La Difesa dell'Unione
Draghi e la scossa federalista all'Unione europea: "Dobbiamo agire come se fossimo un unico Stato"
L'ex presidente del Consiglio italiano è intervenuto al Parlamento europeo, mentre i colloqui tra Stati Uniti e Russia sulla risoluzione del conflitto ucraino rischiano di relegare il Vecchio continente ai margini delle trattative
Stati Uniti e Russia hanno intavolato dei colloqui, a Riad, sulla guerra in Ucraina. Oggi - 18 febbraio - si sono incontrate le delegazioni dei rispettivi Paesi, con in testa il segretario di Stato Marco Rubio e il ministro degli Esteri Serghej Lavrov. L’Unione europea, al momento, non sembra tenuta in considerazione nelle trattative. Ieri, Emmanuel Macron ha convocato i suoi omologhi a Parigi per un vertice lampo. Che si è concluso, ancora una volta, con posizioni divergenti su vari aspetti, come ad esempio l’invio di truppe a Kiev. Mario Draghi, intervenendo questa mattina al Parlamento europeo, ha lanciato un segnale in ottica federalista: “Per far fronte alle sfide dell'Unione europea, è chiaro che dobbiamo agire sempre più come se fossimo un unico Stato. La complessità della risposta politica che coinvolge la ricerca, l'industria, il commercio e la finanza richiederà un grado di coordinamento senza precedenti tra tutti gli attori: governi e Parlamenti nazionali, Commissione e Parlamento europeo”. Draghi è stato esplicito sulle questioni militari: “Il sistema di difesa dell'Ue è una delle nostre diverse vulnerabilità dove la frammentazione della capacità industriale lungo le linee nazionali impedisce la necessaria scala. Anche se siamo collettivamente il terzo Paese al mondo per spesa, non saremmo in grado di soddisfare un aumento della spesa per la difesa attraverso la nostra capacità produttiva. I nostri sistemi di difesa nazionali non sono né interoperabili né standardizzati in alcune parti chiave della catena di fornitura. Questo è uno dei tanti esempi in cui l'Ue è inferiore alla somma delle parti".