlomanno Adinolfi di Primato nazionale, presidente dell’associazione La Testa di ferro nel quartiere Monti di Roma. Lì si può acquistare il calendario 2026 targato Acca Larenzia il «cui ricavato», c’è scritto, «contribuirà a sostenere le spese processuali dei camerati in difficoltà».

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