Papa Francesco ha un rapporto privilegiato con don Mattia Ferrari. Ha firmato la prefazione del libro scritto dal giovane sacerdote, cappellano di bordo dell’ong Mediterranea. Il pontefice e don Mattia si sono sentiti con continuità e chissà che le loro conversazioni siano state carpite tramite uno spyware. Già, anche il prete classe ’93 è stato spiato. Una notifica di Meta l’ha informato di essere stato l’obbiettivo di un "sofisticato attacco sostenuto da entità governative non meglio identificate". La notifica è simile a quella ricevuta da Luca Casarini, uno dei fondatori dell’organizzazione che salva migranti in mare e tra le vittime conosciute del caso Paragon. Nell’ultima intervista di don Mattia rilasciata a L’Espresso, il sacerdote ha definito “inquietante” la vicenda dello spionaggio avvenuto con un software che la società israeliana vende soltanto a enti governativi. L’ong Mediterranea, nel comunicato che ha diffuso sull’accaduto, ricorda che “don Mattia non lavora a titolo puramente individuale, ma svolge un servizio in piena comunione e sintonia con le autorità ecclesiastiche che hanno giurisdizione su queste questioni, come i pastori della Chiesa hanno ripetutamente affermato”.