Caso Almasri, le opposizioni compatte: o Meloni riferisce in Parlamento o i lavori d’Aula si fermano

Dal centro (Azione e Italia viva) alla sinistra (Partito democratico, Movimento 5 stelle e Alleanza verdi sinistra): la strada dell'ostruzionismo finché la presidente del Consiglio non fornisce spiegazioni sulla vicenda del funzionario libico

Le opposizioni si ricompattano: stop ai lavori d'Aula finché Giorgia Meloni non si presenta in Parlamento per "spiegare la versione vera sul caso Almasri". Lo chiede per primo Giuseppe Conte, a Montecitorio. Lo seguono Nicola Fratoianni, Chiara Braga, Roberto Giachetti, Valentina Grippo e Benedetto Della Vedova. "Non siamo disponibili a riprendere i lavori dell'Aula facendo finta di nulla", afferma la capogruppo del Partito democratico. Lunedì 3 febbraio, il filibustering del centrosinistra si sostanzia con l'avvio della discussione generale del dl Cultura. I deputati del Movimento 5 stelle iscritti a parlare sono 36 (37 considerando l'intervento iniziale di Conte): l'obiettivo è ricordare, in ogni intervento, la vicenda del funzionario libico rimpatriato nonostante il mandato d'arresto della Corte penale internazionale.

 

Occhio alla capigruppo del 4 febbraio

 

"Arianna Meloni ha detto che la presidente del Consiglio è come Frodo, qui si sta realizzando una frode a danno degli italiani e noi non lo permetteremo", ha attaccato Conte "Noi adotteremo tutte le misure fino a quando non avremo qui Meloni a chiarire qui, davanti al popolo". Braga ha ribadito la richiesta a nome del Partito democratico: "Vogliamo un'informativa immediata sul caso Almasri. A fronte della diserzione di due ministri della Repubblica, sono stati sospesi i lavori di quest'Aula. Domani - 4 febbraio - è convocata una conferenza dei capigruppo e anticipiamo che non siamo disponibili a riprendere i lavori d'Aula se non ci sarà una risposta adeguata. Di questo tema si deve parlare qui, in Parlamento".

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